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Bruno Astorre morto nel suo ufficio in Senato: si sarebbe tolto la vita

Tragedia a Palazzo Cenci a Roma. Commozione per la scomparsa di un politico apprezzato da tutti. I messaggi di Schlein, Meloni e Piantedosi

La morte improvvisa e violenta del senatore Bruno Astorre ha sconvolto il mondo della politica italiana venerdì 3 marzo. Astorre, 59 anni, senatore del Partito Democratico, è precipitato da una finestra del suo ufficio, al quarto piano di Palazzo Cenci a Roma, sede distaccata di Palazzo Madama. L’ipotesi è che si sia suicidato.

Inutili i soccorsi del personale medico di un’ambulanza dell’Ares 118. La tragedia è avvenuta pochi minuti prima delle 13. Astorre avrebbe compiuto 60 anni il prossimo 11 marzo. Era senatore dal 2013, rieletto alle politiche dello scorso 25 settembre. Dal 2018 era segretario regionale del PD nel Lazio. La procura di Roma ha avviato, come atto dovuto, un fascicolo di indagine. Il procedimento, come avviene in questi casi, è rubricato come “istigazione al suicidio“.

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Un’immagine d’archivio del senatore Bruno Astorre. Foto Ansa/Massimo Percossi

Astorre, i messaggi Schlein e Meloni

Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco insieme con gli agenti della polizia scientifica e il pubblico ministero di turno. Fra i primi ad accorrere a Palazzo Cenci, l’ex segretario del PD, Nicola Zingaretti e la senatrice democratica romana Cecilia D’Elia. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha fatto esporre le bandiera a mezz’asta. L’ex vicepresidente della Regione Lazio, Daniele Leodori (PD), ha accompagnato sul luogo della tragedia la moglie di Astorre, Francesca Sbardella, sindaca di Frascati.

La neo-segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha dichiarato: “Siamo sconvolti e profondamente addolorati dalla tragica notizia della morte del Senatore Bruno Astorre. Tutta la comunità democratica si stringe attorno alla moglie e alla sua famiglia, agli amici e a tutti i suoi colleghi“. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è detta “profondamente turbata dalla notizia della scomparsa di Bruno Astorre“. “Un avversario appassionato e leale, una persona perbene. A nome mio e del Governo, mi stringo al dolore della moglie, della famiglia e della sua comunità politica“.

Il cordoglio di Letta e Franceschini

L’ex segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, ha scritto su Twitter: “Rimango attonito alla tragica notizia della morte di Bruno Astorre. Non riesco a trovare parole di fronte ad un simile dramma. C’è il silenzio. C’è la preghiera. L’abbraccio ai suoi cari“. “Ciao Bruno, amico di una vita. Ci hai insegnato cosa vuol dire amare la politica, amare la propria terra, voler bene alle persone. Ogni giorno ci hai salutato con la gioia negli occhi ridenti e noi ti ricorderemo per sempre cosi”, il ricordo dell’ex ministro della Cultura, Dario Franceschini.

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L’esterno di palazzo Cenci dove il senatore del PD Bruno Astorre è morto il 3 marzo 2023. Foto Ansa/Paolo Dall’Orso

Gualtieri e Piantedosi ricordano Astorre

Sconvolto dalla notizia della scomparsa del senatore Bruno Astorre. Una persona intelligente e generosa che ha dato moltissimo al nostro territorio. Mi stringo al dolore dei suoi cari e di tutta la comunità democratica che gli voleva bene”, ha scritto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.

Cordoglio anche dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: “Piango con sincera e profonda commozione la drammatica scomparsa dell’amico e senatore Bruno Astorre“. Il senatore democratico era “un saldo punto di riferimento per la comunità del Lazio. Un uomo delle Istituzioni del quale, durante il mio incarico da Prefetto di Roma, ho avuto modo di apprezzare, in occasioni di numerose proficue collaborazioni, le grandi qualità umane, i valori, la competenza e la sensibilità. Giunga il mio cordoglio alla moglie Francesca e a tutta la sua famiglia“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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