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L’ONU sul clima: “Siccità, nubifragi e uragani uccidono sempre di più”

Secondo l'Ipcc occorre tagliare immediatamente le emissioni di gas serra che contribuiscono in maniera determinante al surriscaldamento globale

I cambiamenti del clima a livello planetario, che portano un aumento degli eventi estremi, a cominciare da uragani, nubifragi e alluvioni, stanno provocando sempre più vittime. I rischi per le persone crescono anche in Europa e si fa sempre più urgente una drastica diminuzione delle emissioni inquinanti.

Lo affermano gli esperti di clima dell’Ipcc (Intergovernmental panel on climate change), ovvero la struttura internazionale di climatologi dell’ONU, riuniti a Ginevra. “Quasi la metà della popolazione mondiale vive in aree altamente vulnerabili ai cambiamenti climatici” dicono gli studiosi. “Negli ultimi 10 anni il numero dei morti per siccità, nubifragi e uragani è stato 15 volte più alto“.

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I cambiamenti climatici e il surriscaldamento terrestre incideranno sulla vita umana nei prossimi anni. Foto Ansa/Epa Robert Escobar

Clima e surriscaldamento

In questo decennio “un’azione accelerata di adattamento è essenziale. Nel frattempo occorre tagliare subito le emissioni di gas serra“. Il numero di decessi e di persone a rischio di stress da calore raddoppierà o triplicherà, secondo l’Ipcc. Il panel intergovernativo di esperti sui cambiamenti del clima identifica quattro categorie di rischi-chiave per l’Europa. Si va dalle ondate di calore su popolazioni ed ecosistemi alla siccità per la produzione agricola. E dalla scarsità di risorse idriche alla maggiore frequenza e intensità di inondazioni.

Lo ricorda Piero Lionello, leading author del capitolo 13 “Europe” e del cross-chapter paper 4Mediterraneo” del Sesto rapporto di valutazione dell’Ipcc. Il rapporto si intitola Climate Change 2022: Impatti, adattamento e vulnerabilità. Lionello ricorda che “ci si attende che il numero di decessi e persone a rischio di stress da calore aumenti con il riscaldamento globale. Raddoppiando o triplicando per un innalzamento della temperatura pari a 3 gradi centigradi, rispetto a 1,5“.

In questo scenario altamente drammatico “il riscaldamento ridurrà gli habitat adatti agli attuali ecosistemi terrestri e marini. E cambierà irreversibilmente la loro composizione, con effetti la cui gravità aumenta al di sopra del livello di riscaldamento globale di 2 gradi“. Le misure di adattamento allo stress termico della popolazione e il contenimento dei rischi da ondate di calore “necessitano di molteplici interventi su edifici e spazi urbani“.

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Una protesta di attivisti per il clima contro l’estrazione mineraria nei fondali marini. Foto Ansa/Epa Stephanie Lecocq

Cambia la produzione agricola

Sulle conseguenze dei cambiamenti del clima in relazione alla produzione agricola, lo scienziato ricorda che “si prevedono nel XXI secolo perdite sostanziali per la maggior parte delle aree europee“. E ciò a causa “di una combinazione di caldo e siccità mentre il rischio di scarsità di risorse idriche nell’Europa centro-occidentale “diventa molto alto” nel caso di +3 gradi di temperatura. Ma “nell’Europa meridionale il rischio è già elevato per un livello di riscaldamento globale di 1,5 gradi“.

Inondazioni in Europa

I cambiamenti del clima portano anche altri effetti, ad esempio a causa dell’aumento delle precipitazioni estreme in molte aree europee. Dunque nubifragi, piogge intense e temporali brevi ma violentissimi. C’è poi l’innalzamento del livello del mare lungo praticamente tutte le coste del Vecchio Continente; poche le eccezioni, come la penisola Scandinava. I rischi per le persone e per le infrastrutture derivanti dalle inondazioni costiere, fluviali e pluviali aumenteranno in molte regioni d’Europa.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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