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Turchia e Siria, incubo colera dopo il terremoto

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A due settimane dal terremoto del 6 febbraio scorso, in Turchia e Siria è emergenza per il colera. Un rischio epidemico molto concreto, denuncia la ong Oxafm. Ci sono almeno 1,5 milioni di persone che si trovano senza più un tetto perché la casa è distrutta o inagibile. E ora vivono accampati in centri di accoglienza che sono al collasso.

Si tratta di sopravvissuti che hanno perso la casa e ora sono costretti in condizioni sanitarie disastrose. I rifugi sono sovraffollati e non ci sono servizi igienici adeguati, né acqua potabile sufficiente per tutti.

Soccorritori a Jenderes, a nord di Aleppo, in Siria, con in braccio il corpo di un bambino. Foto Twitter @SyriaCivilDef

Un bagno per centinaia di persone

Il 20 febbraio la ong Oxfam ha lanciato l’allarme colera per i sopravvissuti al terremoto. Una delle situazioni più critiche si registra ad Aleppo, la città martire della Siria, devastata da lunghi anni di guerra e ora pressoché rasa al suolo. Lì, denuncia Oxfam, in alcuni rifugi oltre 150 persone, incluse donne e bambini, condividono un unico bagno. “Non c’è né privacy, né dignità” ha raccontato ai volontari di Oxfam una donna che si trova in uno dei centri allestiti in città. “A volte devo aspettare anche una giornata intera per poter usare i servizi igienici“.

Colera, malattia che si può prevenire

I casi di colera in Siria erano già in aumento prima del terremoto. Adesso il rischio di nuovi focolai è altissimo per chi si trova in tendopoli improvvisate o nelle moschee che ospitano gli sfollati“. Così Stefania Morra, responsabile del programma di azione umanitaria di Oxfam Italia. “È fondamentale, in questo momento, impedire che ci siano nuove vittime per una malattia del tutto prevenibile“. Non meno grave è la situazione in Turchia, dove fino ad oggi il Governo ha messo a disposizione soltanto una parte dei container che aveva promesso.

“Pensiamo a sopravvivere”

Anche qui centinaia di migliaia di persone si trovano in questo momento a doversi arrangiare in piccoli rifugi improvvisati, privi di servizi igienici e senza acqua corrente. “Non pensiamo al futuro, ma solo a sopravvivere giorno dopo giorno“, racconta Aziza Ahmet, una rifugiata siriana madre single di tre figli. Come tantissimi suoi compatrioti è fuggita in Turchia a causa della guerra iniziata 12 anni fa, e si è ritrovata costretta a dover lasciare tutto ancora una volta. Adesso corre anche il pericolo di dover fronteggiare un’epidemia di colera.

Fra Turchia e Sira si calcolano in circa 1,5 milioni le persone senza più casa perché distrutta o inagibile. Foto Twitter @World24New

Rischio colera, le cifre

In Turchia Oxfam sta fronteggiando l’emergenza assieme a una rete di organizzazioni e cooperative femminili. Tutto in coordinamento con le autorità pubbliche, per accelerare l’allestimento di campi e rifugi adeguati. Lo scopo è quello di portare beni di prima necessità, cibo, coperte, acqua pulita e kit igienici agli sfollati. Anche così si può cercare di evitare il propagarsi del colera.

L’obiettivo finale è soccorrere 1,4 milioni di persone, anche attraverso il ripristino delle infrastrutture idriche distrutte dal sisma. In Siria, ad Aleppo, i team di Oxfam sono al lavoro per portare beni di prima necessità, soprattutto acqua pulita e kit igienico-sanitari a oltre 26 mila sfollati. Si sta inoltre lavorando per testare la sicurezza di centinaia di edifici e per riparare le infrastrutture idriche che servono migliaia di persone. Nei prossimi 6 mesi Oxfam vuole portare aiuti a 300mila siriani.

Sisma, i numeri della tragedia

La Protezione civile della Turchia ha intanto reso noto a causa del terremoto si contano a oggi oltre 40mila vittime nel paese. A queste si devono sommare almeno 5.800 persone morte in Siria, secondo i dati del Governo siriano e delle Nazioni Unite. In totale dunque i morti sono più di 46mila. Ma il bilancio non è ancora definitivo. In alcune zone terremotate, anche se non più in tutte, si continua a scavare. E ora, come detto, si somma un concreto rischio di epidemie letali, a cominciare dal colera.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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