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Ora solare, lancette indietro di un’ora dal 29 ottobre

Dalle 3 del mattino di domenica fino a tutto il 30 marzo del prossimo anno, quando si ritornerà all'ora legale

Col prossimo fine settimana si ritorna all’ora solare. Nella notte tra sabato 28 e domenica 29 ottobre, alle tre del mattino, dovremo spostare le lancette dell’orologio indietro di un’ora, posizionandole sulle ore 2.

Avremo a disposizione un’ora di sonno in più ma farà buio 60 minuti prima di quanto avvenga adesso. I dispositivi digitali, come cellulari e computer, si aggiorneranno automaticamente. È bene in ogni caso ricordarsi di agire manualmente su quelli analogici.

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Foto Twitter @sole24ore

Abolire o no il cambio dell’ora?

L’ora solare resterà in vigore fino alla notte tra sabato 30 e domenica 31 marzo 2024, quando tornerà l’ora legale estiva. Il dibattito sull’opportunità di abolire il cambio dell’ora torna come sempre a riaccendersi in coincidenza con la data dello spostamento in avanti o indietro delle lancette. Al momento le autorità non hanno preso alcuna decisione in merito, per cui tutto resta così com’è. Occorre dunque adattarsi a questo cambio di ‘fuso orario’ dal quale possono nascere una serie di piccoli disturbi.

Il cambio dell’ora, come detto, per adesso rimane. Eppure sono oltre 330mila le firme, a metà ottobre, che la petizione online della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) ha promosso assieme a Consumerismo No Profit. I promotori vorrebbero mantenere l’ora legale – lancette spostate in avanti di 60 minuti rispetto all’ora solare – per tutto l’anno.

“Con l’ora legale più risparmi”

Una scelta, secondo la Sima, che “produrrebbe nel nostro Paese minori consumi di energia per circa 720 milioni di kwh equivalenti. Considerando le attuali tariffe della luce sul mercato tutelato significa a un risparmio pari a 204 milioni di euro annui. Un risparmio che risulterebbe maggiore qualora le tariffe elettriche dovessero salire nei prossimi mesi per effetti del conflitto in Medio Oriente“.

Basti pensare – insiste Sima nell’illustrare la petizione – che tra il 2004 e il 2022, in base ai dati forniti da Terna, il minor consumo di energia elettrica per l’Italia che l’ora legale ha garantito è stato complessivamente di circa 10,9 miliardi di chilowattora (kWh). E ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di circa 2 miliardi di euro“. La conservazione dell’ora legale comporterebbe inoltre, sempre secondo Sima, “un massiccio taglio alle emissioni inquinanti, pari a 200mila tonnellate di anidride carbonica (CO2) in meno”. Vale a dire la quantità di CO2 “assorbita piantando dai 2 ai 6 milioni di nuovi alberi“.

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Foto Twitter @conte_ssa23

Cambia l’ora e cambia l’umore…

Ultimo, ma non meno importante, occorre ricordare che il cambio dell’ora ha una serie di effetti sgradevoli sui ritmi del nostro organismo. Il fatto di avere a disposizione 60 minuti di luce diurna in meno, ha infatti una serie di conseguenze sull’ ‘orologio interno’ che regola gli equilibri del fisico umano. Il nostro corpo si basa infatti i suoi ritmi naturali sulla luce solare.

A risentire in modo particolare del cambio dell’ora sono soprattutto i soggetti più sensibili, come bambini e anziani. Ma in varia misura i pomeriggi brevi dell’autunno e dell’inverno influiscono sull’umore e sul benessere di tutti. Il cambiamento può procurare sonnolenza, senso di affaticamento, maggiore difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno, irritabilità.

Non si tratta di stati patologici, ma di disturbi di solito di lieve entità, destinati a dissolversi nel giro di pochi giorni. Comunque abbastanza sgradevoli, per alcuni. Per rendere più rapido  l’adattamento al nuovo ‘fuso orario’ non occorre assumere farmaci se non in casi indicati dal medico curante. Bastano alcuni piccoli accorgimenti da mettere in atto magari già qualche giorno prima del cambio dell’ora.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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