Parigi e la Francia vivono ore di scioperi, cortei e forte rabbia popolare dopo che in un’intervista in Tv il presidente Emmanuel Macron ha difeso a spada tratta la sua riforma delle pensioni. L’Assemblée Nationale l’ha approvata senza alcun dibattito, facendo ricorso all’articolo 49.3 della Costituzione.

Il 20 marzo il Governo ha superato per soli 9 voti l’ostacolo della mozione di censura (sfiducia) delle opposizioni. Il 23 marzo i manifestanti – ormai in piazza tutti i giorni – hanno bloccato i binari ferroviari della Gare del Lyon a Parigi. Migliaia di persone si sono radunate al pomeriggio in Place de la Bastille, emblema stesso della Rivoluzione Francese. Nessuno vuole che, entro il 2030, l’età del ritiro in pensione per i lavoratori passi dai 62 ai 64 anni.

Poliziotti proteggono un collega ferito durante gli scontri coi manifestanti il 23 marzo a Parigi. Foto Ansa/Epa Yoan Valat

La circolazione dei treni alla Gare de Lyon, tra le principali stazioni della capitale della Francia, è rimasta parzialmente interrotta. I militanti del sindacato CGT dell’aeroporto Roissy Charles de Gaulle hanno bloccato l’autostrada che porta al terminal 1 dello scalo. Si sono formate code interminabili di auto e taxi, mentre i viaggiatori sono stati costretti a camminare a piedi ai bordi dell’autostrada per raggiungere il loro terminal.

Stop ai carburanti

Nella capitale francese, l’odierno corteo contro la riforma previdenziale giungerà fino all’Opéra. Manifestazioni anche in altre città: la polizia prevede “tra i 600.000 e gli 800.000manifestanti in circa 320 raduni in tutta la Francia. La destra e la sinistra, così come i sindacati, gli studenti, gli operai e gli agricoltori tornano a mobilitarsi ovunque. Intanto è scattata l’allerta sulle riserve di cherosene sia a Charles de Gaulle che all’aeroporto di Orly sempre a causa degli degli scioperi. La situazione nei due scali parigini è “diventata critica“, dichiara all’genzia di stampa France Presse il ministero della Transizione ecologica di Parigi.

Una situazione dovuta al blocco di una raffineria della Normandia, attualmente in sciopero contro la riforma previdenziale. Da giorni la Direzione Generale dell’Aviazione Civile (Dgac) avvisa le compagnie aeree che le riserve di cherosene negli aeroporti parigini sono “sotto tensione“, invitandoli ad assumere precauzioni. Queste tensioni si aggiungono alla crescente penuria di benzina e gasolio alle stazioni di servizio di tutta la Francia.

Uno striscione al corteo di Parigi del 23 marzo: “Fino al ritiro” della riforma approvata dal Parlamento sull’età pensionistica. Foto Ansa/Epa Yoan Valat

Francia in sciopero da 9 giorni

All’indomani dell’intervista tv del presidente Macron, che ha suscitato critiche al veleno da parte di sindacati e opposizioni, i francesi vanno avanti con la nona giornata di scioperi e mobilitazioni nazionali. Intervistato in diretta televisiva su TF1 e France 2 dopo settimane di tensioni sociali, Macron ha tirato dritto sulla sua strada. E ha dichiarato che la riforma – la più importante del suo secondo quinquennio all’Eliseo – si applicherà “entro fine anno.

Il capo dello Stato si è detto pronto ad assumersene tutta “l’impopolarità necessaria, in nome dell’interesse superiore della Nazione“. “Questa riforma non è un piacere, non è un lusso, è una necessità“, ha martellato Macron. Dieci milioni di telespettatori hanno seguito la sua arringa difensiva, se così si può dire. La riforma delle pensioni prevede l’innalzamento progressivo dell’età pensionistica da 62 a 64 anni. Un livello che resterebbe comunque al di sotto di quello introdotto ormai da anni da tutti gli altri grandi partner europei, Italia e Germania incluse.