Stangata della Corte federale alla Juventus per il caso plusvalenze. I bianconeri perdono 15 punti in classifica. La procura federale aveva richiesto una penalizzazione di ‘solo’ 9 punti. Adesso la Juve scivola nella parte bassa della classifica di serie A, fuori dal giro per entrare nelle coppe europee.

La Corte, scrive l’Ansa, ha anche inflitto sanzioni ai dirigenti bianconeri superiori alle richieste dei procuratori.

Da sinistra, Fabio Paratici, Pavel Nedved e Andrea Agnelli. Foto Ansa

La Corte federale ha accolto l’istanza per revocazione del processo plusvalenze, presentata dalla procura Figc, e ha così riaperto un procedimento sportivo a carico della Juventus. Sanzioni solo per la Juve e i suoi dirigenti, prosciolti gli altri club. Il procuratore della Figc, Giuseppe Chinè, aveva chiesto 9 punti di penalizzazione per la Juventus, ma ha anche chiesto 16 mesi di inibizione per Agnelli, 20 e 10 giorni per Paratici, 10 mesi per Cherubini, 12 mesi per tutti gli altri consiglieri.

Precipitati in classifica

Attualmente, la Juve è terza in classifica con 37 punti, la Roma settima con 34, davanti all’Udinese a 25. Ora invece i bianconeri scenderanno a 22 punti. “La pena deve essere afflittiva, la Juventus in classifica deve finire ora dietro la Roma, fuori dalla zona delle Coppe Europee“. Così, il procuratore della Figc, Giuseppe Chinè, avrebbe motivato la sua richiesta di penalizzazione nella requisitoria davanti alla Corte federale.

La difesa della Juventus

Ricorso “inammissibile, in ragione dell’assenza, nel caso in esame, dei presupposti applicativi di tale mezzo di impugnazione straordinario“, cioè di “fatti nuovi“, secondo il principio per cui “nessuno può essere perseguito o condannato penalmente dalla giurisdizione dello stesso Stato per un reato per il quale è già stato assolto o condannato a seguito di una sentenza definitiva conformemente alla legge e alla procedura penale di tale Stato“.

Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus. Adesso dovrà far recuperare alla sua squadra molte posizioni in classifica. Foto Ansa/Alessandro Di Marco

Parte così la memoria difensiva della Juve per l’udienza della Corte federale d’Appello per l’istanza di revoca dell’assoluzione presentata dalla Procura Figc sulle plusvalenze. “Nessuno degli elementi valorizzati dalla procura Federale” nell’ambito delle operazioni di mercato “dimostra l’esistenza di una artificiosa sopra-valutazione dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori alle predette operazioni, con ciò rendendosi piena infondatezza dell’odierno ricorso“. Lo sostiene la difesa Juventus. Circa la “sussistenza di documenti interni e budget riportanti l’indicazione di plusvalenze come obiettivo strategico“, “non costituiscono affatto – scrivono i legali- un elemento che possa fondare la natura fraudolenta e artificiosa delle operazioni concluse e dei valori ad esse assegnati“.

A questo punto il terzo grado di giudizio spetta il Collegio di Garanzia presso il Coni che però, come la Corte di Cassazione nell’ordinamento giuridico italiano, può giudicare soltanto sulla legittimità, ovvero il rispetto delle procedure, ma non sul merito. La Juventus si muoverà presumibilmente dopo aver letto le motivazioni che arriveranno entro i prossimi 10 giorni. Se per le altre società (Sampdoria, Empoli, Genoa, Parma, Pisa, Pescara, Pro Vercelli e Novara) il procuratore ha confermato la richiesta delle medesime sanzioni rispetto al procedimento già celebrato in primavera e terminato con il proscioglimento, maggiore severità è stata mostrata nei confronti dei bianconeri. Il tutto alla luce degli atti arrivati da Torino e relativi all’inchiesta Prisma.