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Israele, guerra a Gaza: “Hamas sarà distrutta”

In 5 giorni migliaia di morti da una parte e dall'altra dopo l'attacco dei miliziani palestinesi. Molti israeliani furibondi contro il Governo Netanyhau

A due giorni dalla proclamazione dello stato di guerra nel Paese, l’esercito di Israele annuncia “un incremento degli attacchi verso la Striscia di Gaza“. La città è sotto costante bombardamento da 5 giorni.

Ovvero da quando, il 7 ottobre, i miliziani palestinesi dell’organizzazione terroristica Hamas sono entrati all’alba in territorio israeliano massacrando centinaia di civili inermi, e portando via con sé numerosi ostaggi, forse 300. Si è trattato di un’aggressione senza precedenti nella storia dello Stato di Israele (nato nel 1948), aggravata dal lancio di migliaia di razzi contro le città israeliane comprese la capitale Tel Aviv e Gerusalemme.

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Gaza bombardata da Israele. Foto Twitter @ragipsoylu

Duemila morti fra israeliani e palestinesi

Israele va dunque con sempre maggiore decisione verso un’operazione di terra nella Striscia di Gaza e conferma di aver dispiegato oltre 300mila soldati al confine. E avverte: “La massima priorità è quella di eliminare i comandanti di Hamas“. Si apprende intanto che gli Stati Uniti intendono predisporre un ‘corridoio’ di terra per far fuggire i civili dalla guerra. In Israele continua da 5 giorni la triste conta delle vittime dell’attacco del 7 ottobre: oltre 1.200 persone. Fra questi ci sono anche, spiega Israele, dei bambini e 3mila feriti. La reazione durissima contro Gaza, da dove sono giunti i miliziani di Hamas, ha già provocato oltre 900 morti e 4.600 feriti tra i palestinesi.

Israele: “Distruggeremo Hamas

Quello che stiamo facendo in queste zone vicine alla Striscia è che abbiamo inviato e schierato la nostra fanteria, i nostri soldati corazzati, il nostro corpo di artiglieria e molti altri soldati delle riserve: 300.000 in tutto“, ha spiegato il portavoce delle Forze di difesa israeliane Jonathan Conricus. “E questo per garantire che Hamas, alla fine di questa guerra non avrà alcuna capacità militare con cui minacciare o uccidere i civili israeliani“. Secondo fonti palestinesi, l’esercito israeliano ha attaccato la casa del comandante militare di Hamas, Mohammed Deif, a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, uccidendo suo padre, suo fratello, suo figlio e altri parenti.

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Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu (a sinistra). Accanto a lui il ministro della Difesa Yoav Galant. Foto Ansa/Epa Amos Ben Gershom

Gli Usa e l’Egitto

In questo contesto di assedio totale a Gaza, secondo l’emittente americana Nbc gli Stati Uniti si stanno coordinando con altri Paesi per un creare un corridoio umanitario che consenta ai civili palestinesi e agli americani che vogliono scappare dalla guerra di farlo. Il corridoio sarebbe un percorso via terra a sud di Gaza in direzione dell’Egitto. Durante la loro ultima conversazione telefonica, il presidente americano Joe Biden ha chiesto al premier israeliano Benjamin Netanyahu di rendere minimo il numero di vittime civili a Gaza.

Israele, il papà di una rapita chiede pace

Tornando a Israele, fra i molti video che fanno il giro del mondo attraverso i social media, se staglia uno in particolare. Quello in cui, intervistato dalla tv, parla Jacob Argamani, papà di Noa, una ragazza rapita da Hamas il 7 ottobre. “Facciamo pace con i nostri vicini in ogni modo possibile. Voglio che ci sia pace; voglio che mia figlia torni. Basta guerre. Anche loro hanno vittime, prigionieri, madri che piangono. Siamo due popoli per un solo Padre. Facciamo pace“.

Netanyahu si dimetta

Si fanno inoltre sempre più incandescenti le polemiche di una parte della stampa israeliana contro il premier Benjamin Netanyahu. Il quotidiano Haaretz ha impostato una campagna per chiedere le dimissioni del capo del Governo di Tel Aviv, accusato di essere il responsabile della disfatta senza precedenti che ha portato al massacro del 7 ottobre da parte di Hamas. E chiede inoltre che Israele non ripeta errori del passato compiendo vendette sproporzionate in grado solo di avvitare il Paese nella spirale della violenza e della rappresaglia. Non solo. Anche alcuni cittadini del sud del Paese, la zona in cui sono avvenuti i massacri perpetrati da Hamas, sono infuriati con il Governo che, a loro giudizio, è corresponsabile delle uccisioni dei loro familiari e chiedono che Benjamin Netanyahu se ne vada.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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