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Incendio all’Isola d’Elba, centinaia di turisti in fuga

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Un vasto incendio, spinto dal vento forte, ha interessato l’Isola d’Elba (Livorno) nella notte fra il 21 e il 22 agosto. Le fiamme hanno colpito in particolare il territorio di Rio nell’Elba. In totale sono bruciati finora 14 ettari di boschi. Per precauzione soccorritori e vigili del fuoco hanno organizzato l’evacuazione di 700 persone dal camping Village Canapai e da alcune abitazioni.

In 150, fra turisti e residenti, hanno ricevuto ospitalità in strutture comunali. Le restanti hanno trovato una sistemazione in autonomia. Al mattino del 22 agosto, hanno riferito i vigili del fuoco della Toscana, il rogo era in fase di contenimento. Si prevede che nell’arco della giornata tutte le persone che hanno dovuto abbandonare gli alloggi possano farvi rientro senza problemi.

L’incendio scoppiato a Ortano nel comune di Rio nell’Elba. Foto Ansa

Canadair per domare l’incendio

L’incendio, come si spiega dalla sala della Protezione civile regionale, si è sviluppato nella notte in un’area boschiva in località San Felo. Il fronte delle fiamme si è rapidamente esteso a causa delle forti raffiche di vento, minacciando, si spiega ancora, un’abitazione. I vigili del fuoco sono subito intervenuti sul posto. Dalla mattina di martedì 22 agosto sono entrati in azione 3 elicotteri della Regione, a cui si sono aggiunti due aerei Canadair.

L’estate 2023 è, come sempre in Italia, un’ennesima estate di incendi devastanti e perlopiù dolosi. I cambiamenti climatici, che pure esistono e provocano sempre di più effetti anche mortali sulla vita degli italiani (si pensi all’alluvione dell’Emilia Romagna) in questo caso c’entrano poco. Come forse emergerà anche per l’incendio dell’Isola d’Elba (ma le cause si devono ancora accertare) c’entrano invece i criminali piromani. Si tratta di persone che appiccano incendi per svariate ragioni: dal raptus di follia personale alla lucida pianificazione a tavolino, innescando le fiamme per distruggere.

Roghi in Sardegna e Sicilia

Lo dimostra il fatto che il 7 agosto sono emersi alcuni inneschi di incendio in Sardegna. L’isola è rimasta devastata per giorni da roghi esplosi al nord come al sud del suo territorio. Da Siniscola nel Nuorese a Quartu Sant’Elena nel Cagliaritano. In Sicilia, intanto, il 7 agosto un vasto incendio ha seminato distruzione in un’area ricompresa tra Floridia e Canicattini Bagni, nel Siracusano. In particolare il rogo è divampato tra contrada Monasteri e Spinagallo distruggendo ettari di vegetazione e macchia mediterranea. L’alta colonna di fumo che è sorta dall’incendio è rimasta ben visibile a diversi chilometri di distanza. Vigili del fuoco, Forestale e Protezione civile sono stati a lungo impegnati al lavoro per domare le fiamme.

Estate di incendi in Italia. Molti roghi sono dolosi. Foto Ansa

In Sardegna, come sopra accennato, è dolosa la maggior parte degli incendi che domenica 6 agosto hanno devastato l’isola. Sono centinaia gli ettari di boschi e vegetazione che sono andati in fumo. E almeno 600 le persone che le autorità hanno fatto evacuare da abitazioni, resort, ristoranti e strutture alberghiere, quel giorno. Un fuggi fuggi si è verificato anche dalle spiagge dove un incendio ha minacciato turisti e bagnanti. La natura dolosa è certa. Lo hanno verificato senza ombra di dubbio gli agenti della Forestale per alcuni roghi divampati nel sud dell’Isola e a Gairo, nel Nuorese. Lì si sono ritrovati degli inneschi che testimoniano l’azione volontaria. E ora è caccia ai piromani.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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