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Duello Meloni-Conte alla Camera: “Calunnie su Cutro”. “Lei ha una faccia di bronzo”

Botta e risposta fra la premier e le opposizioni nel corso del dibattito sul Consiglio Ue del 23 e 24 marzo

Giorgia Meloni ha parlato ai deputati, mercoledì 21 marzo. La Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza relativa alle comunicazioni della premier sul prossimo Consiglio europeo.

Via libera, inoltre, a una parte della risoluzione del Terzo Polo, su cui sono arrivati anche i voti della maggioranza considerato il parere favorevole del Governo. Respinti, invece, tutti gli altri testi presentati dalle opposizioni. Su richiesta di Stefano Candiani (Lega), il testo verrà trasmesso dalla Camera al Parlamento europeo e alla Commissione europea.

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Giorgia Meloni e Giuseppe Conte. Foto Ansa

Meloni e la “tragedia” di Cutro

Risponderò prevalentemente alle cose che non condivido” ha detto Meloni in Aula. “Ho sentito una grande quantità di cose false e la considero una buona notizia” perché “quando c’è bisogno di dire cose che non sono vere evidentemente non si ha molto da dire su quello che vero è. Partiamo dal tema dell’immigrazione, il tema principalmente attenzionato“.

In ben due interventi dell’opposizione si dice che io ho detto che Cutro è una disgrazia e invece è una tragedia” ha affermato Meloni. “Avviare una polemica su una cosa che ho ampiamente detto è francamente bizzarro“. “Dal 2013 al 2023 secondo i dati dell’alto commissariato ONU per i rifugiati – ha ricordato Meloni – nel Mediterraneo sono morte complessivamente 25.692 persone. Sappiamo che il rischio che qualcosa vada storto è insito nelle partenze in sé e infatti è accaduto con tutti i governi“.

Dati e “propaganda

La premier ha sottolineato di essere andata “a guardare quale era la percentuale di quanti non si è riusciti a salvare rispetto alle partenze e i dati di questo Governo sono i più bassi. Noi siamo quelli che in rapporto agli sbarchi sono riusciti potenzialmente a salvare più persone. I dati smontano una certa propaganda“.

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Marianna Madia. Foto Ansa/Massimo Percossi

Raccontare al cospetto del mondo, di fronte a questo enorme sforzo, che invece lasciamo bambini morire nel Mediterraneo è una calunnia. Non solo per il Governo ma nei confronti dello Stato italiano” ha detto ancora Meloni fra gli applausi della maggioranza. Ed è anche una calunnia nei confronti “degli uomini e delle donne delle forze dell’ordine, del nostro intero sistema. O volete dire che ci sono uomini delle forze dell’ordine che non vogliono salvare i bambini per indicazioni del Governo? Siamo stati lasciati da soli a fare questo lavoro a volte fuori dai confini nazionali“.

Conte e Madia replicano a Meloni

Al discorso di Giorgia Meloni in vista del Consiglio Ue non sono mancate le repliche delle forze di opposizione. “Le devo riconoscere che lei la faccia ce la mette, ma è una faccia di bronzo” come quella che “lei ieri in Senato ha detto di mettere sulle armi” da inviare in Ucraina. A dirlo nell’Aula della Camera è stato il leader del M5S Giuseppe Conte durante il dibattito in vista del Consiglio europeo. Conte ha suscitato ironie sui social perché nel suo discorso si è confuso sul delitto Matteotti parlando di “delitto Andreotti“.

FdI ha fatto la sua fortuna alimentando sentimenti di paura e diffidenza, per anni, forte di una bugia, lo dico alla premier, che l’interesse nazionale si tuteli con un rapporto conflittuale con l’Ue” ha detto la ex ministra del PD, Marianna Madia. “Oggi chiediamo a Meloni di rappresentare in Europa storia, cultura, identità dell’Italia. Io questo avrei voluto chiederlo a Meloni anche a nome di molte donne, madri cristiane, anche io fra loro, che credono al valore della solidarietà e dell’europeismo come unica via per tutelare l’interesse nazionale“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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