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Terremoto di magnitudo 3.5, paura a Siena. Nuove scosse al mattino

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Gente in strada che non ha chiuso occhio per tutta la notte a Siena e provincia dopo il terremoto della sera dell’8 febbraio. Ma la paura non è cessata perché stamani 9 febbraio ci sono state nuove scosse: almeno 6 nell’arco di un’ora, fra le 8.19 e le 9.16.

Una soprattutto, quella delle 8.19 di magnitudo 2,8, è stata avvertita in maniera distinta dalla popolazione. La autorità hanno fatto evacuare in via precauzionale il Palazzo di Giustizia e altri uffici pubblici. Il sindaco Luigi De Mossi e la giunta stanno monitorando la situazione.

Persone in piazza del Campo Siena dopo la scossa di terremoto, Siena, 9 febbraio 2023.

Sisma “leggero” ma pauroso

Lo sciame sismico che coinvolge Siena arriva a due giorni dal terremoto che ha devastato la Turchia e il nord della Siria. Alla sera dell’8 febbraio molte famiglie si sono riversate nel piazzale della Mens Sana, a Pian del lago e negli spazi più aperti. La prima scossa di magnitudo 3.5 si è registrata alle 21:51, a 8 chilometri di profondità. L’epicentro tra porta Tufi e porta Romana. Ma il terremoto si è sentito distintamente anche in molte parti della provincia.

Come a Quercegrossa, Arbia, Montaperti, Sovicille, San Rocco a Pilli, Poggibonsi, Colle Val d’Elsa, Chiusdino, Monteroni d’Arbia e Montalcino. Secondo la scala Richter, un evento sismico di magnitudo 3.5 è classificato come terremotomolto leggero” e lo si descrive generalmente come non in grado di provocare gravi danni. La prima scossa della sera dell’8 febbraio è stata equivalente – per energia potenzialmente distruttiva sviluppata – a un’esplosione di circa 20 tonnellate di tritolo.

Paragone col terremoto in Turchia

Per fare un paragone sulla potenza, il sisma che ha colpito la Turchia è stato uguale all’esplosione di 1000 bombe atomiche all’idrogeno. Ovvero quasi 1500 volte più potente di quello avvertito a Siena. Dalla città toscana spiegano che l’area senese è complessivamente a modesto rischio sismico. Negli anni si sono verificati terremoti con magnitudo ben superiore a 3.5 o 2.8. Il tutto rientrerebbe dunque nella normalità del territorio. L’ultima scossa di terremoto che creò paura a Siena risale a 38 anni fa: il 24 ottobre 1985. La terra tremò con magnitudo 3.0 e fece uscire centinaia di persone dalle proprie case.

Una donna piange sul cadavere di sua nipote morta a causa del terremoto, fuori dall’ospedale di Elbistan, vicino a Kahramanmaras, in Turchia. Foto Ansa/Epa Sedat Suna

Turchia e Siria, la situazione

Per quanto riguarda il terremoto in Turchia e Siria, continua l’opera dei soccorritori: si continua a scavare con la speranza di trovare sopravvissuti, in particolare bambini, sotto le macerie degli oltre duemila edifici crollati. Dopo 3 giorni e 4 notti sono 15mila le vittime accertate. Ma il bilancio sembra destinato a salire inesorabilmente. Si parla di 20mila possibili vittime.

La situazione nelle città più colpite è catastrofica: è in corso un’emergenza umanitaria internazionale. Mancano corrente elettrica, acqua potabile, connessioni a Internet. Nel sud-est della Turchia, epicentro del terremoto – fra le città di Kahramanmaras, Hatay e Gaziantep – stanno arrivando aiuti e soccorritori da oltre 65 paesi di tutto il mondo. Ucraina e Russia, malgrado la guerra che da un anno li contrappone con sempre maggiore violenza.

Il dittatore siriano Bashar al-Assad ha chiesto aiuto all’Unione europea. E e si è detto pronto a fa giungere i soccorsi anche nelle regioni controllate dai cosiddetti ribelli, ovvero gli oppositori del regime. Si tratta proprio delle zone del nord della Siria dove il terremoto ha colpito più duramente. E in cui stanno operando quasi esclusivamente gli uomini e le donne della ong White Helmets.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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