NewsPrimo pianoTecnologia

Google presenta il suo Bard: le ricerche ce le fa l’Intelligenza Artificiale

L'AI non è più qualcosa per gli addetti ai lavori ma il più imponente cambiamento tecnologico degli ultimi decenni

Le tecnologie di Intelligenza Artificiale, a cominciare da Bard, hanno tenuto banco fin dal primo momento a Google I/O 2023, l’evento annuale degli sviluppatori di Google negli Stati Uniti. Sundar Pichai, amministratore delegato della big tech e anche di Alphabet, ha detto di voler rendere l’AI (Artificial Intelligence) uno strumento utile per tutti.

Così ha reso noto che Bard, lo strumento gratuito di Intelligenza Artificiale di Google, in diretta concorrenza con ChatGPT della startup californiana Open AI, finanziata da Bill Gates, sarà disponibile in 180 paesi. In lingua inglese, giapponese e anche in coreano.

motore ricerca google bard
La presentazione di Bard negli Stati Uniti alla Google I/O 2023. Foto Twitter @jeremyopendata

Cos’è Bard

Google continua così nella sua competizione con Microsoft, società che la scorsa settimana ha aperto a tutti la sua Intelligenza Artificiale, Bing, in grado di generare testi e immagini. Da parte sua, Sissie Hsiao, vicepresidente di Google e direttore generale di Google Assistant e Bard, ha anticipato che “molto presto” Bard sarà disponibile nelle “principali 40 lingue” del mondo.

Ma cos’è Bard esattamente? Partiamo dal nome: si rifà appunto al bardo, il poeta-cantore di imprese e gesta epiche presso i popoli celtici. È una delle prime implementazioni delle potenzialità di LaMDA, ovvero il Language Model for Dialogue Applications, asceso alle cronache lo scorso anno perché Blake Lemoine, 41 anni, ingegnere di Google, lo ha definito “senziente”. Dopodiché Lemoine, da un punto di vista lavorativo, ha fatto una brutta fine: lo hanno licenziato.

Ora però i frutti della sua opera, Bard appunto, sono in campo, a disposizione di tutti. Fra le novità, quella per cui gli utenti potranno esportare le risposte ottenute da Bard su Gmail e Google Docs, “poiché le persone spesso chiedono aiuto a Bard per scrivere email e documenti“, ha detto Sissie Hsiao, vicepresidente di Google. Proprio come Microsoft ha annunciato la scorsa settimana, il chatbot di Google fornirà “prestorisposte multimodali, ovvero non risponderà solo con testo, ma anche con immagini. Questa nuova attività funzionerà in due modi: da un lato incorporerà immagini nelle risposte, ma dall’altro saranno gli utenti stessi a poter porre a Bard domande con foto.

google bard sundar pichai
Sundar Pichai, 50 anni, Ceo di Google. Foto Twitter @WarNuse

Generare immagini

Un esempio di quest’ultimo caso è che un utente può caricare una foto – con riconoscimento dell’immagine di Google Lens – di un cassetto pieno di materiali artistici e chiedere al chatbot di preparare un elenco di attività che si possono praticare assieme ai bambini con i materiali che ha davanti. “Nei prossimi mesi, integreremo Adobe Firefly, che consente di generare immagini utilizzando il testo, in Bard. Pertanto, le persone saranno in grado di generare nuove immagini“, ha detto.

Google, sfida con Microsoft

La scorsa settimana Microsoft ha integrato la tecnologia DALL-E 2 di Open AI (creatori di ChatGPT e DALL-E) per consentire ai suoi utenti di creare immagini utilizzando anche il testo. Ma è su uno dei temi più caldi nel dibattito sull’AI – la trasparenza delle fonti – che si differenzia la strategia do Google (che ha sviluppato Bard) secondo quanto scrive su Agi.it Ugo Barbàra.

A partire dalla prossima settimana, renderemo le sezioni di codice ancora più precise” ha annunciato Hsiao. Potranno visualizzare “i blocchi di codice specifici che vengono recuperati insieme a qualsiasi informazione di licenza pertinente. E questo si applicherà anche alla citazione di contenuti narrativi su tutta la linea.” Intanto, però, continua a stupire l’addio shock a Google di Geoffrey Hinton, 75 anni, considerato il ‘padrino’ dell’Intelligenza Artificiale: per molti che si entusiasmano all’AI, molti altri cominciano a denunciarne i pericoli per l’umanità.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio