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Covid, la Corte Costituzionale ribadisce l’obbligo vaccinale

Medici, sanitari e cittadini con più di 50 anni restano tenuti a vaccinarsi. E arrivano multe per 2 milioni

Mentre il Governo Meloni cerca di allentare i vincoli delle normative anti Covid, la Corte  Costituzionale ribadisce l’obbligo del vaccino.

Ovvero quello che, dal 2021, riguarda i medici, ad esempio, e i cittadini con più di 50 anni.

La vaccinazione anti Covid obbligatoria per medici e operatori sanitari deve rimanere, sostiene la Corte Costituzionale che ha respinto diverse questioni giuridiche
La vaccinazione anti Covid obbligatoria per medici e operatori sanitari deve rimanere, sostiene la Corte Costituzionale. Foto Ansa/Giuseppe Lami

No vax in piazza

E i no vax tornano a far sentire la loro voce con una protesta proprio davanti alla Consulta in nome della libertà di autodeterminazione. Si sono ritrovati in una cinquantina da tutta Italia, con cartelli e tricolori stretti al collo. La Corte ha ritenuto inammissibili e non fondate le questioni che ben 5 uffici giudiziari hanno posto ai supremi giudici. In particolare, la Corte ha ritenuto inammissibile – respingendola, dunque – la questione giuridica relativa all’impossibilità di svolgere l’attività lavorativa per gli esercenti le professioni sanitarie che non abbiano adempiuto all’obbligo vaccinale. Secondo la Consulta, inoltre, non sono irragionevoli, né sproporzionate, le scelte che il legislatore ha adottato in piena pandemia. E ciò per quel che riguarda l’obbligo vaccinale del personale sanitario.

Ugualmente non fondate – per la Corte Costituzionale – sono altre questioni che gli uffici giudiziari hanno sollevato. Come quelle che riguardano la corresponsione di un assegno, a carico del datore di lavoro, per coloro che aveva ricevuto la sospensione in quanto inadempienti all’obbligo vaccinale. E ciò, sia per il personale sanitario che per quello scolastico. In sostanza, respingendo le questioni, la Corte ribadisce le normative che nel 2021 il Governo Draghi aveva varato e il Parlamento approvato.

Dalla Corte un colpo al Governo

Di fatto, sul piano giuridico arriva dalla Corte Costituzione un altolà al Governo. Proprio mentre Giorgia Meloni e i suoi ministri vogliono alleggerire le regole anti Covid. Nei giorni scorsi il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha ribadito la volontà dell’esecutivo di portare a breve in Parlamento un disegno di legge. Obiettivo: consentire ai positivi asintomatici di tornare alle proprie attività dopo 5 giorni di quarantena senza più un tampone finale negativo. E ancora prima, a inizio novembre, il Governo aveva già predisposto l’immediato stop dell’obbligo vaccinale per il personale sanitario nonché il reintegro dei sanitari no-vax sospesi.

Secondo la Fondazione Gimbe nell'ultima settimana i casi Covid in Italia sono aumentati del +10%, le vittime del +8,8%
Secondo la Fondazione Gimbe nell’ultima settimana i casi Covid in Italia sono aumentati del +10%. Foto Ansa/Ettore Ferrari

Multe a chi ha più di 50 anni

Scattano poi da venerdì 2 dicembre una montagna di sanzioni che sfiorano i 2 milioni di euro. Dovrà pagarle, spiega l’Ansa, chi era tenuto a vaccinarsi contro il Covid e non l’ha fatto. Scade infatti il termine di 180 giorni per giustificare il mancato adempimento all’obbligo vaccinale. Si tratta di professori, operatori sanitari, forze dell’ordine e cittadini con più di 50 anni che dovranno pagare multe pari a 100 euro a testa. L’avversione al vaccino è stata più forte in alcune regioni. La maglia nera in termini di multe ai no vax over 50 va al Friuli Venezia Giulia. Seguono la Calabria e l’Abruzzo. Fra i territori dove invece la vaccinazione è andata forte ci sono Puglia, Lazio, Toscana e Molise. In queste regioni le persone che si sono vaccinate con almeno due dosi superano il 90% nella fascia di età tra i 50 e i 59 anni.

Corte, le reazioni politiche

Di fronte alla decisione della Corte Costituzionale l’ex ministra del Governo Draghi, e ora senatrice di Azione, Mariastella Gelmini, ha chiesto al Governo Meloni maggiore responsabilità. “L’esecutivo non faccia passi indietro e respinga il revisionismo no-vax” ha detto Gelmini, secondo quanto riporta l’Agi. Nei giorni scorsi proprio il leader di Azione, Carlo Calenda, si è incontrato con la premier Giorgia Meloni per discutere di possibili convergenze del Terzo Polo sulla manovra di bilancio che il Parlamento dovrà approvare. Ma una politica di apertura ai no vax, sebbene non dichiarata, si ritorcerebbe contro le manovre di avvicinamento alla destra che Azione e Italia Viva di Matteo Renzi stanno portando avanti.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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