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Emergenza clima, in Antartide manca una quantità di ghiaccio grande come l’Argentina

Nel continente del Polo Sud è inverno ma il ghiaccio non si sta riformando adeguatamente. Fra le cause c'è il surriscaldamento terrestre

Un nuovo dato sconvolgente sull’emergenza climatica globale arriva dall’Antartide. Secondo i calcoli degli scienziati nel continente del Polo Sud manca una quantità di ghiaccio marino delle dimensioni dell’Argentina.

Un paragone equivalente è quello che si può fare considerando che la superficie di ghiaccio mancante in Antartide è pari alla somma delle superfici di Texas, California, New Mexico, Arizona, Nevada, Utah e Colorado. Gli scienziati stanno cercando di capire perché si sta registrando un’anomalia di queste proporzioni, scrive la Cnn. Non è infatti chiaro cosa stia accadendo.

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Un’immagine del continente antartico. Foto Twitter @NatureforHuman

Antartide, inverno con poco ghiaccio

Mentre l’emisfero settentrionale del nostro pianeta è soffocato da un’ondata di caldo da record, molto più a Sud, nel cuore dell’inverno dell’Antartide, si infrange un altro terrificante record climatico, con il ghiaccio marino sceso ai minimi termini senza precedenti per questo periodo dell’anno. Ogni anno, il ghiaccio marino dell’Antartide si riduce ai livelli più bassi verso la fine di febbraio, ovvero durante l’estate del continente.

Il ghiaccio marino poi si ricostituisce durante l’inverno. Ma quest’anno gli scienziati hanno osservato qualcosa di diverso. Il ghiaccio marino non è tornato ai livelli previsti. Infatti è ai livelli più bassi per questo periodo dell’anno da quando sono iniziate le registrazioni 45 anni fa. Alcuni scienziati hanno descritto come eccezionale e fuori dagli schemi questa situazione. Qualcosa di così raro che le probabilità che ciò accada si registrano nell’arco di milioni di anni.

Un continente remoto e complesso

A differenza dell’Artico (il Polo Nord), dove il ghiaccio marino segue una traiettoria discendente man mano che la crisi climatica accelera, il ghiaccio marino nell’Antartide ha raggiunto livelli record negli ultimi decenni. Ed è per questo che risulta più difficile per gli scienziati capire come il Polo Sud  stia reagendo al surriscaldamento globale di tutto il pianeta. Un fenomeno, quest’ultimo, aggravato a tal punto che il segretario generale dell’ONU, António Guterres, ha parlato a fine luglio di “ebollizione globale per indicare che la Terra si trova in un’altra fase del global warming.

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Ted Scambos, glaciologo dell’Università di Colorado Boulder. Foto Twitter @CiresEO

Tornando all’Antartide, è dal 2016, spiega la Cnn, che gli scienziati hanno cominciato a osservare una forte tendenza al ribasso del ghiaccio marino. E ritengono in molti che proprio i fenomeni del cambiamento climatico potrebbero essere fra i principali motori della scomparsa del ghiaccio antartico invernale. “Il sistema antartico è sempre stato molto variabile“, afferma Ted Scambos, glaciologo dell’Università del Colorado, negli Usa. “Questo attuale livello di variazione, tuttavia, è così estremo che qualcosa di radicale è cambiato negli ultimi due anni, ma soprattutto quest’anno, rispetto a tutti gli anni precedenti che risalgono ad almeno 45 anni fa.”

Più vento dovuto allo smog

Diversi fattori contribuiscono alla perdita di ghiaccio marino, spiega ancora Scambos. Inclusa la forza dei venti occidentali intorno all’Antartide, che alcuni ricercatori collegano all’aumento dell’inquinamento dovuto al riscaldamento del pianeta. Sulla diminuzione record del ghiaccio influirebbero anche le temperature oceaniche più calde a nord del confine dell’Oceano Antartico che si mescolano all’acqua dell’Antartide. Alla fine di febbraio di quest’anno, il ghiaccio marino antartico ha raggiunto la sua estensione più bassa da quando sono iniziate le registrazioni, a 691.000 miglia quadrate. Dall’emisfero settentrionale per un verso (caldo e maltempo fuori misura), da quello meridionale per un altro verso (carenza di ghiaccio al Polo Sud) si moltiplicano i segnali che il nostro pianeta è malato.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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