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Usa, Trump show (su cauzione): “Domani mi arresteranno”

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Arriverà giovedì 24 agosto, con l’arresto di Donald Trump, il giorno più spettacolare della campagna elettorale per le presidenziali Usa 2024. Imputato nel processo contro i presunti tentativi di sovvertire l’esito elettorale del 2020 in Georgia, il tycoon si consegnerà all’ora del prime time televisivo così da attirare maggiore attenzione.

Lo ha confermato lo stesso ex presidente degli Stati Uniti con un post sulla sua piattaforma social Truth. A dare la notizia anche il quotidiano inglese The Guardian, secondo cui sono stati i legali di Trump a negoziare con gli inquirenti per ottenere che l’arresto avvenga in orario serale, in modo che diventi uno show a uso di propaganda.

L’ex presidente degli Stati Uniti Donald J. Trump. Foto Ansa/Epa Justin Lane

Trump: “Io arrestato dalla sinistra

D’altra parte il giudice ha ottenuto il sì a una cauzione che per Trump sarà di 200mila euro. Pagata quella, il candidato ‘battitore libero’ alle prossime presidenziali potrà tornare a casa. Di certo per lui si tratterà di una passerella televisiva altamente impattante sui suoi sostenitori, che otterrà, secondo molto osservatori, esattamente l’effetto opposto a quello che la magistratura si attenderebbe. Ovvero di galvanizzare i seguaci del tycoon che da anni si dipinge come “un perseguitato” della giustizia, vittima di una “caccia alle streghe“.

Ci avreste mai creduto? Giovedì andrò ad Atlanta, Georgia, mi arresterà un procuratore distrettuale radicale di sinistra, Fani Willis” ha scritto Trump sul social Truth. L’ex presidente e gli altri 18 imputati nello stesso procedimento hanno tempo fino a venerdì 25 agosto per presentarsi ai giudici in base alla cosiddetta legge Rico sulla criminalità organizzata e il racket.

Le inchieste a carico del tycoon

Intanto si è già costituito uno degli imputati, Scott Hall, un osservatore elettorale pro Trump. I magistrati lo accusano di aver violato l’ufficio elettorale di una contea. Per la cauzione è di ‘soli’ 10mila dollari. Le indagini a carico di Donald Trump sono parecchie. I capi di imputazione che derivano da ciascuna di esse si contano a decine.

Poliziotti davanti agli uffici del procuratore della Georgia, Fani Willis, che ha incriminato Trump. Foto Ansa/Epa Erik S. Minore

L’ex presidente è, ad esempio, sotto processo per aver fomentato l’assalto al Campidoglio, al sede del Congresso degli Stati Uniti, il 6 gennaio 2021. In quell’occasione migliaia di suoi sostenitori, per protestare contro l’imminente proclamazione di Biden a presidente dopo il voto del novembre 2020, fecero irruzione al Congresso. Forzarono il blocco di polizia e devastarono gli uffici di alcuni parlamentari. Ci furono feriti, circa 50 arresti e 5 morti, compreso un agente delle forze dell’ordine.

Un teste ha ritrattato contro Trump

L’indagine sulle carte segrete che Trump si portò via dalla Casa Bianca, al termine del suo mandato, nel 2020, è una delle altre tegole cadute sul capo del tycoon. Un dipendente dell’ex presidente, incaricato del monitoraggio delle telecamere di sicurezza della residenza di Mar-a-Lago ha ritrattato la sua testimonianza. L’uomo aveva inizialmente testimoniato di non essere al corrente di tentativi di Trump di cancellare i video di Mar-a-Lago. Il tycoon è il primo ex presidente della storia americana ad affrontare accuse federali. Sul caso delle carte segrete sono 7 i capi d’accusa. Fra questi la violazione dell’Espionage Act per aver trattenuto volontariamente documenti legati alla difesa nazionale e non averli consegnati ai responsabili.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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