Isabel Allende torna in libreria con “Il vento conosce il mio nome”
Violenza, razzismo, solitudine: questi sono i temi che uniscono Samuel e Anita, due bambini protagonisti del nuovo romanzo di Isabel Allende
Si intitola Il vento conosce il mio nome l’ultimo romanzo di Isabel Allende. L’autrice cilena torna in libreria con un nuovo volume che racconta una storia di coraggio, solitudine, violenza e razzismo attraverso due bambini che, seppur in epoche diverse, hanno tentato di farcela pur lontani dalle famiglie.
Isabel Allende è di ritorno in libreria con un nuovo romanzo. Si intitola Il vento conosce il mio nome ed è una storia che intreccia le vite di Samuel e Anita. Lui è un bambino ebreo sopravvissuto alla Notte dei cristalli. Lei invece è una bambina salvadoregna in cerca di rifugio.
Scrittrice cilena con alle spalle un numero considerevole di romanzi pubblicati e tradotti in oltre 40 paesi, con più di 74 milioni di copie vendute in tutto il mondo Isabel Allende propone una nuova storia sia ai lettori più affezionati che a chi ancora non conosce la sua penna. Protagonisti sono due bambini in epoche diverse costretti ad affrontare le stesse ingiustizie: razzismo, violenza, sradicamento e solitudine. L’autrice racconta di Samuel nella Vienna nazista e di Anita in fuga dalle violenze de El Salvador. Entrambi cercano un nuovo inizio e lottano per la sopravvivenza.
Isabel Allende, di cosa parla Il vento conosce il mio nome e perché leggerlo
La vita può essere imprevedibile e sorprendere quando intreccia il destino di due persone nate in contesti diversi. La trama di Il vento conosce il mio nome parte dal 1938 con un bambino ebreo di sei anni, Samuel Adler, che sopravvive alla Notte dei cristalli e scappa da Vienna grazie a sua madre, che lo mette su un treno che lo porterà in Inghilterra. Senza famiglia, Samuel riuscirà a costruirsi una nuova vita fatta di musica (non si separa mai dal suo violino) e tremenda incertezza mista a solitudine.
Nel 2019, invece, è Anita Diaz a salire su un treno con la madre destinazione Arizona per sfuggire ad un altro pericolo imminente ne El Salvador. La bambina, sette anni, cerca rifugio negli Stati Uniti ma il suo arrivo coincide con una nuova politica di separazione famigliare e così finisce da sola in un centro di accoglienza. Nonostante a dividerli ci sia un secolo di storia, Samuel e Anita sono uniti da un destino molto simile, entrambi alla ricerca della propria famiglia nella speranza di riabbracciarla e nel contempo sopravvivere alla solitudine. Isabel Allende intreccia passato e presente nel suo romanzo ed evidenzia due temi importanti. Da un lato parla della tragedia del nazismo in Austria, dall’altra della violenza de El Salvador.
“È sempre in atto una guerra contro le donne. Il patriarcato si mantiene al potere trattando le donne da cittadini di seconda classe. Qualcosa che succede da migliaia di anni, tuttavia oggi combattiamo, e possiamo accelerare il cambiamento, perché siamo più informate, più istruite e connesse. Non dobbiamo dimenticare però che tutto quello che conquistiamo possiamo perderlo altrettanto velocemente, basta guardare all’Afghanistan, dove con il ritorno dei talebani i diritti acquisiti dalle donne in 20 anni sono andati subito persi. Dobbiamo sempre vigilare. Stiamo progredendo ma è un processo lento“, queste le parole dell’autrice cilena ad Ansa.