La Galleria d’Arte Moderna a Roma inaugura, nello stesso giorno, tre mostre. Ciascuna dai caratteri peculiari e distintivi che permettono di affrontare aspetti diversi del mondo dell’arte e, in particolare, del Futurismo.

Dopo due anni di restauro, da parte dei tecnici dell’ICR, torna L’Allieva di danza di Venanzo Crocetti. Si tratta di una delle prime grandi opere scultore create dall’artista e dedicata al mondo della danza. Osvaldo Peruzzi – Splendore geometrico futurista è la mostra che omaggia, dopo vent’anni dalla sua scomparsa, il celebra artista livornese con un’ampia testimonianza del suo operato e uno studio approfondito sul suo ruolo all’interno del panorama futurista. Taccuini e lavori inediti saranno invece protagonisti del terzo percorso espositivo dedicato a Enrico Prampolini e il suo eclettismo nella mostra dal titolo Laboratorio Prampolini#2. Disegni, taccuini e progetti inediti dal Futurismo all’Art Club.

(sx)Il re del jazz Omaggio a P. Whitman, 1930, pastello su carta 54×39,5 cm @Eredi Peruzzi/(centr.)Venanzo Crocetti Allieva di danza, 1958-59 lega di rame @Crediti Foto Edoardo Loliva – Istituto Centrale per il Restauro/(dx)PRAMPOLINI ENRICO Anatomie concrete in giallo e verde, 1951, tempera su cartoncino, 70×100 cm @Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea – VelvetMag

L’Allieva di danza

La prima delle mostre che arricchiranno la Galleria di Arte Moderna sarà visitabile dal 23 giugno 2023 al 14 gennaio 2024. L’esposizione dedicata alla scultura di Venanzo Crocetti, L’Allieva di danza, è promossa e organizzata da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Ad essi si accompagnano il Ministero della Cultura – Istituto Centrale per il Restauro e Fondazione Venanzo Crocetti. Supporto organizzativo Zètema Progetto Cultura. A cura di Claudio Crescentini, Carla Ortolani e Livia Sforzini. Questa preziosa scultura è entrata nella collezione d’arte del Comune di Roma nel 1960. Si tratta di una delle prime sculture di Crocetti di grande formato dedicate al tema della danza. Una tematica molto cara all’artista che compare già in diversi bozzetti a partire dagli Anni ’40. Ben presto, infatti, Le sue ballerine si sono trasformate in un’icona simbolo per molti scultori figurativi del secondo Novecento.

Aspetto questo, bene evidenziato nella mostra mediante il confronto visuale con la scultura Bambina seduta (1955) di Giacomo Manzù, altra opera della collezione capitolina. “I corpi adolescenziali delle due ragazze – scrive una nota stampa ufficiale – si guardano e riflettono l’una nella struttura dell’altra, ambedue immortalate in un definito momento di riposo”. L’opera di Crocetti, che fa parte delle tre mostre alla Galleria d’Arte Moderna di Roma, non era esposta dal 1963 a causa di gravi lesioni. Le opere di restauro ad opera dell’ICR, non solo hanno permesso di ritrovare lo splendore della scultura, ma anche di approfondire alcuni aspetti tecnico esecutivi. In particolare, con il supporto del Dipartimento di Scienze Radiologiche del Policlinico, è stato possibile effettuare una tomografia computerizzata (TC) della scultura, che si è rivelata estremamente utile per definire la tecnica usata da Crocetti per la realizzazione dell’opera. 

In relazione alla particolare attenzione dedicata all’accessibilità da parte della GAM, per le persone con disabilità visiva, verranno esposte le riproduzioni dei modelli 3D dell’intera scultura e della sezione tomografica, realizzati dall’ICR, che permetteranno un percorso inclusivo tattile di conoscenza dell’opera stessa, abbinati a un’audiodescrizione su audiopen, realizzata in collaborazione con il Museo Tattile Statale Omero di Ancona, che consente l’esplorazione uditiva dell’opera di Crocetti. Inoltre, risulta interessante sottolineare che la mostra dell’opera di Crocetti anticipa anche le celebrazioni del Centenario della Galleria d’Arte Moderna di Roma (1925-2025). In questa occasione s’intenderà valorizzare la propria collezione contemporanea con una serie di mostre, eventi ma anche di restauri eccellenti. 

