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Israele pronta ad attaccare Gaza, Blinken vola a Tel Aviv

Ore drammatiche per il destino del Medio Oriente, dove non si può escludere un aumento dei conflitti armati in tutta l'area

A quasi una settimana dall’attacco militare in Israele da parte di Hamas, i cui miliziani hanno compiuto una strage di civili inermi senza precedenti per dimensioni ed efferatezza, a Tel Aviv arriva il segretario di Stato americano, Antony Blinken.    

Prima di incontrare il capo dell’Autorità palestinese, Abu Mazen, l’emissario di Joe Biden vedrà il primo ministro Benjamin Netanyhau, membri del Governo e il presidente di Israele, Isaac Herzog. Tutto nelle ore in cui Israele sta per attaccare Gaza penetrando nella Striscia, sebbene nulla sia stato ancora deciso formalmente.

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Blinken (a sinistra) con Netanyhau. Foto Twitter @FrancoScarsell2

Da varie parti del mondo, Stati Uniti compresi, non mancano tentativi di dissuadere gli israeliani dal voler mettere a ferro e fuoco la Striscia. Potrebbe rivelarsi una strada senza ritorno. Il Medio Oriente si infiammerebbe ancora di più, e siamo alla vigilia del venerdì di preghiera dei musulmani, il 13 ottobre, in vista del quale Hamas ha chiamato a raccolta le popolazioni arabe di tutto il mondo perché mostrino solidarietà ai palestinesi.

Migliaia di morti e feriti

Sale intanto ad almeno 1.200 morti e 5.600 feriti il bilancio delle vittime di 6 giorni di bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza. Gli sfollati, riferisce l’ONU, sono quasi 339mila. Tra gli israeliani, invece, sono 1.300 le vittime e 3.300 i feriti.

L’esercito di Israele si sta preparando per una possibile invasione di terra a Gaza, ma i leader politici della nazione non hanno ancora deciso, come detto. Il tenente colonnello Richard Hecht ha spiegato che le forze armate “si stanno preparando per una manovra di terra, se ci sarà“. Israele ha richiamato circa 360mila riservisti dell’esercito e ha minacciato una risposta senza precedenti alla sanguinosa incursione di Hamas avvenuta sabato 7 ottobre.

Riservisti al confine col Libano

L’esercito israeliano ha inoltre annunciato di aver dispiegato forze di riservisti lungo le città sul confine con il Libano. La mossa, è stato spiegato, è avvenuta nell’ambito del generale rafforzamento delle truppe nell’area nord del paese dopo la situazione di tensione con Hezbollah.

Quest’ultima, che organizzazione militare islamista e partito politico, ha i suoi rappresentanti nel Governo libanese ed è potentissima. Secondo molti osservatori è speculare ad Hamas nella Striscia di Gaza, tuttavia finora ha tenuto un profilo basso. “Queste forze stanno conducendo compiti di difesa” ha affermato l’esercito di Israele riguardo allo schieramento di forze al confine col Libano. I militari svolgeranno operazioni di pattugliamento e blocchi stradali. “Il tutto in modo da garantire la sicurezza dei residenti“.

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Gaza nel terrore per i bombardamenti di Israele. Foto Twitter @Agenzia_Ansa

Gaza senza luce, acqua e benzina

Ogni membro di Hamas è un uomo morto” ha minacciato Netanyahu, dopo l’annuncio del varo di un Governo d’emergenza nazionale per guidare Israele nella guerra a Gaza. La cui priorità assoluta è, almeno formalmente, quella di eliminare l’organizzazione paramilitare terroristica Hamas.

Per quanto riguarda il rapimento di alcune centinaia di persone dai kibbutz e dalla festa in musica vicino al confine, il 7 ottobre, tutti trasferiti nei bunker palestinesi di Gaza, Israele usa la mano forte. “Non sarà fornita elettricità, né acqua, né entreranno camion di benzina a Gaza finché gli ostaggi israeliani non torneranno a casa“. Lo ha detto il ministro dell’Energia, Israel Katz. “Umanitarismo per umanitarismo. E nessuno – ha aggiunto – ci può fare prediche sulla moralità“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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