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Manovra, Bruxelles promuove l’Italia con riserva

"Più impegno contro l'evasione fiscale" è il monito della Commissione a cui non piacciono né il rialzo del tetto al contante né quello ai pagamenti digitali

Nella manovra economica dell’Italia ci sono misure che “non sono in linea” con le raccomandazioni della Commissione europea sulla lotta all’evasione fiscale.

Così Bruxelles sulla legge di bilancio del nostro Paese che il Governo Meloni ha varato e che il Parlamento è chiamato a emendare e approvare entro il 31 dicembre 2022. I punti dolenti per la Commissione sono almeno tre. Innanzitutto la disposizione, nel testo della manovra, che innalza il tetto per le transazioni in contanti da 2mila a 5mila euro nel 2023. In secondo luogo la misura “equivalente a un condono” di cancellazione dei debiti fiscali inferiori a 1.000 euro relativi al periodo che va dall’anno 2000 al 2015. Infine il limite a 60 euro per rifiutare pagamenti elettronici senza sanzioni. La Commissione, inoltre, mette in discussione “il rinnovo, con criteri di età più severi, nel 2023, dei regimi di pensionamento anticipato scaduti a fine 2022“.

Ursula von der Leyen. La Ue non boccia ma neppure promuove a pieni voti la manovra del Governo Meloni
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Foto Julien Warnand

La manovra vista da Bruxelles

Nel complesso, la Commissione ritiene comunque che la manovra di bilancio dell’Italia sia in linea con gli orientamenti “della raccomandazione del Consiglio del 12 luglio 2022“. Per Bruxelles sono inoltre “plausibili” le ipotesi macroeconomiche alla base del progetto di bilancio “sia nel 2022 che nel 2023“. “La valutazione della Commissione sull’impatto di bilancio delle misure di politica fiscale è sostanzialmente in linea con quella del Governo“, si legge ancora nel documento di Bruxelles in cui si parla della manovra italiana.

Il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni. Ha fatto diversi rilievi sulla necessità di lottare contro l'evasione fiscale
Il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni. Foto Ansa/Giuseppe Lami

Secondo il commissario europeo all’Economia, l’ex presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, nella manovra italianaci possono essere alcune misure specifiche che possono riguardare o aver riguardato obiettivi del PNRR“. E che bisogna “evitare di contraddire, capovolgere. In particolare questo riguarda alcuni obiettivi legati ai pagamenti digitali. Questo è l’elemento che può incrociare due terreni distinti come legge di bilancio e PNRR. Ne stiamo discutendo con le autorità italiane“. Dalla Commissione Ue, ha proseguito, c’è l’invito all’Italiaa procedere sulla riforma del fisco“. “Ci sono rilievi in particolare su misure legate ai pagamenti digitali e all’evasione fiscale“, ha aggiunto.

Giorgetti e Meloni soddisfatti

Soddisfatto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: “La Commissione ha promosso la nostra manovra giudicandola ‘in linea’: l’Italia è quindi inserita nella metà dei paesi europei che sono dalla parte giusta. Questo risultato è una grande soddisfazione. Abbiamo smentito i gufi nazionali: serietà e responsabilità pagano. E continueranno a essere alla base di ogni nostra decisione“. Dopo i rilievi di Bruxelles sulla manovra, il rendimento dei Btp decennali italiani sale di 12 punti base, al 3,906%. Si allarga anche lo spread con il bund tedesco, che cresce di sei punti base, a quota 192,7.

Il Btp è il peggiore tra i titoli di Stato del Vecchio Continente, dove i bond registrano sì aumenti dei rendimenti, ma in media di 6-7 punti, pari a circa la metà di quelli dei titoli italiani. A esprimere soddisfazione per come la Commissione giudica la manovra dell’Italia è stata anche la premier, Giorgia Meloni. “Siamo particolarmente soddisfatti del giudizio espresso dalla Commissione europea sulla legge di bilancio” ha affermato. “Una valutazione positiva che conferma la bontà del lavoro del Governo italiano, sottolinea la solidità della manovra economica e ribadisce la visione di sviluppo e crescita che la orienta“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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