La premier italiana Giorgia Meloni ha parlato per 15 minuti all’ONU, tornato al centro dell’attenzione mediatica mondiale per l’Assemblea generale in corso al Palazzo di Vetro di New York. Il capo del Governo italiano ha puntato l’attenzione su Africa, migranti e Intelligenza Artificiale. Il 20 settembre si è svolto anche il Consiglio di Sicurezza, in cui siedono i 5 membri permanenti con potere di veto – Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna (i vincitori della Secondo Guerra Mondiale) – più 10 membri non permanenti, a rotazione.

Di fronte all’Assemblea, Meloni ha respinto l’uso della forza come mezzo per risolvere le controversie internazionali, condannando l’aggressione russa in Ucraina. “L’Italia ha scelto chiaramente da che parte stare. Lo ha fatto per senso di giustizia. Lo ha fatto perché è consapevole di quanto sarebbe difficile governare un mondo nel quale ha la meglio chi bombarda le infrastrutture civili sperando di piegare un popolo con il freddo e il buio, chi utilizza come arma l’energia e ricatta le nazioni in via di sviluppo impedendo di esportare il grano“.

Giorgia Meloni all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York il 20 settembre 2023. Foto Ansa/Chigi Filippo Attili

Meloni e l’Africa

Ma il suo discorso all’ONU è ruotato anche attorno al tema delle migrazioni dal Sud del mondo. Meloni ha ricordato il “diritto a non emigrare” e la lotta ai trafficanti di esseri umani. L’Africa non è in sé un continente povero ma è un continente sfruttato, ha detto Meloni. “Spesso l’approccio è stato predatorio, e ciononostante perfino paternalistico. Occorre invertire la rotta“. Occorre “offrire un’alternativa seria al fenomeno della migrazione di massa, un’alternativa fatta di lavoro, formazione, opportunità nelle nazioni di provenienza. E percorsi di migrazione legale e concordata e dunque anche integrabile. Saremo i primi a dare il buon esempio con il Piano Mattei per l’Africa“.

Meloni ha quindi puntato l’indice contro i trafficanti di esseri umani. “Sono i trafficanti di esseri umani – ha sostenuto la presidente del Consiglio – che organizzano la tratta dell’immigrazione illegale di massa. Illudono che affidandosi a loro chi vuole migrare troverà una vita migliore, si fanno pagare migliaia di dollari per viaggi verso l’Europa che vendono con le brochure come fossero normali agenzie di viaggio. Ma su quelle brochure non scrivono che quei viaggi troppo spesso conducono alla morte, a una tomba sul fondo del Mar Mediterraneo“.

E allora, chiede all’ONU, “davvero una organizzazione come questa, che afferma nel suo atto fondativo ‘la fede nella dignità e nel valore della persona umana’ può voltarsi dall’altra parte di fronte a questo scempio?“. Per questo, Meloni si dice “convinta che sia dovere di questa organizzazione rifiutare ogni ipocrisia su questo tema e dichiarare una guerra globale e senza sconti ai trafficanti di esseri umani“.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres con Meloni. Foto Ansa/Chigi Filippo Atili

C’è bisogno di un’algoretica

Parte del discorso della premier ha riguardato inoltre i rischi dell’Intelligenza Artificiale. Occorre, per Giorgia Meloni, “un’algoretica. Servono meccanismi di governance globale capaci di assicurare che queste tecnologie rispettino barriere etiche. E che l’evoluzione della tecnologia rimanga al servizio dell’uomo e non viceversa. Serve dare applicazione pratica al concetto di ‘algoretica’, ovvero dare un’etica agli algoritmi“. In chiusura un cenno alla riforma degli organismi ONU: “L’Italia sostiene la necessità di una riforma del Consiglio di Sicurezza che lo renda più rappresentativo, trasparente ed efficace. Che garantisca una distribuzione geografica dei seggi più equa e rafforzi anche la rappresentanza regionale“.

La presidente del Consiglio italiana ha partecipato al dibattito al Consiglio di Sicurezza dell’ONU dove ha ascoltato gli interventi principali, tra cui quello del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha poi incontrato a margine del meeting. Al termine, riferisce una nota, la premier ha avuto una serie di incontri bilaterali, fra cui quelli con i suoi omologhi di Ruanda, Kenya, Malawi, Algeria e Canada.