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Terremoto in Turchia e Siria, si temono 60mila vittime. Bimbi salvi dopo 140 ore

Ritrovati i corpi senza vita di una famiglia italo-siriana della provincia di Milano. Ancora disperso il veneto Angelo Zen

Il terremoto che ha colpito il sud-est della Turchia e il nord della Sira è una catastrofe che potrebbe aver provocato oltre 60mila vittime, secondo l’ONU. A quasi una settimana dal sisma si contano oltre 33mila morti ma il bilancio sembra destinato a salire ancora.

D’altro canto i soccorritori continuano a salvare vite. Emergono dalle macerie molti bambini ancora vivi. La resilienza di tanti piccoli appare impressionante. I loro pianti sono rumori preziosi che a volte guidano i soccorritori nel silenzio tombale degli edifici in macerie.

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Il piccolo Moaz, bimbo siriano sopravvissuto al terremoto, portato in salvo dai volontari della ong White Helmets a Sarmada in Siria. Foto Twitter @SyriaCivilDef

Le vittime del terremoto

Stando ai dati che giungono dalle zone del terremoto, a oggi sono 29.605 le persone morte in Turchia e 3.574 quelle in Siria. Il totale confermato sale dunque a 33.179. Un funzionario dell’ONU ha dichiarato che questi numeri potrebbero raddoppiare. “Penso che sia davvero difficile da stimare in modo molto preciso perché dobbiamo ancora scavare sotto le macerie. Ma io sono sicuro che il bilancio dei morti raddoppierà o andrà oltre“, ha detto ai microfoni di Sky News il responsabile dei soccorsi delle Nazioni Unite, Martin Griffiths.

Turchia, arresti di massa

In Turchia le autorità giudiziarie hanno fatto arrestare oltre 100 costruttori edili nelle 10 province colpite dal terremoto del 6 febbraio. Si tratterebbe di persone che hanno a che fare con la costruzione di alcuni degli oltre 2mila edifici crollati. Sono sospettate di avere violato le normative edilizie. Il ministero della Giustizia ha autorizzato quasi 150 procure locali a istituire “unità investigative sui crimini legati al terremoto“. I procuratori potranno avviare cause penali contro tutti i “costruttori e i responsabili” del crollo degli edifici che non rispettavano i codici esistenti, introdotti dopo un disastro simile nel 1999.

Il costruttore in fuga

Uno di questi imprenditori è – secondo le accuse – Mehmet Yasar Coskun, responsabile della costruzione di un condominio di lusso di 12 piani con 250 appartamenti nella provincia di Hatay. Il terremoto ha completamente distrutto il grattacielo. Le forze dell’ordine hanno arrestato l’uomo venerdì scorso, 10 febbraio, all’aeroporto di Istanbul. Secondo i pm turchi, stava cercando di abbandonare rapidamente la Turchia per trasferirsi nel Montenegro, ha riferito l’agenzia di stampa Anadolu. I procuratori di Istanbul ne hanno ordinato l’arresto dopo aver scoperto i suoi piani di volo all’estero.

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Una donna esprime la sua disperazione per le conseguenze del terremoto ad Antakya, in Turchia. Foto Ap/Twitter @PGiannakouris

I piccoli sopravvissuti al terremoto

Fra le tante notizie che giungono dalla Turchia, come dalla Siria, anche quella di un bambino di 7 mesi tratto in salvo nel distretto di Antakya, nella provincia meridionale turca di Hatay. Il piccolo è rimasto intrappolato tra le macerie per 140 ore. Nel distretto di Nizip della stessa provincia, una ragazzina è sopravvissuta tornando a vedere la luce del sole 146 ore dopo il terremoto. Sempre nella provincia di Hatay, nel distretto di Antakya, un uomo di 35 anni è stato tratto in salvo da squadre di soccorso turche e romene dopo 149 ore.

Distrutta famiglia italo-siriana

In Siria, invece, i soccorritori hanno ritrovato senza vita ad Antiochia i corpi di 6 italo-siriani – tutti membri della stessa una famiglia – lì dove la Farnesina ne aveva segnalato la scomparsa, riporta Fulvio Fiano sul Corriere della Sera. Si tratta degli Hasan: tre adulti e tre bambini, fra i quali un neonato. Residenti da anni a Vanzaghello, in provincia di Milano, erano da pochi giorni ad Antiochia per conoscere il figlio appena nato di un loro parente. La notizia è stata data con un tweet dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. Proseguono le ricerche di Angelo Zen, l’imprenditore veneto di cui non si hanno più notizie e che si trovava in Turchia, a Kahramanmaras, una delle zone più colpite, vicina all’epicentro del terremoto.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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