Sciopero degli attori, dopo mesi arriva l’accordo con gli studios: Hollywood riparte?
Dopo quasi 120 giorni il sindacato SAG-AFTRA e le major potrebbero aver trovato un punto di incontro
Notizie confortanti da Hollywood: sembrerebbe che lo sciopero degli attori sia prossimo alla conclusione, dopo quasi 120 giorni. Il sindacato SAG-AFTRA, in rappresentanza della suddetta categoria di lavoratori dello spettacolo, potrebbe aver trovato un accordo con gli studios. Ecco cosa è trapelato.
Dopo mesi di manifestazioni, negoziati e malumori, la paralisi di Hollywood sembra prossima alle battute finali. A partire dal mese di luglio, infatti, seguendo l’esempio dei colleghi sceneggiatori aderenti al Writers Guild of America (WGA), anche gli attori sono entrati in sciopero. A guidare le rivendicazioni degli interpreti, rappresentati dal sindacato SAG-AFTRA, è stata la Presidente dell’associazione, Fran Drescher, la nota Tata della celebre sitcom degli Anni Novanta.
Non si è risparmiata la leader del sindacato degli attori, adottando un metodo definito “poco ortodosso” e alla ricerca del consenso, che tuttavia sembra aver dato i suoi frutti. Su di lei, infatti, il direttore esecutivo nazionale del sindacato, nonché capo negoziatore dell’accordo Duncan Crabtree-Ireland ha nutrito profonda stima, affermando, come riportato da The Hollywood Reporter Roma: “Fran è incredibilmente intelligente, è tenace, è impegnata. La rispetto profondamente. E anche gli operatori del settore, se prima non lo facevano, hanno sicuramente imparato a farlo“.
Evidentemente, la strategia dell’attrice e leader del SAG-AFTRA, sembra aver funzionato. In base a quanto rivelato da Variety, l’accordo tra il sindacato in rappresentanza degli interpreti e l’Alliance of Motion Picture and Television Producers (AMPTP), che rappresenta di studios, sarebbe stato siglato.
Lo sciopero degli attori è concluso? I termini dell’accordo
Se la situazione con gli sceneggiatori si era risolta verso la fine di settembre, lo sciopero degli attori è andato per le lunghe. L’ago della bilancia, ancor più dell’aumento salariale, sarebbe stato la tutela degli interpreti verso i possibili pericoli rappresentati dall’Intelligenza Artificiale. L’impiego dell’AI, infatti, consentirebbe ai produttori un esborso iniziale particolarmente esoso che, nel breve-medio termine consentirebbe di abbattere i costi, ai danni degli attori che si troverebbero meno giornate lavorative impiegate.
Dopo “l’ultima, definitiva e migliore offerta possibile“, presentata lo scorso 3 novembre – come riportato da Il Fatto Quotidiano – ogni tentativo conciliante tra le due parti sembrava inverosimile. La proposta, infatti, era incompleta di diversi punti presentati dal SAG-AFTRA. Tuttavia, nei giorni successivi sarebbe avvenuto lo switch decisivo, tanto che è parlato addirittura di “lacrime di euforia e gioia“.
Alla fine, nonostante le rimostranze manifestate da Bob Iger, CEO Disney, l’AMPTP avrebbe ceduto al “no” degli attori sul tema dell’Intelligenza Artificiale. Evidentemente, lo stop ai lavori e, di conseguenza, alle nuove produzioni ha costretto all’associazione in rappresentanza delle major a fare un passo indietro, visto l’impatto finanziario che un prolungamento ulteriore dello sciopero potrebbe avere sull’industria dell’audiovisivo.
In conclusione, dunque, oltre alla protezione degli attori dinanzi ai rischi connessi all’Intelligenza Artificiale, gli interpreti avrebbero ottenuto anche un aumento salariale, con un minimo del 7%, ben oltre quello concesso agli sceneggiatori a fine settembre. Non solo: un altro aspetto dibattuto è stato quello relativo alle residuals. A tal proposito, l’accordo proposto dalle major includerebbe anche un “bonus” anche per le repliche in streaming, a cui si aggiungerebbero anche maggiori contributi pensionistici e sanitari. Insomma, sembrerebbe che Hollywood si sia ripresa dalla sua paralisi.