In calendario dal 10 al 12 dicembre 2023, fra 2 mesi circa, si svolgeranno in Egitto le elezioni presidenziali. L’attuale presidente, Abdel Fattah al Sisi, 68 anni, ha annunciato la sua ricandidatura ma appare difficile, per non dire impossibile, che i suoi avversari lo scalzino tramite elezioni democratiche. Al Sisi ha governato e governa il paese in modo autoritario e in Occidente lo si considera sostanzialmente un dittatore. 

Il padre-padrone dell’Egitto è in carica dal 2014 ed è attualmente al suo secondo mandato presidenziale. Ha annunciato che si candiderà alle elezioni di dicembre, che in realtà si svolgeranno alcuni mesi prima rispetto a quanto ipotizzato in precedenza. La candidatura di al Sisi non è particolarmente sorprendente. Anzi è assolutamente scontata, sebbene finora il presidente non avesse mai espresso pubblicamente la propria intenzione di correre per un terzo mandato.

Il presidente egiziano al Sisi. Foto Ansa/Epa Justin Lane

L’Egitto verso il voto

Nel suo decennio di potere quasi assoluto, al Sisi ha trasformato l’Egitto in un paese sempre più autoritario. Alle precedenti elezioni presidenziali del 2018 era stato rieletto nell’ambito di una competizione apparsa agli occhi di molti osservatori una messa in scena tutt’altro che autentica. Le forze politiche di opposizione al regime avevano chiesto ai cittadini di boicottare le elezioni, e inoltre diversi candidati rivali di al Sisi avevano subìto pressioni così forti da vedersi costretti a rinunciare alla gara presidenziale.

La legge dell’Egitto consente dunque ad al Sisi di candidarsi per un terzo mandato. Il fatto, pressoché scontato, di riuscire a vincere anche le prossime elezioni gli permetterebbe di restare in carica fino al 2030. Ovvero come previsto dalla modifica alla Costituzione egiziana che al Sisi ha fatto approvare tramite un referendum nel 2019. L’autorità elettorale nazionale ha dichiarato inoltre di aspettarsi che i risultati del primo turno elettorale siano noti entro il 23 dicembre 2023, quindi entro un paio di settimane dal voto. Nell’eventualità di un improbabile ballottaggio, il secondo turno si terrebbe entro la data del 16 gennaio 2024.

Chi sfiderà al Sisi

Oltre ad al Sisi, ci sono 7 personalità politiche in Egitto che hanno rivelato il proprio progetto di competere alle prossime elezioni presidenziali. Lo racconta la versione inglese del sito del quotidiano Al-Ahram. Questi candidati sono innanzitutto Abdel-Sanad Yamama, capo del partito Wafd (Delegazione, uno dei più antichi partiti dell’Egitto) e Fouad Badrawi, ex deputato e membro del Consiglio superiore del partito Wafd. Poi anche Hazem Omar, capo del Partito repubblicano popolare, e Ahmed El-Fadaly, presidente del Partito Democratico della Pace. E infine Ahmed Tantawi, ex deputato ed ex capo del partito di sinistra Al-Karama (Dignità), Gameela Ismail, presidente del partito liberale Dostour (Costituzione), e Farid Zahran, presidente del Partito socialdemocratico egiziano di sinistra.

Il leader del partito Al-Wafd, Abdel-Sanad Yamama. Foto Twitter @EgyptianStreets

O Dio, se qualcuno ne è più degno di me, allora prego che tu gli conceda il successo e lo aiuti” le parole che al Sisi ha pronunciato al termine dell’annuncio della sua candidatura. “Ma se sono io che ne sono degno, allora prego che tu mi conceda il successo e mi aiuti. Che io possa essere quello più degno di questo“. Il dittatore dell’Egitto, che lo scorso 19 luglio aveva graziato Patrick Zaki anche a causa delle proteste di parte della società egiziana contro la reclusione del ricercatore dell’Università di Bologna, ha quindi incoraggiato tutti gli elettori a partecipare al voto. Anche se non sceglieranno di sostenerlo, aggiungendo che sarebbe onorato di vedere un’alta affluenza alle urne. “Voglio che mostriate al mondo che in Egitto esiste la volontà del popolo, non solo quella del governante” ha sottolineato.