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Covid in Cina, con le feste del Capodanno si temono 36mila morti al giorno

La stima è di una società inglese e fa riferimento al fatto che, dal prossimo fine settimana, milioni di cinesi si sposteranno tornando dai parenti nelle campagne

Le morti dovute al Covid in Cina potrebbero raggiungere quota 36mila al giorno durante le vacanze del Capodanno lunare. La grande festa di tutti i cinesi, che torna per la prima volta dopo tre anni di chiusure, è fissata a domenica 22 gennaio.

Si prevedono spostamenti di massa di milioni di persone che si ricongiungeranno con le famiglie d’origine. Dalle megalopoli in tantissimi cittadini si recheranno dai parenti nelle campagne e la paura è che il Covid-19 si diffonda come non mai.

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Sula pandemia la Cina ha voltato pagina rispetto alla politica zero Covid ma la situazione appare fuori controllo ad esempio sui dati reali di contagi e decessi. Foto Ansa/Epa Wu Hao

Il Covid appare fuori controllo

Esiste una stima dei decessi dovuti al Covid nel periodo dei festeggiamenti del Capodanno che emerge dall’analisi della società di ricerche britannica Airfinity. I ricercatori ipotizzano fino a 36mila morti al giorno. La decisione di Pechino di cancellare all’improvviso, poco più di un mese fa, la politica draconiana di tolleranza zero al Covid – fatta di chiusure e lockdown molto severi – non sembra avere avuto, finora, una valida alternativa. Le proteste popolari che fra novembre e dicembre si diffondevano in molte città del paese hanno spinto Xi Jinping a voltare pagina ma ora la Cina è in difficoltà.

Arrivano immagini di pazienti curati a terra, ospedali strapieni, situazione sanitaria molto precaria. Sul Covid la Cina non sta comunicando dati attendibili, secondo molti osservatori occidentali, tanto che anche l’Oms chiede più trasparenza. Airfinity ha spiegato di aver rialzato le previsioni sui decessi da Covid nella Terra del Dragone sia in base alla velocità di diffusione del contagio che a causa della mancanza di informazioni chiare sulla reale situazione della pandemia nella nazione più popolosa del mondo.

Il Covid oggi in Cina

L’aggiornamento di dati e cifre da parte britannica si basa sui numeri del Covid che il Governo cinese mette a disposizione dalle province del paese. Il tutto combinato con i tassi osservati in altri paesi dopo la rimozione delle restrizioni di contenimento del virus. Sabato scorso, 14 gennaio, per la prima volta dall’ondata di Covid partita all’inizio dello scorso mese, la Cina ha fornito alcuni dati.

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Una donna festeggia il nuovo anno con fuochi d’artificio all’Aranya resort di Qinhuangdao, in Cina, il 1 gennaio 2023. Nel weekend del 21 e 22 gennaio cominceranno i festeggiamenti per il Capodanno lunare cinese. Foto Ansa/Epa Wu Hao

Pechino parla di 59.938 decessi tra l’8 dicembre 2022 e il 12 gennaio 2023 collegati al virus Sars-CoV-2. Solo 5.503 sarebbero stati i morti per insufficienza respiratoria che l’infezione da Coronavirus ha innescato. E quindi si tratta di cifre computabili nelle statistiche generali. Mentre gli altri 54.435 morti sono stati considerati decessi legati al Covid, ma in presenza di patologie croniche come cancro o malattie cardiovascolari.

L’età delle vittime

L’età media dei deceduti era di 80,3 anni e il 90% aveva da 65 anni in su, secondo i media cinesi. Pechino è finita nel mirino della comunità internazionale per la mancanza di trasparenza sull’ultimo focolaio che ha portato a segnalazioni di ospedali e pompe funebri in tutto il Paese affollati e ai limiti della operatività.

Molti paesi, inoltre, hanno imposto restrizioni ai viaggiatori provenienti dalla Cina chiedendo a Pechino di condividere più dati con il resto del mondo. Tuttavia, il ministero degli Esteri cinese ha affermato che anche gli Stati Uniti – lodati dall’Oms per le informazioni fornite finora – dovrebbero subire pressioni affinché condividano in modo tempestivo i propri dati sulla diffusione della sotto variante Omicron XBB.1.5,  – la cosiddetta variante Kraken – ritenuta altamente contagiosa.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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