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Elon Musk: “X potrebbe fallire”

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Il patron di Twitter – che ora si chiama X – Elon Musk, lancia l’allarme e ammette che la sua creatura “potrebbe fallire“. “La triste verità è che non ci sono grandi social network al momento. Noi potremmo fallire, come molti hanno previsto, ma proveremo fino alla fine” ha affermato il miliardario americano.

L’ammissione di Musk, sempre che non si tratti soltanto di uno dei suoi colpi di teatro, è arrivata a commento di un problema tecnico. Le foto che gli utenti di Twitter hanno postato sul social media prima del dicembre 2014 rischiano infatti di essere cancellate per sempre dalla piattaforma.

Elon Musk. Foto Ansa/Epa Ludovic Marin

“Musk vuole risparmiare”

Il problema tecnico a cui Musk ha fatto riferimento ha determinato la rimozione di immagini e collegamenti su tutti i post pubblicati prima di dicembre 2014. I post mostravano collegamenti interrotti invece delle immagini e dei video presenti in precedenza. Tra gli utenti che hanno notato il problema, Tom Coates, esperto in Product Strategy, lo ha segnalato collegandolo a un “epico vandalismo di Musk“, ha scritto il quotidiano inglese The Guardian. E suggerendo che potrebbe trattarsi di un esercizio di risparmio sui costi.

Tra i contenuti rimossi, il noto selfie degli Oscar della conduttrice Ellen DeGeneres, del 2014, poi recuperato. È rimasto invece, senza problemi, il tweet virale di Barack Obama, postato dopo la vittoria del 2012. Problema di costi? C’è stato chi, come Coates, ha ipotizzato che il problema sia stato determinato volutamente per risparmiare sui costi di archiviazione dati. Altri lo hanno invece attribuito alle modifiche portate alla piattaforma nel 2016, quando tecnici e ricercatori  avevano aggiunto un “arricchimento URL avanzato“. Ovvero un cambiamento utile a mostrare anteprime per siti web collegati e allegati, oltre il limite di 140 caratteri dell’azienda.

Il problema tecnico si è rivelato dopo che Musk ha deciso di rallentare l’accesso ad altre piattaforme di social media. Fra cui le piattaforme di Meta, Threads e Instagram, la scorsa settimana.

Via il blocco degli utenti molesti

E adesso, dopo avere cambiato il nome di Twitter in X, Elon Musk annuncia una nuova rivoluzione sul social network. Presto gli utenti non potranno più impedire ad altri account di vedere il proprio profilo, commentare o seguirlo. Non esisterà più, in pratica, la funzione di blocco, che tra l’altro c’è in tutte le piattaforme social. Il magnate e proprietario di X lo ha reso noto rispondendo a un tweet sull’account di Tesla.

Il nuovo logo X di Twitter. Foto Ansa/Etienne Laurent

Il blocco non ci sarà più come ‘funzionalità’, a eccezione dei messaggi diretti“, ha scritto Musk. La funzione di blocco presenta alcuni vantaggi, come quello di impedire a un account considerato molesto di seguire il proprio profilo e commentare i relativi tweet. Il patron di X ha però annunciato che questo non sarà più possibile. La novità sta suscitando un dibattito. In molti hanno fatto notare che la possibilità di bloccare altri utenti è una tra le condizioni previste affinché la app X sia presente sull’App Store di Apple e sul Play Store di Google. L’eventuale rimozione di questa funzione potrebbe creare problemi alla permanenza dell’app sugli smartphone e su altri dispositivi mobili.

Elon Musk ha spiegato che sarà ancora possibile silenziare altri account, cioè chiedere alla piattaforma di non mostrare i tweet di un altro utente senza smettere di seguirlo o bloccarlo. A chi vorrà impedire che il proprio profilo sia visibile da altri non resterà che impostarlo come account privato, in modo che i propri tweet siano visibili solo a una lista precisa di utenti.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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