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Razze di cane vietate in Italia

Rischio di sanzioni per i proprietari che non rispettano la legge

Per certi animali la detenzione è vietata. Questo vale per alcune particolari specie, ma anche per alcune razze di cane. In Italia, in particolare, sono diversi i quattro zampe per cui esiste una legge da rispettare per evitare il rischio di ricorrere in sanzioni.

Nella storia dell’evoluzione il rapporto tra cane e uomo ha seguito un processo intenso, ma molto articolato. Diretti discendenti della stessa famiglia da cui arrivano i lupi selvatici, i cani non sono sempre stati considerati animali domestici. A causa di un’indole definita pericolosa per molte razze è stato vietato l’allevamento, l’addestramento e il possesso. Negli anni il ‘gruppo’ di quattro zampe ritenuti troppo pericolosi per essere allevati come domestici si è ristretto. Ma sono diversi i cani che, ancora oggi, sono vietati in diverse parti del mondo e a seconda delle legislazioni vigenti nel paese. Anche l’Italia, a tal proposito, ha avuto la sua lista di cani pericolosi.

Cane razza Pitbull
Cane di razza Pitbull – VelvetMag

Cani pericolosi in Italia

La scelta verso un cane di razza guida molti proprietari che sono attirati dal pedigree dell’animale. Una sorta di ‘biglietto da visita’ che gestisce l’acquisto del pet si speri possa rimanere in casa per tutta la vita. Tuttavia, quando si parla di razza di cane bisogna tenere presente che nei diversi paesi vigono leggi per la detenzione. Si tratta di quattro zampe, in particolare, considerati pericolosi. Una conoscenza pregressa della determinata razza potrebbe, difatti, stabilire un profilo comportamentale di riferimento. Negli anni si è pensato di stilare delle liste di cani ritenuti pericolosi in modo da evitare potenziali aggressioni.

Questo quanto avvenuto, per esempio, in Italia con l’ordinanza del 2006 del Ministro Livia Turco sulla Tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione di cani. Una lista di 17 cani considerati ‘cattivi’ che, a quanto pare (e ne troviamo purtroppo un esempio lampante nei Pitbull) ha peggiorato solo la reputazione di alcuni animali in particolare. Dalla sua creazione questa ordinanza aveva suscitato le reazioni negative soprattutto da parte di veterinari, addestratori cinofili e allevatori abituati all’esperienza diretta con i cani.

Se, infatti, il provvedimento era nato per diminuire le aggressioni da parte dei cani, allo stesso tempo aveva solo alimentato credenze errate su alcuni animali avendo un impatto notevole sull’opinione pubblica. Non volendo, in questa sede, smentire la presenza di aggressioni canine, occorre però precisare che queste avvengono più per la cattiva educazione svolta dal proprietario sul quattro zampe, che per la razza stessa dell’animale.

La legge attuale sulle razze di cane

Nel 2009 la lista dei cani pericolosi fu, difatti, abolita. Soprattutto dopo le critiche dell’ENCI (Ente Nazionale Cinofilia Italiana), dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari, del Consiglio Superiore della Sanità e del Ministero delle Politiche Agricole. Tutti concordi nell’affermare che tale lista non aveva alcun fondamento scientifico. La normativa vigente in Italia basa la sua struttura generale sull’Ordinanza del 23 marzo 2009 del Sottosegretario alla Salute Francesca Martini che elimina definitivamente la lista del 2006. Dunque si può dire che, ad oggi, in Italia non esistono razze di cane vietate e lo confermano anche le ordinanze successive nelle quali sono previsti, tuttavia, una serie di divieti e obblighi per tutti i cani, a prescindere dalla loro razza.

Cane Dogo argentino
Cane di razza Dogo argentino – VelvetMag

Dunque, ogni razza di cane non può essere addestrata all’aggressività, non può essere sottoposta a doping e non può essere sottoposta ad interventi chirurgici solo a fini estetici. Ogni proprietario deve attenersi a determinati doveri in quanto responsabile civile e penale dell’animale. Attualmente in Italia è in vigore l’Ordinanza del 13 luglio 2016 che, come le precedenti, conferma i contenuti del Decreto Martini. L’unica sostanziale modifica fa riferimento al ruolo centrale di prevenzione assegnato ai veterinari. E quindi la possibilità di organizzare percorsi formativi e l’obbligo di segnalare situazioni a rischio. Per i cani soggetti a questo tipo di segnalazione è prevista l’iscrizione obbligatoria al Registro dei cani morsicatori e con problemi di comportamento.

Quest’ultima prevede l’obbligo a stipulare un’assicurazione di responsabilità civile e applicare contestualmente guinzaglio e museruola al proprio quattro zampe nei luoghi pubblici. Anche se ribadiamo oggi non più in vigore, la lista dei cani ‘vietati’ comprendeva: American Bulldog, Pastore di Charplanina, Pastore dell’Anatolia, Pastore dell’Asia centrale, Pastore del Caucaso, Cane da serra da Estreilla, Dogo argentino, Fila brazileiro, Bull terrier, Perro da canapo majoero, Dogo canario, Perro da presa mallorquin, Pit bull mastiff, Pit bull terrier, Rafeiro do alentejo, Tornjak, Rottweiler e Tosa inu. Lista a cui, purtroppo, alcune compagnie assicurative non hanno smesso di fare riferimento. Eppure, potrebbe stupire come alcuni di questi cani sono, persino, considerati tra i più affettuosi. Pertanto, non resta concludere ammettendo che, forse, l’uomo non comprende sempre quale sia la strategia adatta alla convivenza.

Francesca Perrone

  • Cultura, Ambiente & PetsMessinese trasferita a Roma per gli studi prima in Scienze della Comunicazione Sociale presso l'Università Pontificia Salesiana, con una tesi su "Coco Chanel e la rivoluzione negli abiti femminili", poi per la specializzazione in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo alla Sapienza. Collabora con l'Agenzia ErregiMedia, curando rassegne stampa nel settore dei rally e dell'automobilismo. La sue passioni più grandi sono la scrittura, la moda e la cultura.
    Responsabile dei blog di VelvetMAG: VelvetPets (www.velvetpets.it) sulle curiosità del mondo animale e di BIOPIANETA (www.biopianeta.it) sui temi della tutela dell'ambiente e della sostenibilità.

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