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Gaza, l’esercito israeliano è entrato nell’ospedale Al-Shifa

Interrogati medici e pazienti. Tel Aviv ritiene che si trovi lì il comando di Hamas e non si fermerà finché non avrà distrutto l'organizzazione

L’esercito di Israele che ha invaso Gaza il 28 ottobre, dopo 3 settimane di bombardamenti aerei e missilistici, è entrato nell’ospedale di Al-Shifa, considerato un ‘covo’ di Hamas. Il blitz, con un centinaio di soldati e con i carri armati è avvenuto nella notte del 15 novembre.

Salvate i pazienti dell’ospedale, siamo pronti a ricevere ispezioni per confermare la natura medica della struttura” avevano affermato i portavoce di Hamas. Intanto Israele apre un’inchiesta sugli stupri dei miliziani islamisti il 7 ottobre e conferma la morte della soldatessa di 19 anni Noa Marciano, tenuta in ostaggio a Gaza.

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L’esercito israeliano all’ospedale Shifa il 15 novembre 2023. Foto Ansa/Idf

Al-Shifa, la testimonianza di un reporter

Le forze di difesa israeliane stanno “effettuando un’operazione precisa e mirata” contro Hamas nell’ospedale di Al Shifa, il più grande di Gaza. Il complesso ospedaliero potrebbe essere il “cuore pulsante” di Hamas. Così alla Cnn il portavoce delle forze di difesa israeliane (IDF), tenente colonnello Peter Lerner. Da parte sua, invece, su Telegram il portavoce del ministero della Sanità palestinese, sotto il controllo di Hamas, Ashraf al Qudra, aveva fatto affermazioni 3 ore prima del blitz militare israeliano.

All’interno del complesso di Shifa ci sono 1.500 membri del personale medico e circa 7.000 sfollati” aveva dichiarato. “Facciamo appello a tutti i paesi affinché intraprendano azioni urgenti per salvare i pazienti all’interno del Complesso al Shifa. Siamo pronti a ricevere tutte le istituzioni internazionali presso il complesso al Shifa per garantire la natura del suo lavoro medico“.

Un giornalista, che si trova dentro l’ospedale Al Shifa, ha raccontato alla Bbc che i militari israeliani sono andati di stanza in stanza, piano dopo piano, e hanno interrogato tutti. Ovvero sia il personale che i pazienti. Li hanno accompagnati medici e persone che parlano arabo.

L’Olp: “Crimine i soldati in ospedale

Non ci sono ancora indicazioni sulla presenza di ostaggi all’interno dell’ospedale Al Shifa“. Ma si ritiene che l’operazione possa portare “informazioni di intelligence sui rapiti“. Così l’esercito citato dalla radio israeliana. Nel maggior ospedale di Gaza gli invasori cercano anche i miliziani di Hamas, che vi si sarebbero nascosti, in particolar modo in tunnel e sotterranei.

L’assalto delle forze di occupazione israeliane al complesso Shifa a Gaza City è una continuazione della guerra genocida che sta conducendo contro il nostro popolo palestinese“. Lo ha detto, citato dalla agenzia Wafa, un portavoce dell’OLP (l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina) secondo cui “questa intrusione è un nuovo crimine di guerra“.

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Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu (a destra) e il ministro della Difesa Yoav Gallant (in piedi). Foto Ansa/Epa Abir Sultan

Gallant: “Non ci fermeremo

Da parte sua il direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha denunciato di aver perso i contatti con il personale sanitario dell’ospedale Al-Shifa di Gaza. “Le notizie di incursioni militari nell’ospedale sono profondamente preoccupanti” ha scritto sui social. “Abbiamo perso di nuovo i contatti con il personale sanitario dell’ospedale. Siamo estremamente preoccupati per la loro sicurezza e quella dei pazienti“.

C’è però poco da illudersi che la guerra in corso a Gaza possa presto attenuarsi e che gli ospedali siano risparmiati. “Israele non fermerà le sue operazioni a Gaza finché le nostre truppe non completeranno la loro missione“. Lo ha affermato il ministro della Difesa Yoav Gallant incontrando a Tel Aviv il coordinatore Usa per il Medio Oriente Brett McGurck. Per missione Gallant intende “distruggere Hamas e riportare i nostri ostaggi a casa dalle loro famiglie“.

 

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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