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L’Ucraina in crisi, la Russia può vincere la guerra?

Sembra sfumare la possibilità di cacciare i soldati di Putin dal 20% di territorio ucraino conquistato. Cala la popolarità di Zelensky

Dopo quasi due anni di combattimenti ininterrotti la guerra in Ucraina è ormai entrata in una fase di stallo. È tornato l’inverno, la popolazione è stremata, così come i soldati, al fronte da troppo tempo. La popolarità del presidente Zelensky è in calo. Secondo il settimanale inglese The Economist, c’è per la prima volta la concreta possibilità che gli invasori russi alla fine prevalgano.

Dobbiamo essere preparati anche alle cattive notizie” ha dichiarato il Segretario della NATO, Jens Stoltenberg alla Tv tedesca Ard. “Le guerre si sviluppano per fasi, ma dobbiamo stare al fianco dell’Ucraina nella buona e nella cattiva sorte“. “Le guerre sono intrinsecamente imprevedibili” ha aggiunto. “L’unica cosa che sappiamo è che più sosteniamo l’Ucraina, più velocemente questa guerra finirà“. Tuttavia “gli eventi intorno al tavolo negoziale sono legati in modo indissolubile alla situazione sul campo di battaglia“.

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Soldati ucraini della 43/ma Brigata Meccanizzata Separata. Foto X @EuromaidanPress

Cosa ha scritto l’Economist

Le parole di Stoltenberg arrivano due giorni dopo l’articolo apparso sull’Economist in cui si paventa un possibile successo della Russia. “Per la prima volta da quando Putin ha invaso l’Ucraina, il 24 febbraio 2022, sembra che possa vincere” ha scritto il prestigioso settimanale. “Il presidente russo ha preparato il suo paese alla guerra e rafforzato il suo controllo sul potere. Si è procurato forniture militari all’estero e sta contribuendo a rivoltare il sud del mondo contro l’America. Sta minando in Occidente la convinzione che l’Ucraina possa e debba emergere dalla guerra come una fiorente democrazia europea“.

Klitschko contro Zelensky

In Ucraina la popolarità di Volodymyr Zelensky è in calo. Aumentano le voci di dissenso, le critiche al presidente e le manifestazioni delle moglie dei soldati che chiedono che i propri cari ritornino a casa. “Le persone vedono chi è efficace e chi no” ha argomentato il sindaco di Kiev, Vitaly Klitschko, in un’intervista al quotidiano svizzero 20 Minuten. “Le aspettative erano e sono tante e Zelensky sta pagando per gli errori commessi“.

La gente si chiede come mai non eravamo meglio preparati per questa guerra. Come mai Zelensky abbia negato fino alla fine che ciò sarebbe accaduto. O perché i russi siano riusciti a raggiungere Kiev così rapidamente. C’erano troppe informazioni che non corrispondevano alla realtà” ha affermato il sindaco. “Il presidente oggi ha una funzione importante e dobbiamo sostenerlo fino alla fine della guerra. Ma alla fine di questa guerra ogni politico pagherà per i suoi successi o i suoi fallimenti” ha aggiunto.

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Il sindaco di Kiev Vitaly Klitschko (al centro). Foto Ansa/Epa Sergey Dolzhenko

In merito alle sue ambizioni politiche per la presidenza dell’Ucraina, Klitschko ha in ogni caso sottolineato che “sarebbe stupido pensarci oggi“. Ovvero nel momento in cui “l’unica domanda è se l’Ucraina continuerà ad esistere” e “lottiamo per la nostra libertà e indipendenza“. Le elezioni politiche dovrebbero tenersi nel 2024 ma di fatto sono state cancellate, anche perché oltre 8 milioni di ucraini, potenziali elettori, hanno lasciato il paese a causa della guerra.

La guerra è in stallo

In merito alla situazione al fronte, il sindaco di Kiev ha affermato che il comandante delle forze armate ucraine, Valery Zaluzhny, “ha detto la verità“. Il riferimento è a una controversa intervista al Financial Times dello scorso 1 novembre.

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Valery Zaluzhny e Volodymyr Zelensky. Foto X @inin_gr

Zaluzhny aveva definito la guerra di resistenza alla Russia in una situazione di stallo. Zelensky si era affrettato a sostenere con ottimismo che la guerra proseguiva e non c’erano stalli di sorta. “Naturalmente possiamo mentire euforicamente alla nostra gente e ai nostri partner ma non possiamo farlo per sempre” ha chiosato Vitaly Klitschko .

Ben prima che il suo nome fosse addidato fra quelli dei responsabili del sabotaggio al gasdotto Nord Stream 2, il generale Valery Zaluzhny aveva dichiarato che “molto probabilmente non ci sarà alcuna svolta profonda e bella“. Del resto, a 5 mesi dall’inizio della controffensiva, l’Ucraina era riuscita ad avanzare di soli 17 chilometri. E la Russia ha combattuto per 10 mesi attorno a Bakhmut, a est, “per conquistare una città di 6 chilometri per 6“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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