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Ucraina, Kiev: “Abbiamo sfondato le linee russe a Zaporizhzhia”

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Il vertici militari dell’Ucraina sostengono di avere successo nella controffensiva contro gli invasori russi. Le notizie sono contraddittorie perché fino a pochi giorni fa dagli Stati Uniti trapelava pessimismo sulle sorti del contrattacco in atto da giugno. Un’avanzata lenta e difficile, in primo luogo a causa delle difese russe, ma che adesso avrebbe invece “sfondato“, almeno in alcune zone. 

Così afferma il generale Oleksandr Tarnavskiy, uno dei più alti ufficiali delle forze armate di Kiev, facendo il punto sull’avanzata nella regione di Zaporizhzhia, nodo cruciale del conflitto. “L’importante risultato è stato raggiunto dopo settimane di scrupoloso sminamento. Ora ci aspettiamo di avanzare più rapidamente“, dice il generale, prospettando ora possibilità di progressi ancor più rapidi.

Le forze ucraine hanno sfondato la prima linea difensiva della Russia vicino a Zaporizhzhia. Foto Twitter @IuliiaMendel

“Le linee russe cedono”

Mosca, dice il militare, non si aspettava che le forze armate dell’Ucraina superassero il primo sbarramento. La Russia, in sintesi, ha dedicato il 60% delle proprie risorse nella regione alla costruzione della prima linea. Il resto di mezzi e uomini si divide fra seconda e terza linea. Alle spalle dello sbarramento iniziale, che alla fine ha ceduto, non ci sono ostacoli insormontabili.

Ora siamo tra la prima e la seconda linea di difesa russa. Le forze ucraine stanno consolidando la loro posizione sul territorio conquistato negli ultimi combattimenti“, aggiunge Tarnavskiy. A rendere le operazioni difficili “un vasto campo minato che ha intrappolato le nostre truppe per settimane, mentre si tentava di liberare una strada“. Tuttavia adesso il quadro è cambiato.

Ci stiamo concentrando sulla distruzione delle unità che offrono copertura alla ritirata delle truppe russe tra le prime due linee“, spiega. I soldati di Mosca adesso “restano semplicemente ad aspettare l’esercito ucraino. Mosca sente la pressione, lo dimostra il fatto che abbia ridistribuito le truppe nell’area delle linee del fronte. Si tratta di riserve che non arrivano solo da altre zone dell’Ucraina ma anche dalla Russia. Prima o poi i russi non avranno più a disposizione i reparti migliori. Questo ci darà lo slancio per attaccare con maggior forza e più velocemente“, conclude il generale.

In occasione della Giornata dell’Indipendenza ucraina, il 24 agosto, il Colosseo è stato illuminato con i colori della bandiera di Kiev. Foto Ansa

Kiev abbatte i droni russi

La guerra in Ucraina continua senza sosta, dunque. Nella notte del 3 settembre le forze di Kiev avrebbero distrutto 22 droni russi nei distretti meridionali della regione di Odessa. Lo riferisce l’aeronautica ucraina secondo quanto riferisce Ukrainska Pravda. Complessivamente sono stati lanciati 25 droni Shahed-136/131. A seguito dell’attacco contro un’infrastruttura portuale due persone sono rimaste ferite, riferisce Ukrinform che cita Serhiy Bratchuk, portavoce dell’Esercito volontario ucraino ‘Sud’. “Nella regione di Odessa sfortunatamente l’infrastruttura portuale è stata colpita ed è scoppiato un incendio che i vigili del fuoco hanno prontamente spento“, ha detto sul proprio canale Telegram. Secondo Bratchuk due dipendenti civili del porto, sarebbero rimasti feriti.

Nella regione di Donetsk, a seguito degli attacchi russi, due persone sono rimaste uccise e altre due sono rimaste ferite, riferisce Ukrainska Pravda. Gli occupanti russi hanno inoltre lanciato il 2 settembre 49 attacchi aerei e due attacchi missilistici sull’Ucraina. Ci sono vittime tra la popolazione civile, riferisce ancora Ukrainska Pravda che cita lo Stato maggiore delle forze armate dell’Ucraina. “A seguito degli attacchi russi, purtroppo, si sono registrati morti e feriti tra la popolazione civile. Edifici residenziali e altre infrastrutture civili sono stati distrutti“, riferisce lo Stato maggiore.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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