Joe Biden ed Emmanuel Macron lavorano a nuove relazioni internazionali tra Usa e Francia. A partire dalla questione della guerra in Ucraina.

L’incontro alla Casa Bianca è avvenuto con le rispettive mogli: Jill Biden e Brigitte Macron. I temi che Biden e Macron hanno discusso riguardano in primo luogo un’apertura verso un possibile negoziato di pace sull’Ucraina. E l’eventualità di “parlare con Putin“. Ma anche qualche ipotetico correttivo ai sussidi statunitensi per le energie rinnovabili, e una linea di compromesso nella politica occidentale verso la Cina di Xi Jinping. Nel loro incontro alla Casa Bianca i due leader hanno proiettato un’immagine di amicizia indiscussa. Fra pacche sulle spalle e una convivialità allargata alle due first lady. Tuttavia hanno parlato con franchezza delle loro divergenze, come si conviene in questo genere di incontri politico-diplomatici.

Joe Biden con la First Lady Jill, e Macron con la Première Dame Brigitte, a Washington. Foto Ansa/Epa Chris Kleponis

Biden, intesa complessa

Gli Stati Uniti non potrebbero chiedere un miglior partner con cui lavorare“, ha esordito Joe Biden rendendo omaggio in francese ai principi di liberté, égalité, fraternité della Rivoluzione del 1789. Mentre con la First Lady Jill accoglieva i Macron nel South Lawn in pompa magna. Fra 21 colpi di cannone, gli inni nazionali e la fanfara. “Il nostro destino comune è rispondere insieme alle sfide globaliMacron ha risposto Biden. Dopo i convenevoli i due leader si sono chiusi nello studio Ovale per oltre tre ore discutendo tutti i dossier più spinosi e trovando un’intesa su quelli dove c’erano più tensioni.

Ne è uscito un lunghissimo comunicato congiunto che fissa le posizioni comuni, a partire dalla Russia. Con l’impegno a garantire aiuti a Kievfinché necessario” senza imporre la pace e a perseguire i crimini di guerra di Mosca. Ma il leader francese, forse anche in vista di una conferenza internazionale a Parigi del 13 dicembre, continua a tenere aperta la porta a Putin. Macron ha annunciato di voler parlare nei prossimi giorni col presidente russo, convinto che “un negoziato sia ancora possibile“. Lo stesso Biden ha ribadito in conferenza stampa di essere “pronto a parlare con Putin se mostra segnali di volere cessare la guerra“, pur precisando che “finora non lo ha fatto“.

Il ruolo di John Kerry

C’è tuttavia un importante esponente nell’amministrazione americana con il quale la Russia sarebbe disposta a negoziare per trovare una soluzione al conflitto ucraino. Si tratta di John Kerry, attuale inviato speciale per i problemi del clima, nonché Segretario di Stato nell’era Obama. Un politico che ha già dato prova di essere capace di “un dialogo rispettoso” ha dichiarato il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov. Quanto all’iniziativa di mediazione del Vaticano, Lavrov è tornato sulle parole del Papa relative alla particolare crudeltà dei soldati ceceni e buriati in Ucraina. Lavrov le ha definite “dichiarazioni non cristiane” che “non aiutano a rafforzare l’autorità dello Stato pontificio“.

John Kerry, 78 anni, ex Segretario di Stato americano fra il 2013 e il 2017, è richiesto dalla Russia come mediatore nel conflitto in Ucraina. Foto Ansa/Epa Khaled Elfiqui

Green economy, questione spinosa

A Washington Biden e Macron hanno trovato un punto di incontro anche sulla legge anti inflazione Usa che con i suoi sussidisuper aggressivi” alle rinnovabili, secondo Macron, “rischia di spaccare l’Occidente“. Si è perciò stabilito di discutere “misure pratiche per sincronizzare gli approcci” sulla catena di approvvigionamento e sulla green economy. Dai semiconduttori all’idrogeno e alle batterie per le auto elettriche. I due presidenti si sono impegnati ad attuare una transizione ecologicareciprocamente vantaggiosa“, rafforzando la partnership tra gli Usa e la Ue su energia e clima.

Biden e Macron sull’Iran

Il presidente americano Biden e il suo omologo francese Macron hanno invece alzato un muro contro l’Iran. Vogliono impedire a Teheran di costruire armi nucleari e manifestano “rispetto” per le proteste del popolo iraniano. In particolare per quelle “coraggiose” dei giovani e delle donne.