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Manovra, sgravio di 3mila euro per le lavoratrici mamme. Ma raddoppia l’Iva sugli assorbenti

Per le donne con 2 figli l'agevolazione fiscale dura fino ai 10 anni del bimbo più piccolo, per quelle con 3 bambini fino ai 18 anni del figlio minore

Sale a 91 articoli la manovra economico-finanziaria di bilancio del Governo Meloni. Nella prima bozza della legge c’è la conferma del taglio del cuneo fiscale con una proroga della misura attuale per tutto il 2024.

Macro capitoli per sanità, pensioni, Pubblica amministrazione, famiglia e tagli alla spesa pubblica, la cosiddetta spending review. Per Comuni e Regioni tagli di 600 milioni in 12 mesi. Confermato per il 2024, come detto, il taglio del cuneo contributivo. Sarà di 6 punti per i redditi fino a 35mila euro e di 7 punti per i redditi fino 25mila euro.

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Foto Twitter @Radio1Rai

Manovra e natalità

Per favorire la natalità, la bozza della manovra di bilancio prevede uno sgravio contributivo per le lavoratrici madri. Escluse le casalinghe a tempo pieno. Lo sgravio per favorire la natalità sarà  al “100%” fino a un “massimo di 3.000 euro annui“, senza limiti di reddito. Quindi per tutte le lavoratrici madri a esclusione del “lavoro domestico“. Lo sconto sui contributi per la quota a carico del lavoratore dipendente è legato al numero di figli. Per le mamme con due figli dura fino ai 10 anni del bimbo più piccolo, per chi ne ha tre lo sconto sui contributi dura più a lungo: fino ai 18 anni del figlio più piccolo.

Tampon, plastic e sugar tax

Il testo della manovra prevede inoltre l’aumento dell’Iva dal 5% al 10% per i prodotti per l’infanzia e per la cosiddetta tampon tax. In pratica latte in polvere e preparazioni per l’alimentazione dei bimbi, così come assorbenti, tamponi e coppette mestruali, passano tra i prodotti soggetti all’Iva al 10%. Con la legge dello scorso anno il Governo Meloni aveva ridotto dal 10% al 5% l’Iva sugli assorbenti femminili: adesso la vuole rialzare al valore precedente. La manovra conferma poi il congelamento per altri 6 mesi, fino a fine giugno, della plastic tax e della sugar tax. Le due imposte, introdotte con la manovra per il 2020 e mai entrate in vigore, dovrebbero scattare dal 1 luglio 2024, salvo ulteriori interventi.

Bonus nido

Nel testo della legge di bilancio si prevede l’incremento del bonus per pagare le rette agli asili nido pubblici e privati. Il bonus riguarda tuttavia soltanto i secondi figli nati dal primo gennaio 2024 in nuclei familiari con già un minore sotto i 10 anni. E con un tetto Isee di massimo 40mila euro. È “elevato a 2.100 euro” l’incremento del 2020 che ha innalzato da 1.500 euro a un massimo di 3.000 euro l’attuale beneficio.

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Foto @RaiNews

Quota 104 e Opzione Donna

Per quanto riguarda le pensioni arriva Quota 104 ‘penalizzata’ per la pensione anticipata con almeno 63 anni di età (erano 62 nel 2023) e 41 anni di contributi. Secondo la bozza della manovra chi deciderà di accedere alla pensione con questo strumento avrà una riduzione dell’importo relativo alla quota retributiva legato all’età di uscita. La manovra inoltre allunga la durata delle “finestre“, ovvero il tempo da attendere per avere la pensione una volta raggiunti i requisiti. Si passa da 3 a 6 mesi per il settore privato e da 6 a 9 mesi per il settore pubblico.

Le donne lavoratrici che hanno raggiunto almeno 35 anni di contributi entro il 2023 potranno accedere alla pensione con Opzione donna purché abbiano compiuto 61 anni, requisito ridotto di un anno per ogni figlio fino a un massimo di due. L’importo della pensione sarà ricalcolato interamente con il metodo contributivo. Restano le restrizioni previste nel 2023: bisogna essere disoccupate, care giver (cioè assistenti di persone malate o non più autosufficienti) o con una invalidità almeno del 74%. Così come la finestra mobile di un anno per le dipendenti e 18 mesi per le autonome una volta raggiunti i requisiti per ottenere l’assegno. La manovra del Governo Meloni si assesterà su circa 23 miliardi di importo complessivo.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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