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L’Argentina torna campione: Messi come Maradona

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Settanta minuti di dominio argentino: l’iniziale 2 a 0 non basta a sedare la partita. Deschamps rivoluziona la Francia che si ricorda di essere campione in carica e con un fulminante uno due riagguanta il pareggio. Un grande Messi trascina l’Argentina fino all’esplosione di Mbappé autore di entrambe le reti dei galletti nei tempi regolamentari. I supplementari non bastano: al bel vantaggio ancora di Messi, risponde sempre Mbappé. Si decide ai calci di rigore. L’Argentina torna campione 36 anni dopo il titolo conquistato da Diego Armando Maradona.

La finale dei Mondiali – delle polemiche che continueranno con il caso di corruzione che ha investito le istituzioni europee – in Qatar la vince la nazionale argentina. Un ultimo atto al cardiopalma per i tifosi dell’albiceleste: vinta, quasi persa e poi riacciuffata al termine dei supplementari. Una squadra Messi centrica – la pulce sigla infatti una doppietta, il primo su rigore e il secondo di classe e prontezza – che soffre e poi un balzo di luce ancora la sua, che lo porta al pari della sua icona: Maradona.

@Ansa EPA/Friedemann Vogel

I tempi regolamentari: Argentina a trazione Messi, la Francia è tutta in Mbappé

L’Argentina che in questa competizione qatariota era partita malissimo con la sconfitta all’esordio contro l’Arabia Saudita, al contrario nell’ultimo atto è concentratissima. Al Lusail Iconic Stadium, l’Argentina domina il primo tempo: una prestazione di alto livello sia in termini di gioco che d’intensità. La squadra di Scaloni, va in vantaggio su rigore procurato da Angel Di Maria e trasformato da Lionel Messi. Siamo al 23′ minuto in cui si prende anche il record di minuti giocati nel campionato del mondo, che apparteneva al nostro Paolo Maldini. Record su record: visto che con questa partecipazione batte anche il longevissimo Lothar Matthäus. L’albiceleste raddoppia alla mezz’ora su contropiede disegnato sempre dal n.10 argentino e finalizzato dal Fideo.

La Francia parte in grande difficoltà, stordita chiusa indietro dal pressing argentino. Poi all’improvviso uno spento Mbappé riaccende la luce di Francia: all’80’ calcia potentemente trovando l’angolo basso alla destra di Emiliano Martinez. Passa un giro di orologio appena e arriva anche il pareggio transalpina. Coman porta via palla nei pressi del centrocampo, e trova Mbappè che scambiata palla con Kolo Muani al limite dell’area, la mette nell’angolo basso alla sinistra di Emiliano Martinez. Si va ai supplementari.

Supplementari e rigori: la vittoria albiceleste

I supplementari sono un prolungamento della battaglia Messi vs Mbappé e tale rimane. Tutti e due segnano anche l’extra time andando in gol. E cristallizzano il 3 a 3. Con il transalpino che eguaglia un altro record che risaliva al 1966: segnare una tripletta nella finalissima; allora era Geoffrey Charles Hurst, rete fantasma compresa. Per lui il titolo di capocannoniere dei Mondiali qatarioti con 8 gol. Si va ai rigori. La parte più emozionante del calcio da sempre. E l’Argentina si mostra più centrata durante tutti i 120 minuti giocati: sbaglia meno ed è meno dipendente dal suo grandissimo fuoriclasse rispetto ai galletti.

Dal dischetto partono ancora loro: il primo è Mbappé che non sbaglia; Risponde Messi. E’ ancora pareggio 4 a 4. Ma qui entra in scena uno specialista – determinante anche durante il match e la competizione tutta – con Coman che tira, ma Martinez si dimostra rigorista e para. Il 5 a 4 lo sigla Dybala: piazzato centrale e non sbaglia. Come invece accade ancora a Tchouaméni. Per l’Argentina è il turno di Paredes che tira forte e angolatissimo rasoterra: 6-4. Sul dischetto Kolo Muani non sbaglia e tiene in vita la Francia: 6 a 5. Il rigore decisivo lo sigla Montiel è 7 a 5. Gioco, partita: Mondiale.

Giocatori Argentina esultano al rigore decisivo – @Ansa – EPA/Friedemann Vogel

Messi come Diego

Una partita leggendaria che consacra un’altra leggenda del calcio argentino: Leo Messi. Lui che aveva vinto già tutto in carriera nel club, basti pensare al record dei 7 palloni d’oro, ma a cui mancava la consacrazione in Nazionale, dopo la Coppa America. Da oggi è Campione del Mondo e si iscrive all’Olimpo e può accostarsi al più grande della storia del calcio argentino: Diego Armando Maradona. Buenos Aires è in festa, come lo sono gli argentini in tutto il mondo. 36 anni dopo il trionfo che portava la firma del genio del pibe de oro il calcio oggi è della pulce – che scaccia via ogni paragone con CR7, e diciamo anche per fortuna! – e alza la Coppa!

Angela Oliva

Direttore Responsabile Pugliese di nascita, muove le sue prime esperienze giornalistiche tra Palio, Sport e Cronaca bianca a Siena durante il periodo universitario divenendo pubblicista subito dopo la laurea con lode in Scienze della Comunicazione. Con il trasferimento a Roma inizia il praticantato che la porterà a diventare professionista nel 2008. Si è occupata di gambling, dipendenze, politica estera (ha una seconda laurea sempre con lode in Scienze internazionali e diplomatiche), ippica, economia. Ha collaborato con giornali, TV (Telenorba), l'agenzia di stampa nazionale Il Velino-AGVNews e con diverse realtà specializzate. Diverse le esperienze in agenzie come account ed advisor del settore bancario, di associazioni di categoria, di comunicazione pubblica, turismo, trasporti, cybersecurity, compliance & risk management, telecomunicazioni, 5G e di gaming. In parallelo si è occupata di Comunicazione strategica e Marketing come manager in azienda - trasferendosi a Rimini - assumendo spesso anche la responsabilità delle Relazioni esterne. Ha approfondito, con due diversi master, anche i temi della Corporate Social Responsibilty e della Sostenibilità. Segui Angela su Facebook Segui Angela su Instagram Segui Angela su Linkedin Segui Angela su Twitter

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