La Commissione europea ha lanciato la prima gara internazionale per l’acquisto congiunto di gas attraverso la piattaforma energetica dell’Unione“. Lo ha annunciato il vicepresidente dell’esecutivo comunitario, Maros Sefcovic.

In pratica, ha specificato Sefcovic, “77 aziende europee hanno sottoscritto una richiesta per un volume totale di 11,6 miliardi di metri cubi di gas“. Di questi “circa 2,8 miliardi di metri cubi in gnl (gas liquidi liquefatto, ndr.)” e “quasi 9,6 miliardi di metri cubi per le consegne attraverso gasdotto“, ha evidenziato Sefcovic.

La nave rigassificatrice Golar Tundra a Piombino con la metaniera greca. Foto Ansa/Snam

Il rigassificatore di Piombino

Tutto ciò mentre in Italia è entrata in funzione a Piombino, fra le proteste della popolazione, la nave rigassificatrice Golar Tundra, che il Governo presenta come un importante tassello dell’hub del gas europeo. La premier Meloni, in particolare, col suo Piano Mattei sta progettando di trasformare l’Italia in una sorta di grande piattaforma di arrivo e redistribuzione nel continente europeo degli idrocarburi provenienti da Africa e Medio Oriente.

La nave Golar Tundra ha ricevuto il 5 maggio il primo carico di gas naturale liquefatto da rigassificare e immettere nella rete nazionale di distribuzione. La sera precedente era infatti attraccata a Piombino, con l’ausilio di 4 rimorchiatori del Gruppo Neri, la nave greca Maran Gas Kalymnos. Si tratta di una Lng carrier incaricata di effettuare il primo trasbordo di gas liquido al rigassificatore italiano.

Gas in Europa, la situazione

La situazione complessiva, a livello europeo, sul mercato del gas è ben sintetizzata in un rapporto che il sito Greenreport ha pubblicato quest’anno. Si tratta di un testo che gli analisti di settore Peter Zeniewski, Gergely Molnar e Paul Hughes hanno elaborato per l’International energy agency (Iea) che fa capo all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse).

Sulla scia dell’invasione russa dell’Ucraina e dell’impennata dei prezzi dell’energia, argomentano gli analisti nel rapporto, la domanda di gas naturale nell’Unione europea è diminuita. Nel solo 2022 di ben 55 miliardi di metri cubi. Un secco -13%: il calo più marcato che sia mai avvenuto nel vecchio continente. Il calo è l’equivalente della quantità di gas necessaria per rifornire oltre 40 milioni di abitazioni. Quali sono stati i principali fattori alla base di questo declino? “Le temperature invernali più miti hanno sicuramente svolto un ruolo. Tuttavia, non tutti gli effetti meteorologici hanno ridotto l’utilizzo del gas” si legge nel rapporto.

A Gubbio il più grande impianto eolico collettivo d’Italia. FotoAnsa/Stefano Secondino

Eolico, solare ed energia elettrica

I cambiamenti guidati dalle politiche sono stati fondamentali, in particolare le aggiunte record di capacità eolica e solare. Anche i prezzi elevati hanno svolto un ruolo considerevole nel ridurre la domanda, soprattutto nei settori industriali ad alta intensità di gas. Le misure politiche – come i regimi di sostegno alle rinnovabili, le sovvenzioni e i prestiti agevolati per la ristrutturazione degli alloggi e le installazioni di pompe di calore, insieme alle campagne per incoraggiare il cambiamento comportamentale – hanno contribuito a moderare la domanda di gas.

Il rapido adeguamento alle minori esportazioni di gas russo e ai prezzi più elevati è stato possibile anche grazie a decenni di riforme e iniziative politiche, rileva ancora il rapporto. È per questo che “i grandi consumatori” hanno potuto “ridurre i propri consumi, perseguire la sostituzione delle importazioni e attingere a forniture alternative attraverso una rete del gas europea ben articolata. L’energia elettrica è stato l’unico settore in cui la domanda di gas è aumentata oltre i livelli del 2021.”