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La guerra dei miliardari, Bill Gates all’attacco dei ‘colleghi’

"Meglio i vaccini che andare su Marte" dice, prendendosela con Musk e Bezos. Ma investe in società minerarie che scavano in Groenlandia

Facile adesso definirlo ‘il miliardario dal volto umano’: Bill Gates ha fatto sapere che preferirebbe spendere per i vaccini piuttosto che per viaggiare su Marte. E ha definito quello sanitario un miglior uso del denaro, rispetto alla ricerca spaziale.

Lo ha detto in una intervista alla Bbc, contrapponendosi alla corsa allo spazio intrapresa dai suo ‘colleghi’ multimiliardari Elon Musk e Jeff Bezos. Non è però un caso se Gates è un imprenditore che ha già investito nel finanziamento della ricerca farmaceutica per i vaccini.

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Bill Gates, 67 anni. Foto Ansa/Epa Lukas Coch

Bill Gates, i vaccini e lo spazio

In realtà è piuttosto costoso andare su Marte” ha detto Bill Gates alla Bbc. “Puoi acquistare vaccini contro il morbillo e salvare vite…una motivazione migliore di quella di andare su Marte“. Per un magnate mecenate statunitense, sul piano dell’immagine è molto importante trasmettere di sé l’immagine del filantropo. Ricco, ricchissimo, ma non egoista. A rischio di apparire bacchettone. Sebbene in questo caso sia inevitabile pensare che le bacchettate di Bill Gates fossero non a caso indirizzate verso Elon Musk, il patron di Tesla, SpaceX e Twitter.

Come è noto, Musk ha dichiarato di voler colonizzare Marte, sino a fondare lì le nuove città che gli umani andrebbero a popolare nel futuro. Ma anche il patron di Amazon, Jeff Bezos, si è unito alla “corsa allo spazio. Siamo ormai nell’era del turismo spaziale, sebbene ristretto a pochi ricconi, e, in prospettiva, all’industria spaziale vera e propria. SpaceX, la compagnia missilistica co-fondata da Musk nel 2002, si è prefissata l’obiettivo di inviare voli con equipaggio su Marte e alla fine colonizzare il Pianeta Rosso.

Nel mirino dei complottisti

Bezos, fondatore di Amazon, è a capo della società aerospaziale Blue Origin e ha compiuto un breve viaggio nello spazio nel 2021. Non è certo il solo perché anche il magnate britannico Sir Richard Branson ha raggiunto lo spazio con il suo Virgin Galactic. Bill Gates, cofondatore di Microsoft, crede che l’intelligenza artificiale trasformerà “abbastanza radicalmente” l’umanità, aiutando le ricerche in campo medico e scientifico.

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Elon Musk, 51 anni. Foto Ansa/Epa George Nikitin

Si è detto infine sorpreso per essere diventato il volto delle teorie del complotto durante la pandemia di Covid-19, durante la quale si è invece prodigato per l’accesso ai vaccini. “Immagino che le persone stiano cercando un capro espiatorio per la pandemia, ma i complotti sono una spiegazione troppo semplicistica. La malevolenza è molto più facile da capire della biologia“.

Gates e la Groenlandia

Bill Gates, che ha trascorso gran parte della sua vita vantando il record di persona più ricca del mondo, ha donato decine di miliardi di dollari a cause filantropiche. Spesso mirate alla salute globale, in particolare a quella dei bambini. Ora divide il suo tempo tra la lotta al cambiamento climatico e l’eradicazione della malnutrizione e di malattie come la poliomielite e la malaria.

Ma in realtà, secondo la Cnn, un ristretto club di miliardari statunitensi – tra cui Jeff Bezos, Michael Bloomberg e lo stesso Bill Gates ha messo occhi, e portafogli, sulla Groenlandia. I suoli della grande isola artica sono ricchi di materie prime, in primo luogo di minerali indispensabili all’odierna industria elettrica e non solo. E si è già scatenata una caccia senza scrupoli al nichel e al cobalto. Secondo l’emittente televisiva americana, Bill Gates sta finanziando la Kobold Metals, una società di esplorazione mineraria con sede in California.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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