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Covid, via libera alla Commissione d’inchiesta parlamentare

Nel mirino della maggioranza l'ex ministro della Salute, Roberto Speranza, e l'ex premier Giuseppe Conte

L’Aula della Camera dei deputati ha varato il 6 luglio la proposta di legge per istituire una commissione di inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid in Italia. Il testo, approvato a Montecitorio con 172 voti a favore, nessuno contrario e 4 astenuti, passa ora all’esame del Senato.

I deputati M5S non hanno partecipato alla votazione finale lasciando l’Aula. Nemmeno quelli del PD hanno partecipato alla votazione, ma sono rimasti nell’Emiciclo sventolando le tessere di voto. Dopo la proclamazione del risultato i deputati di maggioranza hanno urlato in coro “Verità, verità“.

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Conte e Speranza si abbracciano in Aula alla Camera il 6 luglio 2023. Foto Ansa/Maurizio Brambatti

Commissione Covid, la reazione di Conte

Io vi accuso davanti al popolo italiano: questa commissione è una farsa, non è un atto di coraggio politico ma di vigliaccheria.” Questo il commento di Giuseppe Conte, presidente dei pentastellati e premier fra il 2020 e l’inizio del 2021, nei momenti più duri della pandemia di Covid. “Dalla vostra avete solo la forza dei numeri ma non vi riconosciamo nessuna autorevolezza politica e morale. Questa commissione ve la fate da soli. Noi ascoltiamo Speranza, dopodiché questo schiaffo a chi ha lavorato lo fate senza la nostra complicità” ha concluso annunciando che il M5S non avrebbe partecipato al voto finale.

Contro il Covid noi abbiamo messo il massimo di impegno per stabilire quale strategia attuare. Le opposizioni di allora, salve alcune eccezioni, si sono caratterizzate subito in una insana dialettica politica, con speculazioni politiche continue e vere proprie azioni di sciacallaggio politico“. “Così come è, questa commissione di inchiesta è un plotone di esecuzione politico con due nomi: Giuseppe Conte e Roberto Speranza. Per fare questo usate la leva di una cosa che poteva essere seria. Ma con me non funziona. Noi a differenza di molti di voi nelle aule dei tribunali ci entriamo a testa alta. Ci difendiamo non dai processi ma nei processi. I tribunali hanno archiviato accertando che il mio Governo ha operato con il massimo impegno e la massima responsabilità“.

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Giorgia Meloni aveva chiesto, anche al momento dell’insediamento, del suo Governo che si facesse verità sulla gestione della pandemia di Covid in Italia. Foto Ansa/Chigi Filippo Attili

Speranza: “I vaccini hanno salvato milioni di vite

Naturalmente è intervenuto anche l’ex ministro della Salute, Roberto Speranza. “Questa commissione Covid, per come l’avete impostata, ignorando tutte le proposte delle opposizioni, ha un’unica finalità. Ossia di mettere su un tribunale politico per colpire i membri dei governi che vi hanno preceduti” ha detto. “Non eravamo certo noi a mettere benzina sul fuoco di chi soffriva per le chiusure e organizzava manifestazioni di protesta contro le misure necessarie sanitarie. Non eravamo certo noi a fare l’occhiolino ai no vax alla disperata ricerca di qualche voto. Lo ribadisco: i vaccini hanno salvato la vita a milioni di persone“.

Se commissione deve essere, allora si occupi davvero di tutto quello che è successo. Ma voi avete scelto con una mossa strabiliante di escludere le Regioni dal perimetro dei lavori della commissione” ha  Speranza. Lo scorso 10 maggio i giudici del Tribunale dei Ministri avevano ascoltato l’ex premier Giuseppe Conte e l’ex ministro della Salute, Roberto Speranza. Nel colloquio a Brescia i due avevano ricostruito e spiegato cosa fecero nel 2020, durante la prima ondata del Covid, difendendo a spada tratta il loro operato. Il Tribunale dei Ministri ha poi archiviato, all’inizio di giugno, la posizione di Conte e di Speranza nell’indagine sulla gestione della prima fase della pandemia nella provincia di Bergamo.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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