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Scontro fra aerei militari, morti i piloti: “Hanno evitato i palazzi, sono eroi”

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Tragedia alle porte di Roma, dove due aerei d’epoca si sono scontrati all’altezza di Guidonia Montecelio, il 7 marzo, e sono precipitati. I piloti dell’Aeronautica Militare che erano a bordo sono morti. Si tratta del tenente colonnello Giuseppe Cipriano e del maggiore Marco Meneghello. Dopo lo scontro avrebbero manovrato per evitare le case, e dunque una strage.

Sul posto polizia, carabinieri e personale del 118. I due aerei appartenevano al 60° Stormo dell’Aeronautica Militare. In base alle prime informazioni, un velivolo è precipitato su un’auto parcheggiata a poca distanza da alcune abitazioni mentre l’altro mezzo è caduto su un campo. Non risultano feriti.

Giuseppe Cipriano (a sinistra) e Marco Meneghello. Foto Twitter @robertapinotti

I testimoni dello scontro fra aerei

Il pilota ha fatto qualcosa per evitare i palazzi, li ha schivati. Secondo me una manovra per graziarci, perché poteva prendere i palazzi“. Così raccontano i testimoni oculari dell’incidente tra i due aerei ultraleggeri. “Pur essendo in corso i doverosi accertamenti, dalle prime ricostruzioni è ragionevole ipotizzare che il velivolo caduto nella strada di un centro abitato sia stato lì direzionato dal pilota per recare il minor danno possibile a cose e persone, tanto che i danni sono stati limitatissimi. Diversamente, se fosse caduto sugli edifici ai lati della strada avrebbe causato numerose vittime“. Lo afferma in una nota il procuratore di Tivoli, Francesco Menditto.

Chi erano i piloti degli aerei

La collisione tra i due aerei precipitati a Guidoniaè avvenuta nella fase che precede l’atterraggio” ha spiegato il generale dell’aeronautica Silvano Frigerio. I due aerei erano impegnati “in un’attività addestrativa che coinvolgeva in tutto quattro velivoli. L’ipotesi per ora è la collisione in volo che ha determinato la caduta dei due aerei ma l’inchiesta accerterà le cause“. I piloti deceduti “erano esperti, volavano su diversi mezzi. Da molti anni erano in forze al 60° Stormo e al Gruppo volo di Guidonia” ha aggiunto Frigerio. “Il tenente colonnello Giuseppe Cipriano, nato nel 1975 a Taranto, era istruttore di volo. Il maggiore Marco Meneghello era nato a Taranto nel 1977. Tutti i piloti dell’Aeronautica sono addestrati anche a manovre per preservare l’incolumità delle persone, ma l’indagine in corso lo appurerà“.

La strada di Guidonia in cui, evitando i palazzi, è caduto uno dei due aerei che si sono scontrati. Foto da un fermo della Protezione civile

Il cordoglio del Capo dello Stato

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, un messaggio di cordoglio per la morte dei piloti a causa dell’incidente fra gli aerei. “Il tragico incidente aereo in cui hanno perso la vita il Tenente Colonnello Giuseppe Cipriano e il Maggiore Marco Meneghello, mentre erano impegnati in attività di volo – si legge nel messaggio – ha destato profonda commozione in tutto il Paese. In questa triste circostanza, voglia rendersi interprete presso l’ Aeronautica Militare e le famiglie dei due Ufficiali dei miei sentimenti di cordoglio, solidarietà e intensa partecipazione al dolore dei congiunti“.

Il prato su cui è precipitato uno dei due aerei che si sono scontrati a Guidonia. Foto Ansa/Massimo Percossi

Cipriano: “Mio fratello ha dato la vita

A Rai Radio Uno ha rilasciato alcune dichiarazioni Alessio Cipriano, fratello del tenente colonnello Giuseppe Cipriano, pilota di uno dei due aerei. “Era una persona d’oro, una persona speciale. Ha dato veramente l’anima e la vita. Mio fratello non volava per mestiere. Lo faceva davvero per passione. L’ha fatto da sempre, per tutta la sua vita, fin da quando era ragazzo. Era un istruttore, a detta dei suoi allievi, uno dei migliori mai incontrati. Ha dato veramente l’anima per i suoi allievi, per l’Aeronautica e per il tricolore“.

La strada in cui è caduto uno dei due aerei che si sono scontrati in volo a Guidonia. Foto Ansa/Massimo Percossi

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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