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Tim Shaddock, salvo dopo 2 mesi il marinaio disperso nel Pacifico

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Fa il giro del mondo in queste ore la notizia del salvataggio di Tim Shaddock e della sua cagnolina, Bella, naufraghi in mezzo all’Oceano Pacifico per oltre 2 mesi. Il novello Robinson Crusoe è un marinaio australiano di 51 anni. Assieme alla sua fida compagna a quattro zampe era partito lo scorso aprile in catamarano dal Messico.

Più precisamente dalla città di La Paz, nello Stato messicano della Bassa California del Sud. Obiettivo: navigare per circa 6mila chilometri fino ad arrivare a gettare l’ancora nella Polinesia francese. Ma l’Oceano Pacifico è un osso duro, anche per un marinaio esperto. E può riservare pericoli mortali.

Il marinaio naufrago salvato dopo 2 mesi alla deriva nel Pacifico col suo cane. Foto Twitter @dunya_gundemiii

Una tempesta, poi la deriva

Così, a causa di una forte tempesta, Shaddock e il suo cane sono rimasti a bordo dell’imbarcazione ma in completa balìa del mare. La barca è stata danneggiata in maniera notevole dalla bufera oceanica, scoppiata non molto tempo dopo la partenza dal porto di La Paz, in Messico. I sistemi elettronici di guida e allerta sono andati del tutto fuori uso.

L’unica speranza per il marinaio era che qualcuno – navi di passaggio, velivoli in sorvolo sulla zona – riuscisse a vedere la barca, molto piccola rispetto alle imbarcazioni di grosso taglio che solcano gli oceani. E comprendesse che c’era una situazione di pericolo assoluto, lì, nel bel mezzo del Pacifico. Ma per giorni e giorni nulla è spuntato all’orizzonte. A terra, però, in Messico come in Australia, qualcosa è accaduto. Nessuno stava più ricevendo notizie di Tim Shaddock e della sua traversata del Pacifico: così i soccorsi hanno cominciato a muoversi perché si era intuito che l’uomo evidentemente era in forte difficoltà. E dopo un certo periodo le speranze di individuare Shaddock e il suo cane sembravano ormai ridotte al lumicino.

Si è cibato di pesce crudo

Da buon marinaio di lungo corso, tuttavia, Tim Shaddock non si è perso d’animo. Non si è cibato della sua fida compagna di viaggio, la cagnolina Bella. Come è noto, infatti, nei casi di naufraghi su barche alla deriva per settimane può accadere che qualcuno, preso dalla disperazione, per non morire di fame e di sete prenda a mangiare tutto ciò che ha intorno di commestibile.

Tim Shaddock con la sua cagnolina. Foto Twitter @NBCNews

Shaddock ha fatto affidamento sull’unica cosa che gli era rimasta: “l’attrezzatura da pesca” ha poi raccontato ai suoi soccorritori. E grazie al pesce fresco mangiato crudo, e all’acqua piovana per tentare di dissetarsi, ha potuto raccontare la sua avventura. Quando finalmente i soccorritori lo hanno trovato era egli stesso l’immagine di un naufrago. Aveva la barba ispida, diversi chili in meno e il corpo debilitato. Shaddock ha comunque detto, forse per farsi coraggio, di sentirsi “in ottima salute“. E ha aggiunto: “Ho attraversato una prova molto difficile.” Ha poi ammesso: “Ora ho solo bisogno di riposo e di buon cibo perché sono stato a lungo da solo in mare.”

Fortuna e abilità

Tim Shaddock è stato dunque ritrovato dopo 2 mesi alla deriva al largo della costa del Messico. Un elicottero ha individuato il marinaio e il suo cane, consentendo alle autorità messicane di effettuare con successo un’operazione di salvataggio. Il professor Mike Tipton, un esperto di sopravvivenza oceanica, ha dichiarato al giornale americano Weekend Today che Shaddock e la cagnolina Bella sono sopravvissuti alla morte grazie a una “combinazione di fortuna e abilità.”

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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