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Ucraina, Putin “visita” Mariupol che i suoi soldati hanno raso al suolo

Dopo la sua incriminazione da parte della Corte penale internazionale è stato prima in Crimea e poi nella città martire ucraina

Vladimir Putin ha effettuato “una visita di lavoro” nella città ucraina di Mariupol. Si tratta della città martire, rasa al suolo dai russi in un anno di guerra, che gli invasori hanno inglobato nell’autoproclamata repubblica popolare di Donetsk.

Putin, scrive l’agenzia di stampa Tass, ha “ispezionato una serie di luoghi a Mariupol e ha parlato con i residenti locali“. Il presidente russo “si è recato a Mariupol in elicottero. Ha guidato un veicolo lungo le strade della città, fermandosi in diverse località“. La “visita” è avvenuta sabato 18 marzo, dopo che, a sorpresa, Putin si era recato nella Crimea occupata.

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Putin per strada a Mariupol con un gruppo di residenti. Foto Twitter @Gerashchenko_en

Mariupol distrutta

Proprio pochi giorni fa l’amministrazione militare russa aveva inaugurato una piattaforma per elicotteri sull’acciaieria Azovstal di Mariupol, per mesi roccaforte della difesa ucraina fino alla resa del maggio scorso. Mariupol è rimasta tristemente famosa anche a causa del bombardamento del teatro, in cui morirono centinaia di civili che vi avevano trovato rifugio. E della distruzione dell’ospedale pediatrico, con le puerpere ferite e portate via in barella. Ma per Putin e per la propaganda russa si tratta di “un piccolo angolo di paradiso” ha affermato un abitante parlando col presidente russo.

La cronista russa

Proprio in relazione a Mariupol, poco più di un mese fa, a metà febbraio, un tribunale russo ha condannato a 6 anni di reclusione la giornalista russa Maria Ponomarenko. La sua ‘colpa’? Aver postato sui social media la notizia del raid aereo di Mosca sul teatro della città ucraina, un anno fa. Il tribunale di Barnaul, in Siberia, l’ha giudicata rea di aver diffuso “fake news” in base alla nuova legge che soffoca il dissenso sull’invasione dell’Ucraina. “Nessun regime totalitario è mai stato così forte come prima del suo crollo” è stata la risposta della giornalista al momento della sentenza. Un’affermazione che preconizza la fine del regime di Putin.

“Putin criminale di guerra”

Adesso è invece Putin in persona a occuparsi di Mariupol. Nella sua “visita” ha promesso che Mosca costruirà altri quartieri residenziali. Le su affermazioni fanno seguito alla sua incriminazione come criminale di guerra e ladro di bambini da parte della Corte penale internazionale (Cpi). “È carta straccia” dice il Cremlino ma il procuratore capo della Cpi, Karim Khan, ha ricordato alla Cnn i processi storici contro i criminali di guerra nazisti, l’ex presidente jugoslavo Slobodan Milosevic e l’ex leader liberiano Charles Taylor. Ovvero esempi di figure apparentemente intoccabili che hanno dovuto affrontare la giustizia. “Erano tutti individui potenti, eppure si sono ritrovati nelle aule di tribunale“, ha affermato il procuratore.

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Un modello del Teatro di Mariupol distrutto dai russi alla mostra a Kiev un anno dopo il bombardamento russo, il 16 marzo 2023. Era diventato un rifugio per centinaia di civili e fuori c’era scritto “bambini”. Foto Ansa/Epa Sergey Dolzhenko

Xi Jinping da Putin

Per Putin giunge subito il ‘soccorso’ cinese. La Cina, come per altro gli Usa, non riconosce la giurisdizione della Corte penale internazionale. Il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Wang Wenbin, ha parlato nei giorni scorsi della la visita del presidente Xi Jinping in Russia, fra il 20 e il 22 marzo. E ha assicurato che “è per la pace” in Ucraina. “Mantenere la pace nel mondo e promuovere lo sviluppo comune sono gli scopi della politica estera cinese“, ha aggiunto Wang. “Sulla questione ucraina, la Cina si è sempre schierata dalla parte della pace, del dialogo e della correttezza storica“. Per il Cremlino la visita di Xi Jinping servirà a discutere “la cooperazione strategica” tra i due Paesi.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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