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Manovra: passo indietro del Governo sul Pos, tetto al contante a 5mila euro

Per le pensioni confermate Quota 103 e Opzione Donna. Via libera alla flat tax

A meno di due settimane dalla fine dell’anno la manovra economica di bilancio subisce una brusca virata. Tra le novità lo stralcio del tetto all’obbligo dei pagamenti elettronici (Pos).

Previste in manovra le pensioni minime innalzate a 600 euro per gli over 75 e l’ampliamento della platea di lavoratori dipendenti fino a 25 mila euro di reddito lordo che usufruirà del cuneo fiscale del 3%.

Pagamento POS con carta di credito: non ci sarà la possibilità per i negozianti di rifiutare i pagamenti elettronici fino a 60 euro
Un pagamento POS con carta di credito: non ci sarà la possibilità per i negozianti di rifiutare i pagamenti elettronici fino all’importo di 60 euro. Foto Ansa/Ettore Ferrari

Il ministro Giancarlo Giorgetti ha confermato le misure ‘bandiera’: flat tax, Quota 103, innalzamento del tetto al contante a 5 mila euro. E anche Opzione donna con l’abbassamento dell’età pensionabile per le lavoratrici madri. In manovra entra poi la proroga al 31 dicembre della Cilas per il Superbonus 110%.

Manovra, la norma sul Pos

Fra le ultimissime novità della manovra, come detto, non ci sarà alcun tetto all’obbligo per i pagamenti digitali. Salta l’articolo 69 del disegno di legge Bilancio che autorizzava gli esercenti a non accettare pagamenti con Pos o carte di credito fino a 60 euro di spesa senza incorrere in sanzioni. La previsione di una norma del genere ha creato polemiche in Italia dopo che le opposizioni hanno attaccato la maggioranza indicando nella norma un elemento che avrebbe favorito l’evasione fiscale. Ma è soprattutto all’estero – ovvero presso la Commissione europea – che il progetto ha suscitato irritazione. Il motivo? Non sarebbe appunto una regola coerente con la lotta agli evasori così come la si è fissata nel PNRR.

Un passo indietro, dunque, è quello che arriva ora dal Governo, con lo stralcio della questione Pos dalla manovra, dopo giorni di trattative con la Commissione. La premier Giorgia Meloni lo ha spiegato affermando che “se non ci sono i margini, ci inventeremo un altro modo per non far pagare agli esercenti le commissioni bancarie sui piccoli pagamenti“. E lo stesso ministro Giorgetti ha precisato: “Si tratta di trovare soluzioni compatibili con le raccomandazioni e le normative di riferimento anche in sede europea“.

Reddito e Superbonus

Resta a 5mila euro l’innalzamento del tetto al contante a partire dal primo gennaio 2023 (adesso è a mille euro). Il Governo ha inoltre ripristinato la vecchia norma del 2012 che permette ai contratti di mutuo ipotecario di tornare dal tasso variabile al fisso. Riguardo al reddito di cittadinanza “le mensilità sono state ridotte da 8 a 7” ha dichiarato il ministro dell’Economia, Giorgetti. Negli emendamenti del Governo Meloni, inoltre, “si recepisce quella che è una volontà emersa in commissione al Senato sul disegno di legge quater. La possibilità, cioè, di presentare la Cilas (la comunicazione di inizio lavori) per i condomini entro il 31 dicembre 2022 per mantenere il regime di maggior favore al 110%“.

Giancarlo Giorgetti, ministro dell'Economia, ha illustrato la manovra di bilancio del Governo
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Foto Ansa/Fabio Frustaci

Il Governo ha poi aumentato da 6mila a 8mila euro la soglia massima per l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali a favore di datori di lavoro. Questo vale, ha sottolineato Giorgetti in Commissione Bilancio della Camera, “per coloro che assumono dal primo gennaio al 31 dicembre con contratto a tempo indeterminato i beneficiari del reddito di cittadinanza“. Infine, a seguito della promozione con riserva dell’Italia da parte della Commissione Ue, il titolare dell’Economia ha appunto spiegato che “nell’emendamento alla manovra che presenterà il Governo si prevede l’eliminazione della normativa relativa al Pos. Argomento che rimettiamo alla valutazione della commissione per quanto riguarda eventuali forme, che noi caldeggiamo, di ristoro o risarcimento per gli operatori che si dovranno trovare di fronte a un maggiore onere per le commissioni applicate su queste transazioni“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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