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PNRR, Meloni: “L’Italia è indietro ma la colpa non è mia”

La premier denuncia i limiti del Piano, varato prima della guerra in Ucraina e del caro-energia, e attacca Draghi

Rivedere il PNRR per l’Italia, chiedere e ottenere di più dall’Europa. Così la premier Giorgia Meloni al primo Festival delle Regioni e delle Province autonome.

Fra i temi del suo intervento quello dei prezzi dell’energia. “Il Next generation Eu è evidente a tutti che non è più sufficiente” ha detto Meloni in collegamento con la kermesse di Milano. Il Recovery fund della Ue da cui è sorto il PNRRnon poteva tenere in considerazione l’impatto della guerra in Ucraina ha avuto sulle nostre economie. Bisogna fare di più oggi a livello Ue, partendo dal caro energia“. “Il Governo vuole favorire l’attuazione” dell’autonomia differenziata “in tempi rapidi, in un quadro più ampio di riforme per rafforzare e ammodernare l’assetto Stato” ma “non sarà mai un pretesto per lasciare indietro una parte del territorio“. Giorgia Meloni ha quindi sottolineato che l’obiettivo è “migliorare efficienza e qualità dei servizi” e “colmare i divari“, non “creare disparità“.

La premier Meloni, in collegamento con il festival delle Regioni in corso a Milano
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in collegamento con il festival delle Regioni in corso a Milano il 5 dicembre 2022. Foto Ansa/Chigi

PNRR, mancano 30 obiettivi

In un’intervista a Repubblica, Giorgia Meloni ha quindi insistito sul fatto che del PNRR resta molto da implementare. “È un dato incontrovertibile che dei 55 obiettivi da centrare entro fine anno a noi ne sono stati lasciati 30“. La premier si dice però “fiduciosa che recupereremo“. Infine ha sostenuto che se “qualcosa mancasse all’appello non sarebbe colpa nostra“. Per il futuro ha annunciato, infine, che “sarà inevitabile cambiare qualcosa nel 2023 per rendere più celere e più fluida la capacità di utilizzo dei fondi“.

Con il nuovo Governo di destra, dunque, il Draghi-pensiero sul PNRR e su come implementarlo tramonta definitivamente e il nostro Paese si prepara a una sfida che appare oggettivamente più complessa. Anche perché per il 2023 si prevede una recessione economica a livello europeo. Ce la farà l’Italia a rispettare le scadenze per ricevere le prossime tranches di finanziamenti per il PNRR?

Il Festival delle Regioni

Al Festival delle Regioni a Milano, lunedì 5 dicembre interverrà anche il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Massimiliano Fedriga. Terrà il suo discorso dopo gli interventi del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e del governatore lombardo Attilio Fontana. Previsti poi gli interventi del ministro degli Affari regionali e delle Autonomie, Roberto Calderoli, e del ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto. Nel pomeriggio interverrà in videocollegamento anche il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. A seguire, la presentazione del sondaggio Ipsos Strategie per il sistema territorio.

Il governatore della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che è anche presidente della Conferenza delle Regioni
Il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che è anche presidente della Conferenza delle Regioni. Foto Ansa/Luca Zennaro

Nella giornata di martedì 6 dicembre, invece, alla Villa Reale di Monza, sarà il giorno del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. A fine mattinata la firma dell’Intesa per il riconoscimento della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome quale Organismo comune delle Regioni e delle Province Autonome. Ci sarà poi il passaggio di consegne della Regione Lombardia alla Regione Piemonte che ospiterà la seconda edizione del festival 2023. Durante i vari tavoli tematici organizzati per la due giorni de L’Italia delle Regioni parteciperanno i presidenti di tutte le Regioni, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e il ministro per la Protezione civile e per le Politiche del mare, Nello Musumeci. L’evento sarà occasione per un esame approfondito della situazione del PNRR, ora che l’Italia vuole di fatto anche allungare i tempi delle erogazioni dei finanziamenti. La battaglia con Bruxelles è appena cominciata.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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