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Salute mentale, allarme negli Usa: “I social provocano gravi danni a bambini e ragazzi”

Secondo alcuni Facebook e Instagram hanno preso di mira i bimbi sotto i 13 anni. Ansia e depressione cresciuti del 30% fra i minorenni

Negli Usa la pervasività dei social network digitali rischia di provocare danni ingenti alla salute mentale e, più in generale al benessere, di bambini e adolescenti. È l’allarme che ha lanciato Vivek Murthy, il Surgeon General statunitense, ovvero il massimo funzionario della sanità pubblica americana a livello federale. 

L’uso dei social da parte di bambini e teenager può rappresentare un “profondo rischio di danno” ha affermato il dottor Murthy. In un avviso pubblicato martedì 24 maggio, il funzionario sanitario ha invitato le aziende tecnologiche, i responsabili politici e i genitori a intraprendere “azioni immediate per proteggere i bambini, ora“.

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Allarme delle autorità sanitarie Usa sugli effetti dei social sui bambini. Foto Twitter @MattNavarra

Usa, social molto invasivi

In assenza di una solida ricerca indipendente è impossibile stabilire esattamente gli effetti sui ragazzi della loro frequentazione, a volte compulsiva, dei social media. Al tempo stesso non abbiamo prove sufficienti per concludere che i social media siano, in effetti, sufficientemente sicuri per i nostri figli. E questo è davvero importante che i genitori lo sappiano“, ha detto Murthy all’agenzia di stampa Associated Press.

L’avviso, emesso dal Surgeron General degli Usa contiene tuttavia dati e indicazioni che fanno pensare. Fino al 95% degli adolescenti statunitensi fra i 13 e i 17 anni utilizza una piattaforma di social network. E più di un terzo afferma di farlo “quasi costantemente“. Il rapporto, stando al Guardian, mostra come gli attuali controlli sull’accesso da parte dei minori non funzionino. Sebbene la maggior parte dei siti applichi un requisito di età minima di 13 anni, quasi il 40% dei bambini di età compresa tra 8 e 12 anni è utente regolare dei social. A dimostrazione che le big tech non fanno quasi nulla per porre una barriera e astenersi dall’invadere la vita dei ragazzi anche a età ancora molto immature.

Cosa fa la Casa Bianca

Il Surgeon General degli Usa Vivek Murthy si è espresso pubblicamente in occasione dell’avviso che la Casa Bianca ha pubblicato il 24 maggio su quella che ha definito la “crisi di salute mentale giovanile senza precedenti” in America. Il numero di bambini e adolescenti alle prese con problemi di ansia e depressione è aumentato di quasi il 30% negli ultimi anni. E i social media ne sono una causa acclarata. L’amministrazione Biden ha perciò stabilito da dar vita a una task force di esperti che si occupi di garantire salute e sicurezza online. L’obiettivo è di identificare i potenziali danni causati dalle piattaforme online e creare un vademecum per combattere questi effetti, rivolto alle aziende tecnologiche.

La preoccupazione per gli effetti delle popolari app online sui bambini è aumentata negli negli Usa. Nel 2021 Frances Haugen – un whistleblower (suonatore di fischietto), ossia una persona che denuncia illeciti – ha rivelato che Facebook e Instagram sapevano che stavano indirizzando i giovani utenti verso contenuti dannosi. Incluso materiale che promuoveva l’anoressia. E che stavano espressamente prendendo di mira i bambini sotto i 13 anni.

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Il Surgeon General degli Usa, Vivek Murthy, si è recato a Uvalde (Texas) il 24 maggio per commemorare il primo anniversario della strage di bambini alla Robb Elementary School. Foto Twitter @Surgeon_General

Pensieri suicidi e disturbi alimentari

Da uno studio interno della società madre di Facebook, Meta, è emerso che il 14% delle ragazze adolescenti ha affermato che quando ha usato Instagram i pensieri suicidi si sono intensificati. Mentre il 17% delle ragazze adolescenti ha affermato che l’uso del social ha esacerbato i disturbi alimentari. Sulla scia delle rivelazioni di Haugen, Meta ha messo da parte i piani per lanciare una versione di Instagram per bambini negli Usa. Vivek Murthy ha detto alll’Associated Press: “Riconosco che le aziende tecnologiche hanno adottato misure per cercare di rendere le loro piattaforme più sane e sicure. Ma semplicemente non è abbastanza“.

Usa, effetti positivi del social

L’accesso alle app ha però anche aspetti positivi inclusa la possibilità di sentirsi maggiormente parte di una comunità. E in connessione con altri che condividono gli interessi o identità simili. Ciò può essere particolarmente prezioso per i giovani LGBTQ+ che possono incontrarsi facilmente fra loro grazie ai social network.

Negli Usa 7 ragazze adolescenti di colore su 10 hanno affermato di aver trovato contenuti positivi sui social in ​​​​questo modo. In tutti i gruppi di utenti, la maggior parte degli adolescenti americani riferisce che i social li aiutano a sentirsi più accettati e supportati nei momenti difficili. Ma attualmente i rischi a cui i social espongono i ragazzi sono più elevati, ha avvertito Vivek Murthy. Secondo uno studio, i ragazzi fra i 12 e i 15 anni che trascorrono più di 3 ore al giorno sui social media hanno un rischio di sviluppare problemi di salute mentale doppio rispetto agli altri coetanei. Il 24 maggio il Surgeon General si è recato a rendere omaggio ai bambini assassinati nella strage di Uvalde in Texas, a opera di un 18enne, esattamente un anno fa. Il giovanissimo killer, ucciso dalla polizia, aveva postato sui social foto di armi.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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