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Strage nel Maine, caccia all’uomo che ha sparato sulla folla

Almeno 22 i morti e decine i feriti. Robert Card, ex istruttore di armi, è in fuga. Da inizio anno 36 omicidi di massa negli Usa e 188 morti

Ancora una volta, l’ennesima, gli Stati Uniti assistono a una strage di innocenti, questa volta nel Maine, sulla costa nord-orientale. A Lewiston, cittadina di 36mila abitanti, un uomo ha sparato a fucilate sui passanti per poi darsi alla fuga.

Un primo bilancio indica almeno 22 vittime e decine di feriti. L’aggressore si chiama Robert Card, quarantenne: la scorsa estate era stato ricoverato in una struttura per persone con problemi mentali. L’uomo, un ex riservista militare delle forze armate, aveva affermato di “sentire voci” e aveva minacciato di aprire il fuoco contro la base della Guardia Nazionale degli Stati Uniti a Saco, nel Maine.

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Foto Ansa/Epa Cj Gunther

Maine, terrore mai visto

Il 25 ottobre ha sparato contro persone inermi in almeno tre luoghi diversi: una sala da bowling, un bar e un centro logistico di un supermercato Walmart. Poi si è dato alla fuga. Adesso è caccia all’uomo in tutto il Maine. Nella notte lo sceriffo della contea di Androscoggin, Eric Samson, ha riferito che le autorità hanno rinvenuto l’auto del sospettato, abbandonata circa 10 chilometri a sud di Lewiston.

In un messaggio su Facebook, l’ufficio dello sceriffo ha sollecitato tutte le attività commerciali a chiudere temporaneamente per l’intera durata delle operazioni di inseguimento per rintracciare e bloccare il killer. All’operazione sta partecipando anche la polizia statale, che ha invitato i residenti a rimanere in casa. Secondo un post su Facebook del Dipartimento di Polizia di Lewiston, Robert Card ha 40 anni e deve essere “considerato armato e pericoloso”. Le forze dell’ordine del Maine lo descrivono come un istruttore di armi da fuoco certificato e un membro delle riserve dell’esercito degli Stati Uniti.

Si cerca un’auto bianca

Le autorità locali hanno pubblicato la foto di un’automobile bianca, chiedendo ai cittadini di contattarli se avessero riconosciuto il veicolo. C’è chi ha dichiarato di aver notato la vettura a Lisbon, una cittadina a circa 8 miglia a sud-est da Lewiston. Le scuole intanto rimarranno chiuse, ha fatto sapere un funzionario del distretto scolastico.

Sono inorridito dagli eventi di Lewiston questa sera“, ha dichiarato il 25 ottobre in una nota Jared Golden, deputato federale al Congresso Usa per il Maine, nativo della città in cui è avvenuto il massacro. “È una situazione travolgente. Non abbiamo mai sperimentato nulla di simile“, ha testimoniato la signora Cynthia Hunter, che vive a Lewiston dal 2012. Lewiston fa parte della contea di Androscoggin e si trova a circa 35 miglia (56 chilometri) a nord della città più grande del Maine, Portland, nel nord-est degli Stati Uniti.

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Controlli di polizia dopo la strage a Lewinston, nel Maine (Usa). Foto Cj Gunther

Stragi senza fine negli Usa

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha ricevuto tutte le informazioni sul caso e ha parlato con diversi rappresentanti del Maine, tra cui la governatrice Janet Mills, offrendo tutto il sostegno federale necessario. Già nel maggio 2022, all’indomani della strage dei bambini a Uvalde in Texas, Biden aveva chiesto al Congresso misure drastiche contro la lobby delle armi, ma un anno e mezzo più tardi la situazione non è cambiata.

L’attuale strage di Lewiston è solo l’ultima in ordine di tempo di una lunga serie di massacri che negli Usa sembrano non finire mai. Si tratta infatti del 36° omicidio di massa dall’inizio di quest’anno. In questi fatti di sangue sono morte almeno 188 persone. Per gli Stati Uniti si tratta del secondo più alto numero di uccisioni di massa e di morti in un solo anno. Solo nel 2019 si era registrato un numero maggiore di eventi di questo tipo.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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