Venanzo Crocetti Allieva di danza, 1958-59 lega di rame Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Galleria d’Arte Moderna, inv. AM 1807 @Foto Crediti Edoardo Loliva – Istituto Centrale per il Restauro – VelvetMag

Tra le mostre l’omaggio ad Osvaldo Peruzzi

La seconda delle tre mostre presenti alla Galleria d’Arte Moderna di Roma è stato voluta dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e gli Archivi Gerardo Dottori per celebrare, alla vigilia dei vent’anni dalla scomparsa, l’arte del pittore futurista Osvaldo Peruzzi (1907-2004). Uno degli ultimi futuristi a divulgare le tesi rivoluzionarie del movimento marinettiano. Osvaldo Peruzzi – Splendore geometrico futurista, aprirà le porte al pubblico dal 23 giugno al 15 ottobre 2023. Anche in questo caso la mostra si avvale del supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura.

È curata da Massimo Duranti e Andrea Baffoni i quali si sono avvalsi della collaborazione del Comune di Livorno, dalla Fondazione Primo Conti di Fiesole che possiede l’Archivio Peruzzi donato direttamente dall’artista, dall’Archivio di Stato di Milano che conserva suoi preziosi documenti e suoi interessanti disegni degli esordi artistici, e dalla Fondazione Livorno. Nel Futurismo Osvaldo Peruzzi rappresenta una personalità importante e nel percorso espositivo alla Galleria d’Arte Moderna saranno presenti opere provenienti da collezioni pubbliche e private. A questi si accompagneranno altre opere storiche e alcune poco conosciute messe a disposizione direttamente dalla famiglia dell’artista.

Tra tutte le opere anche una sua tela tarda che ritrae il collega e amico futurista Gerardo Dottori. Poi un gruppo di dodici disegni, comprendenti cinque cartoline postali, con disegni sul retro datati tra 1929 e il 1932. Reperti epistolari inviati all’epoca all’amico Armando Silvestri e oggi conservate presso l’Archivio di Stato di Milano. Anche in questo caso particolare attenzione all’accessibilità. Infatti, con il Museo Tattile Statale Omero di Ancona è stato realizzato un disegno a rilievo e un’audiodescrizione.

Osvaldo Peruzzi, Bolero, 1935, olio su tela 140×120 cm – Eredi Peruzzi – VelvetMag

Laboratorio Prampolini#2

 Ultima tra le tre mostre, non certo per ordine di importanza, l’esposizione promossa ancora da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura. A cura di Alessandra Cappella, Claudio Crescentini, Flavia Pesci, Federica Pirani, Gloria Raimondi e Daniela Vasta.  Accessibile dal 23 giugno 2023 al 14 gennaio 2024. Come chiarisce una nota stampa ufficiale: “L’esposizione è concepita come un progetto esclusivo. Per mezzo del quale s’intende riportare l’attenzione sul multilinguismo artistico e l’interdisciplinarietà di Enrico Prampolini, nell’arco di tempo che va dagli Anni Trenta ai Cinquanta del Novecento, all’apice quindi della carriera e dell’esuberanza progettuale dell’artista”.

In mostra opere, disegni, materiali grafici e documentali poco conosciuti o totalmente inediti provenienti dalle diverse donazioni degli eredi Prampolini alla Sovrintendenza Capitolina, che sono andati a formare l’Archivio Prampolini conservato all’interno del CRDAV Centro Ricerca e Documentazione Arti Visive di Sovrintendenza. Pittura, scenografia, architettura, arti applicate e grafica. Senza dimenticare gli allestimenti delle grandi mostre di Regime, l’editoria, fino alla riflessione teorica, alla promozione e all’organizzazione culturale compongono il patrimonio artistico di Prampolini che la mostra alla Galleria d’Arte Moderna intende mettere ‘in scena’. Si tratta di un percorso totalmente inedito nel quale si trovano anche album da disegno, progetti architettonici e sketchbooks contenenti elaborati grafici, schizzi e rapide composizioni, che rappresentano tutto l’estro d’artista.

Un potente corpus grafico posto in mostra anche attraverso la creazione di percorsi grafici e parallelismi iconografici con le opere pittoriche dello stesso Prampolini. Quest’ultime provenienti dalla Galleria d’Arte Moderna e da altre importanti collezioni d’arte pubbliche e private. Oltre alle opere messe gentilmente a disposizione dagli eredi stessi di Prampolini. Infine, come le altre due mostre anche in questo caso molta attenzione all’accessibilità. Progettato un percorso dotato di disegni a rilievo e relative audiodescrizioni.

PRAMPOLINI ENRICO, Dissonanze n. 1, 1955, olio e tecnica mista su tela, 80×100 cm – Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea @Foto Crediti Schiavinotto – VelvetMag