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Gaza: la tregua slitta, nessun ostaggio rilasciato

Hamas non ha ratificato l'accordo mediato dal Qatar. Israele bombarda: decine di vittime sepolte in una fossa comune nel sud della Striscia

Contrariamente a quanto sembrava, giovedì 23 novembre quasi certamente non ci sarà alcuna tregua nella guerra a Gaza fra Israele e Hamas. Il gruppo terrorista palestinese non ha presentato l’elenco dei cittadini che intende liberare né ha ratificato l’accordo raggiunto tramite la mediazione del Qatar.

Tel Aviv ha fatto sapere che il rilascio degli ostaggi non è previsto prima di venerdì 24 novembre. Finora è trapelata l’informazione secondo cui Hamas intenderebbe liberare in totale 30 minori, 8 madri e 12 donne, in cambio di 150 palestinesi. A fine mese, poi, dovrebbe avvenire un nuovo scambio di prigionieri.

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Devastazione a Gaza. Foto X @ahmedshameya995

Il Papa: “Non è più guerra, è terrorismo

La paralisi dell’accordo sulla tregua non dipenderebbe comunque da un fallimento dell’intesa. Ma da motivi ‘tecnici’, se così si può dire. Il consigliere per la sicurezza nazionale di Israele, Tzachi Hanegbi, ha dichiarato in un comunicato che “i negoziati per il rilascio dei nostri prigionieri procedono e continueranno tutto il tempo“.

In questo difficilissimo contesto risuonano le parole del premier israeliano, Benjamin Netanyahu: “L’intesa sugli ostaggi è la decisione giusta“. Ma “la guerra con Hamas prosegue“. E soprattutto il monito di papa Francesco. Anzi, una vera e propria invettiva. Dopo aver incontrato in Vaticano il 22 novembre, separatamente, una delegazione di familiari degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas e una delegazione di familiari di palestinesi uccisi nei bombardamenti a Gaza, il Pontefice ha dichiarato in piazza San Pietro: “In Palestina e Israele si è andati oltre la guerra; non è guerra: è terrorismo“.

Fosse comuni nella Striscia

Di certo il terrore in Israele e soprattutto a Gaza non sembra volersi fermare neppure per un minuto. Le forze israeliane di difesa avrebbero arrestato il direttore dell’ospedale Al-Shifa di Gaza, Muhammad Abu Salmiya, insieme a diversi altri membri del personale medico. Lo riporta Al Jazeera citando fonti mediche. L’Al-Shifa, a lungo assediato dalle forze israeliane, è il più grande complesso ospedaliero della Striscia di Gaza. Al suo interno, oltre ai pazienti, hanno trovato riparo centinaia di sfollati. Secondo gli israeliani nell’ospedale si sarebbero rifugiati i comandanti di Hamas.

Ed emergono altri orrori. I corpi di decine persone non identificate sono stati sepolti mercoledì 22 novembre in una fossa comune nel cimitero di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferisce la Agence France Presse (AFP). Avvolti in teli blu, i corpi sono stati calati su barelle in una fossa sabbiosa che è stata gradualmente allargata da una escavatrice. Fra i morti potrebbero esserci anche alcuni bambini.

Gaza, gli Usa e il Qatar

Gli attacchi israeliani su Gaza sono continuati durante la notte del 23 novembre. I media palestinesi, citati dal quotidiano inglese The Guardian, riferiscono che aerei e artiglieria israeliani hanno colpito la città meridionale di Khan Younis in almeno due ondate e che 15 persone sono state uccise. Sono stati segnalati attacchi anche in diverse altre parti di Gaza, tra cui il campo profughi di Jabaliya, a nord di Gaza City, e il campo di Nuseirat nel centro di Gaza.

Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro e ministro degli Esteri del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman al Thani, riguardo al conflitto a Gaza. Lo riferisce il dipartimento di Stato. Blinken ha ringraziato il primo ministro per gli sforzi cruciali del Qatar nel facilitare l’accordo per garantire il rilascio di almeno 50 ostaggi di Hamas, tra cui cittadini statunitensi. Accordo che tuttavia ancora non si è concretizzato.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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