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Sunak: “Pronti a sostenere per anni l’Ucraina in guerra”

Lo scontro fra la Mosca e tutto l'Occidente si fa sempre più duro. In Russia crescono le azioni dei partigiani anti Putin

Nessun apparente spiraglio di pace per l’Ucraina. La guerra innescata dall’invasione russa non si ferma e anzi cresce d’intensità. Ma siamo lontani dallo scontro finale: il conflitto può durare anni. Almeno questo è ciò che si desume dalle parole del primo ministro britannico, Rishi Sunak. 

Nelle ore in cui si compiono 15 mesi esatti dall’invasione delle truppe di Putin, martedì 24 maggio, Sunak ha dichiarato a una conferenza sulla difesa a Londra che gli alleati occidentali dell’Ucraina sono pronti a sostenere il Kiev nella guerra “per anni“, riferisce la stampa britannica.

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Il primo ministro britannico Rishi Sunak. Foto Ansa/Epa Issei Kato

Ucraina, da Sunak a Peskov

Il premier di Londra ha aggiunto che la strategia della Russia di aspettare, e che i cittadini in Occidente si stancheranno, non funzionerà. Sull’altro lato del fronte, cioè quello russo, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in un’intervista all’agenzia di stampa russa Tass, ha detto che sarebbe prematuro parlare di una soluzione pacifica del conflitto in Ucraina. Perché non esistono attualmente i presupposti per questo scenario, secondo lui.

A chi gli chiedeva quale dei vari piani di riconciliazione, proposti da altri paesi, sarebbe preferibile per la Russia, e se Mosca ha una sua variante, Peskov ha risposto: “È troppo presto per parlarne. Non ci sono ancora i presupposti per un processo di pace“. Rispondendo poi alla domanda se il Cremlino è pronto a negoziare con qualcuno del Governo in carica a Kiev, il fedelissimo di Putin ha risposto: “Questo è difficilmente possibile, perché qualsiasi trattativa con la Russia è vietata (in Ucraina, ndr.)”

Partigiani anti Putin a Belgorod

Ma la guerra che Mosca ha scatenato con l’invasione dell’Ucraina il 24 febbraio 2022, nella convinzione di far capitolare Kiev nell’arco di pochi giorni, si sta ritorcendo contro la Russia. I partigiani russi anti putiniani stanno aumentando le proprie azioni in territorio russo, sebbene Mosca affermi di averli respinti. La città di Belgorod, a nord di Charkhiv ma oltre il confine ucraino, è bersagliata da attacchi rivendicati dai partigiani che vogliono “una Russia libera” dalla dittatura di Putin.

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In alcuni video sui social appaiono i partigiani russi anti Putin. Foto Twitter @Hromadske

I combattenti del ‘Corpo dei volontari russi‘ e della legione ‘Libertà della Russia’ hanno distrutto l’equipaggiamento delle forze di sicurezza del Cremlino nella regione di Belgorod” hanno scritto su Telegram i partigiani russi il 23 maggio. I combattenti hanno postato le foto degli armamenti delle forze di sicurezza russe bruciati. “La notte non è stata del tutto tranquilla. Ci sono stati numerosi attacchi di droni. La maggior parte dei sistemi di difesa aerea ha retto, ma ci sono danni a Belgorod: auto, case private, edifici“. E ci sarebbe un ferito. Così il 24 maggio il governatore della regione russa di Belgorod, Vyacheslav Gladkov, su Telegram.

Prigozhin: “Russia impreparata a resistere

Proprio sullo ‘sconfinamento’ della guerra sul territorio russo torna parla anche il capo dei mercenari Wagner filo putiniani, Yevgeny Prigozhin. Le forze di Mosca non sono pronte a resistere alle incursioni nella regione russa di Belgorod da parte di gruppi anti-governativi che combattono al fianco dell’Ucraina, sostiene in un’intervista al blogger Konstantin Dolgov, come riporta il Kyiv Independent. “I gruppi del Corpo dei Volontari russi stanno entrando senza vergogna nella regione di Belgorod“, ha affermato Prigozhin.

Le forze armate russe non sono assolutamente pronte a resistere“, ha aggiunto. Prigozhin ritiene inoltre che l’Ucraina abbia attualmente uno degli eserciti più forti del mondo. Gli ucraini, ha spiegato, sono “altamente organizzati, altamente addestrati, la loro intelligence è ai massimi livelli e possono operare con uguale successo con qualsiasi sistema militare, compresi quelli sovietici e della NATO“.

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Denis Pushilin (a sinistra) installa una bandiera dell’autoproclamata repubblica popolare di Donetsk a Bakhmut. Ma la città ucraina non sarebbe ancora del tutto in mani russe. Foto Ansa/Repubblica popolare di Donetsk

L’Ucraina: “Mosca non può stare tranquilla

Da parte sua il segretario del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa dell’Ucraina, Oleksiy Danilov, ha parlato in tv di nuove azioni in tre regioni russe, dopo quelle che Mosca ha definito operazioni di sabotatori nella regione di Belgorod. “Ci saranno dei passi avanti in altre regioni di confine della Russia finché il regime criminale di Putin non porrà fine alla sua guerra contro l’Ucraina. I russi non si sentiranno al sicuro in nessun angolo della Federazione” ha detto, come riporta l’agenzia Unian. “Bryansk, Kursk, Voronezh e altre regioni non possono essere sicure, dato il numero di cittadini russi che sono contro il regime“, ha aggiunto Danilov.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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