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Anche Corrado Augias lascia, si allunga la lista di chi abbandona la Rai

Il conduttore, 88 anni, passa a La7: nuovo programma dal 4 dicembre

Lo storico giornalista e scrittore Corrado Augias lascia la Rai e passa a La7 di Urbano Cairo. “Augias entra a far parte della squadra di La7 nell’ambito di un accordo biennale con la Tv del Gruppo Cairo Communication” annuncia l’emittente in una nota.

Da lunedì 4 dicembre in prima serata, nel nuovo programma dal titolo La Torre di Babele, Augias affronterà un tema storico in relazione all’attualità e al mondo contemporaneo. Giornalista, scrittore, saggista, autore e conduttore “nel corso della sua lunga e prolifica carriera ha firmato alcune delle più prestigiose pagine della televisione pubblica e privata del nostro Paese“, conclude La7.

Corrado lascia la Rai per La7
Corrado Augias. Foto X @fattoquotidiano

Le ragioni di Augias

Da parte sua Augias, in un pezzo scritto il 6 novembre per Repubblica.it ha spiegato le ragioni dell’addio alla Tv pubblica in cui ha lavorato per 63 anni. E ha scritto: “Volevano demolire la Rai dei comunisti; stanno semplicemente demolendo la Rai. Un Governo che sul piano generale si è dimostrato approssimativo e incompetente ha prodotto il massimo d’efficienza nella progressiva distruzione della Radiotelevisione Italiana, nientemeno“.

Due fattori mi hanno spinto fuori dalla Rai dopo sessant’anni di onorato servizio (…) il dilettantismo, le scelte improvvide, la presunzione che una pedina valga l’altra“. Ma anche “l’egemonia culturale. Dietro lo sconquasso s’intravede infatti un disegno, lo stesso che trapela da alcune decisioni del Governo. Cambiare la narrazione di fondo che ha retto la Repubblica dal 1948“. Corrado Augias non manca infine di rimarcare come “a tutto il resto s’accompagna un velo d’arroganza“. Un riferimento forse al nuovo gruppo dirigente che ha preso l’avvento dopo l’insediamento del nuovo Parlamento e del Governo Meloni, un anno fa.

Da Fazio in poi, chi ha lasciato la Rai

Il fatto è che Corrado Augias, veterano della Rai, è soltanto l’ultimo di una lunga serie di addii alla Tv pubblica, cominciati da dopo l’insediamento del Governo Meloni. Sono infatti diversi i conduttori che negli ultimi mesi hanno lasciato. A cominciare da Fabio Fazio approdato su Nove. “Non ho mai detto che ci hanno cacciato. Non ho mai usato il sostantivo ‘epurazione’. Non siamo stati in alcun modo cacciati” dalla Rai, aveva affermato Fazio.

massimo gramellini corrado augias
Massimo Gramellini, Foto Ansa/Alessandro Di Meo

Il che è vero anche per Augias. Ma il punto è che, tranne Bruno Vespa, molti degli storici ‘cavalli di razza’ della Radiotelevisione italiana, di fronte al riassetto dell’azienda messo in atto dal Centrodestra, preferiscono abbandonare. Inutile aggiungere che ad attenderli ci sono i tappeti rossi delle tv private, mai così felici e quasi incredule della manna che arriva loro.

A passare a La7 è stato anche Massimo Gramellini che all’Adnkronos ha dichiarato: “Non c’è nessun motivo politico” dietro alla sua scelta. Il giornalista conduce il nuovo programma In altre Parole, in onda il sabato. È invece passata a Mediaset Bianca Berlinguer. “Forse qualcuno si stupirà di trovarmi su questo canale e anche io sono un po’ sorpresa“, ha aperto la prima puntata di È sempre Cartabianca al suo debutto su Rete4. E da mesi se n’è andata anche la giornalista Lucia Annunziata, storica conduttrice di In mezz’ora. Il suo futuro, però, potrebbe essere lontano dalla televisione, ossia in radio.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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