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Ucraina, Zelensky all’ONU: “Putin come Hitler”. Erdogan: “La guerra sarà lunga”

Per la prima volta dall'invasione della Russia il presidente ucraino parlerà all'Assemblea e chiederà il sostegno del mondo per "fermare la Russia"

La guerra in Ucraina dura ormai da quasi 19 mesi senza interruzione, mentre il presidente Volodymyr Zelensky è arrivato a New York dove parteciperà all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. “Ringrazierò gli Usa per il sostegno” ha fatto sapere, sottolineando nuovamente la necessità di “fermare Putin“, che “è come Hitler“.

Il leader ucraino ha inoltre spiegato che presenterà all’ONU una “proposta contro le aggressioni“. Le forze armate di Kiev hanno intanto annunciato la liberazione di Klishchiyivka, e per il segretario della NATO, Jens Stoltenberg, “Kiev ha lanciato una controffensiva che tutti ovviamente speravamo sarebbe stata più spedita, ma che sta gradualmente guadagnando terreno“. Tanto che Kiev annuncia di aver rotto la linea difensiva russa in direzione di Bakhmut.

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Da sin., Erdogan e Zelensky. Foto Ansa/Epa/VelvetMag

La guerra vista dalla Turchia

Le cose tuttavia non appaiono così positive per il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan. “È abbastanza ovvio che” la guerra in Ucrainadurerà a lungo” ha infatti dichiarato il ‘sultano’ nel corso di un’intervista alla televisione statunitense Pbs. “Vorremmo essere fiduciosi sul fatto che la guerra possa finire al più presto e Putin, effettivamente, è dell’opinione di far finire il conflitto quanto prima“, ha aggiunto Erdogan. Il presidente turco ha quindi affermato di credere “alle osservazioni” di Putin. Secondo Erdogan “è impossibileprevedere quando la guerra avrà fine, in quanto “solo i leader delle due parti possono dirlo“.

Zelensky all’ONU

Da parte sua Volodymyr Zelensky si rivolgerà di persona all’assemblea generale delle Nazioni Unite, martedì 19 settembre, per la prima volta dall’invasione della Russia del 24 febbraio 2022. Il presidente dell’Ucraina ha visitato all’ospedale universitario di Staten Island alcuni soldati ucraini curati per le amputazioni in guerra. In un tweet, Zelensky ha poi affermato che “l’Ucraina presenterà agli Stati membri dell’ONU una proposta concreta su come rafforzare il principio dell’integrità territoriale e migliorare la capacità delle Nazioni Unite di contrastare e fermare le aggressioni“.

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Vera Chernukha, 73 anni, accanto alla sua casa danneggiata dalla guerra nel paese di Dementievka, a circa 8 chilometri dal confine con la Russia, nella regione di Kharkiv, Ucraina. Foto Ansa/Epa Sergey Kozlov

La Spagna e l’Ucraina nella Ue

Mentre ci si avvicina all’autunno, dunque, la guerra va avanti e la Spagna fa sapere che sosterrà l’adesione dell’Ucraina all’Unione europea. Lo ha detto il ministro degli Esteri di Madrid, José Manuel Albares, in un punto stampa congiunto con il vicepremier ucraino, Olha Stefanishyna, al suo arrivo al Consiglio Affari generali di Bruxelles. “La presidenza spagnola dà la massima importanza a tutto ciò che riguarda l’Ucraina, in particolare all’adesione dell’Ucraina all’Unione europea“, ha detto. “Vogliamo che l’Ucraina entri al più presto nella famiglia europea“.

Per tornare alla situazione nelle zone di guerra, c’è da rilevare che, stando a quanto riporta il quotidiano britannico The Guardian, una nave da carico che trasporta grano ha lasciato il porto ucraino di Chornomorsk sul Mar Nero. Si tratta di un fatto rilevante perché è la prima volta che il commercio del grano ucraino riprende, via mare, dopo la sospensione dell’accordo da parte della Russia, lo scorso 17 luglio. In agosto l’Ucraina aveva annunciato un “corridoio umanitario” nel Mar Nero per aggirare il blocco. Di fatto, dopo che la Russia ha abbandonato l’accordo che consentiva a Kiev di esportare cereali, è divenuto sostanzialmente impossibile transitare via mare verso il resto del mondo per gli ucraini.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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