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I sommersi e i salvati: in Turchia e Siria migliaia di morti, 8mila estratti vivi dalle macerie

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La situazione in Turchia e in Siria peggiora, a poco più di 24 ore dal terremoto di magnitudo 7.8 della notte del 6 febbraio. Il bilancio delle vittime è salito a circa 5mila morti e continuerà a salire nelle prossime ore.

In una situazione del genere i soccorritori, che continuano indefessamente a lavorare senza un attimo di tregua, hanno già salvato dalla morte oltre 8mila persone. E dopo 28 ore dal terremoto, una donna e i suoi tre figli sono stati estratti vivi dalle macerie di un edificio crollato nel distretto Nizip di Gaziantep, nel Sud della Turchia. Intorno all’edificio distrutto i parenti aspettano notizie dei loro cari ancora sotto i detriti.

Una donna davanti a un edificio crollato dopo a Iskenderun (Alessandretta), in Turchia. Foto Ansa/Epa Erdem Sahin

Turchia, 312 scosse di assestamento

Come detto, finora sono circa 5mila le vittime accertate. Di queste almeno 3.400 hanno perso la vita nel sud est della Turchia, mentre per quanto riguarda in nord della Siria, devastato da oltre 10 anni di guerra civile, sono almeno 1.600 i morti. Nella sola Turchia i feriti sono 20.534, dichiarato il vice presidente turco Fuat Oktay, come riporta l’agenzia di stampa Anadolu. Nella notte fra ieri e oggi 7 febbraio si sono verificate altre 312 scosse di assestamento e l’attività sismica nella zona resta alta.

Incendio al porto di Alessandretta

Come se non bastasse tutto questo, un vasto incendio infuria da ieri notte nel porto di Iskenderun (Alessandretta), località costiera del sud est della Turchia pesantemente colpita dal terremoto. Alessandretta è vicina al confine con la Siria. Lo rendono noto vari media locali secondo cui il fuoco potrebbe avere avuto origine a causa della caduta di alcuni container nel porto, caduta provocata dal sisma. Tuttavia le causa restano da chiarire.

Turchia, non si trova un’italiano

In Italia c’è preoccupazione per i connazionali che potrebbero aver subito conseguenze dal terremoto. Più che in Siria, in Turchia, dove risiedono oltre 5mila connazionali. Tuttavia nel sud-est del paese, l’area dell tragedia, non sono molti. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha scritto su Twitter che “l’Unità di Crisi del ministero degli Esteri ha rintracciato tutti gli italiani che erano nella zona del sisma. Tranne uno. Si sta cercando ancora un nostro connazionale, in Turchia per ragioni di lavoro. La Farnesina, fino ad ora, non è riuscita ad entrare in contatto con lui“.

Vincenzo Montella e Lucia Bosetti. Foto Ansa

Montella e Bosetti salvi per miracolo

Dalla Turchia giungono le parole e le immagini, postate da lui stesso sui social, dell’allenatore Vincenzo Montella. Sia lui che la pallavolista azzurra Lucia Bosetti sono scampati al terremoto. “Ci siamo salvati – ha dichiarato Montella, secondo quanto riporta Repubblica – perché dovevamo giocare a Istanbul“. L’allenatore italiano è il tecnico dell’Adana Demirspor, una squadra della Super Lig turca, e si trova appunto a Istanbul, assieme ai giocatori, perché era in programma una trasferta del campionato (fermato).

Adana è una città della Turchia che si trova a circa 200 chilometri dall’epicentro del terremoto. Montella, 48 anni, di Pomigliano d’Arco (Napoli) ha rievocato il terremoto dell’Irpinia, che egli stesso ha vissuto sulla sua pelle. Quel 23 novembre 1980 aveva 6 anni e mezzo e viveva a Castello di Cisterna (Napoli) e ricorda ancora il boato del sisma. Lucia Bosetti, 33 anni, ha vissuto il terremoto da vicino, proprio da Adana, dove vive perché gioca come schiacciatrice nella squadra locale del Çukurova. “Ero a casa, dormivo, ho sentito la scossa – ha detto al Tgcom 24 – era notte e siamo scesi tutti per strada” ha raccontato. “Le strade sono completamente inagibili, non possiamo muoverci dalla città. Ora sto bene, ma è crollato un palazzo dietro casa mia“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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