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Gaza, Israele apre un corridoio e chiede ai palestinesi di andarsene

Per poche ore hanno potuto usufruire di un transito "sicuro" per fuggire da Nord a Sud della Striscia

Superato ormai un mese di guerra a Gaza, l’esercito israeliano ha aperto fino alle 14 (ora locale) un corridoio umanitario dal Nord al Sud della Striscia. Il corridoio corre lungo la via Salah al-Din che taglia l’intera Gaza. Dal Vaticano il Papa torna a invocare la pace e avverte: “La guerra è sempre una sconfitta. Che il Signore ci porti una pace giusta“.

Gli Stati Uniti non restano a guardare. E dicono no alla rioccupazione di Gaza da parte di Israele, ma Netanyahu tira dritto e annuncia: “Quello che vediamo è un successo straordinario“. La polizia israeliana ha intanto fatto sapere di aver identificato i corpi di 843 cittadini uccisi nell’attacco di Hamas del 7 ottobre ai kibbutz di frontiera. A Tokyo si è invece concluso il vertice del G7. Nel documento finale si sottolinea il diritto di Israele a difendersi ma secondo le norme internazionali.

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Foto X @Meriem_Laribi

La guerra da Gaza al Libano

Sale ancora il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza. Secondo il locale ministero della Sanità sinora sono morte 10.569 persone, tra cui 4.324 bambini. Lo riporta la tv qatariota Al Jazeera. Al termine dell’udienza generale in Vaticano, papa francesco ha affermato: “Pensiamo e preghiamo per i popoli che soffrono la guerra. Non dimentichiamo la martoriata Ucraina e pensiamo al popolo palestinese e israeliano. Che il Signore ci porti a una pace giusta. Si soffre tanto, soffrono i bambini, soffrono gli ammalati, i vecchi e muoiono tanti giovani. La guerra sempre è una sconfitta, non dimentichiamolo, sempre è una sconfitta“.

Mentre da Roma non cessano gli appelli del Pontefice per la pace a Gaza, Israele ha reagito con attacchi aerei ai lanci di razzi dal Libano. Tel Aviv teme l’apertura di un fronte nord della guerra. Sui social network il portavoce dell’esercito, Daniel Hagari, ha sostenuto che “gli aerei da guerra dell’IDF hanno attaccato obiettivi dell’organizzazione terroristica Hezbollah, tra cui un magazzino di Amaleh, posizioni di lancio, infrastrutture“. Azioni mirate a “colpire il terrorismo e siti in cui si trovano i mezzi dell’organizzazione terroristica Hezbollah. L’attacco è in risposta al fuoco proveniente dal territorio libanese“.

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Papa Francesco con i Rabbini europei, il 6 novembre 2023. Foto Ansa/Vatican Media

La strage dei bambini

È in questo clima che gli Stati Uniti si oppongono alla rioccupazione di Gaza da parte di Israele. Gli Usa stanno mal tollerando l’iniziativa bellica di Israele perché non è una rappresaglia ai massacri di Hamas del 7 ottobre. È una guerra vera e propria per sradicare definitivamente Hamas con azioni in terra, in mare e in aria.

E bombardamenti ininterrotti e pesantissimi che hanno provocato oltre 10mila vittime, fra cui oltre 4mila bambini, secondo le autorità palestinesi di Gaza. Vittime civili che per Israele il nemico usa come scudi umani, nascondendo uomini, armi ed equipaggiamenti nei tunnel sotto gli ospedali e le moschee.

Vedant Patel, portavoce del Dipartimento di Stato americano, spiega: “La nostra opinione è che i palestinesi devono essere in prima linea in queste decisioni. Gaza è terra palestinese e rimarrà terra palestinese. Allo stesso tempo siamo d’accordo con Israele che non si tornerà allo status quo del 6 ottobre e che Gaza non potrà e non dovrà essere più una base da cui lanciare attacchi contro il popolo di Israele o chiunque altro“. Di certo la guerra scatenata dall’attacco dei terroristi di Hamas il 7 ottobre e dalla ‘risposta’ di Israele ha per vittima anche la verità: non è possibile per i giornalisti di tutto il mondo seguirla direttamente sul campo. E sono già decine quelli, per lo più palestinesi, che sono morti sotto i bombardamenti.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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