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Giorgia Meloni da papa Francesco: nuova intesa fra Italia e Vaticano?

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Papa Francesco riceverà in udienza, il 10 gennaio, la premier italiana Giorgia Meloni, a due mesi e mezzo dal suo insediamento a Palazzo Chigi.

È il primo incontro ufficiale tra i due, che si vedranno alle 10 di martedì al Palazzo Apostolico. L’udienza figura ufficialmente nell’agenda del Papa.

Sergio Mattarella e Giorgia Meloni con papa Francesco il 5 gennaio scorso, jn occasione dei funerali del Papa Emerito Benedetto XVI. Foto Ansa/Vatican Media

L’incontro ai funerali di Ratzinger

La premier Meloni ha salutato papa Bergoglio al termine dei funerali di Benedetto XVI. Lo scorso 5 gennaio, insieme al presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha guidato la delegazione italiana, ha infatti partecipato alle esequie del Papa Emerito in Vaticano. Al termine della celebrazione, vi è stato un breve e cordiale scambio di battute a San Pietro. In questi mesi tra i due ci sono stati contatti e il giorno di Capodanno papa Francesco – all’Angelus di inizio anno – ha rivolto i tradizionali auguri alle autorità italiane, indirizzandoli non solo al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ma anche, specificamente, alla presidente del Consiglio Meloni.

Il Papa e l’immigrazione

Del resto, nel corso del volo di ritorno dal Bahrein, il Papa, conversando con i giornalisti al seguito, aveva augurato “il meglio” al nuovo Governo italiano. E aveva auspicato che “possa portare l’Italia avanti“, augurandosi che non cada in tempi brevi a causa delle fibrillazioni politiche che hanno segnato le sorti dei governi nella storia recente del nostro Paese. Quanto al nodo dell’immigrazione, Francesco in quell’occasione – erano i primi di novembre – aveva sottolineato che “ogni Governo dell’Unione europea deve mettersi d’accordo su quanti migranti può ricevere. Altrimenti solo 4 Paesi sono quelli che li ricevono: Cipro, Grecia, Italia e Spagna, coloro che nel Mediterraneo sono più vicini“.

Il Papa: “Stop alla guerra”

Nel corso dell’udienza con il Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede per la presentazione degli auguri per il nuovo anno, intanto, Papa Francesco è tornato a parlare di “terza guerra mondiale“. E ha chiesto che cessi “immediatamente questo conflitto insensato” in Ucraina. Ha quindi ricordato che “gli attacchi alle infrastrutture civili” in questa guerra “portano le persone a perdere la vita non solo a causa degli ordigni e delle violenze, ma anche di fame e di freddo“. Il Papa ha richiamato la Gaudium et spes, celebre documento del Concilio Vaticano II, secondo il quale “ogni atto di guerra, che mira indiscriminatamente alla distruzione di intere città o di vaste regioni e dei loro abitanti, è delitto contro Dio e contro la stessa umanità e va condannato con fermezza e senza esitazione“.

Giorgia Meloni al Consiglio europeo con Ursula von der Leyen, lo scorso 15 dicembre. Foto Ansa/Chigi Filippo Attili

Meloni e von der Leyen

Dal canto suo, prima di recarsi dal Papa, Giorgia Meloni ha incontrato a Palazzo Chigi, il 9 gennaio, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Un’ora di vertice circa, per parlare di priorità che sono “nell’interesse dell’Italia e dell’Europa“. Al meeting ha partecipato anche il ministro per gli Affari Ue, la Coesione e il PNRR, Raffaele Fitto. Il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza è stato fra i temi in discussione. L’Italia, in teoria, vorrebbe più tempo per la messa a punto dei target concordati con l’Ue. Il problema, per il Governo italiano, non è la quantità di risorse ma nel loro assorbimento. Difficilmente però la Commissione accetterà di rinviare a oltre il 2026 la deadline del piano Next Generation Eu. Sulle modifiche del progetto è tuttavia aperta una trattativa che, sottotraccia, è arrivata a un livello già avanzato.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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