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Mondiali in Qatar, la partita dei diritti la vincono la Germania e l’Iran

Anche Nazionale inglese torna ad inginocchiarsi a sostegno del "black lives matter"

La clamorosa e composta protesta della Nazionale tedesca ai Mondiali di Calcio in Qatar: una mano sulla bocca per simboleggiare chi non si fa mettere a tacere. Ma non solo: fortissima la presa di posizione della compagine iraniana all’esordio che non ha cantato il proprio inno a sostegno di chi lotta in Iran. Come il ripetersi dell’inginocchiarsi di quella inglese contro il razzismo.

La regia internazionale non ha mandato in onda questo momento, immortalato dai fotografi, che ha permesso a questo scatto qui sotto di fare il giro del mondo. La censura, anche violenta, non riesce quasi mai del tutto nel suo proposito. E anche questa volta ha sortito lo stesso effetto: la foto campeggia già e rimarrà innegabilmente anche nella storia dello sport, e non solo, delle lotte per i diritti civili. Come lo è stato quel pugno chiuso di Tommie Smith e John Carlos a Città del Messico nel 1968. Ogni tempo è giusto abbia la sua protesta.

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@Ansa – EPA/Friedemann Vogel

Nazionale tedesca: la protesta è davvero uber alles

Per certi versi il dissenso che non ti aspetti, forse da quella che è considerata tra le compagini presenti in Qatar la più composta. Per questo di quelle che fanno più rumore. Durante la foto di rito, tutto l’undici che sta per scendere in campo contro il Giappone si pone la mano sulla bocca. Non servono le parole a spiegare il gesto, ma è proprio l’account ufficiale della stessa Nazionale tedesca – che ha già nel profilo una foto che parla da sola – a dare con le parole un senso più grande: “Non è una questione politica: i diritti umani non sono negoziabili.
Questo dovrebbe essere ovvio. Purtroppo non lo è ancora. Ecco perché questo messaggio è così importante per noi. Vietarci la fascia one love è come tappare le nostre bocche“.

A rafforzare la presa di posizione teutonica in tribuna la presenza del ministro dello sport del governo Scholtz, Nancy Faeser. Lei indossa e mostra orgogliosa proprio quella fascia one love che era stata vietata sul campo dalla FIFA ai giocatori che ne avevano fatto richiesta.

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@Ansa – EPA/Ronald Wittek

Ufficialmente per rispettare i valori del Paese ospitante. Peccato che i diritti umani in generale proprio lì siano diritti di serie B, se non peggio. Al suo fianco un criticatissimo presidente proprio della FIFA, Giovanni Infantino, che i social fin dalla vigilia di questa edizione hanno preso a bersaglio. Come se non bastasse il capitano-portiere della Germania ha subito l’ispezione del guardalinee sulla sua fascia: perché non recasse messaggi di dissenso! Non da questi Mondiali in Qatar…

Mondiali in Qatar: di calcio, protesta e sorprese

Clamorosa, ma non isolata. Non erano passate neppure ventiquattro ore da quando il pre match tra l’Iran e l’Inghilterra aveva attirato l’attenzione del mondo: ancora una volta non è stata una questione di calcio. Per due ragioni diverse. La Nazionale iraniana non ha cantato al suo esordio ai Mondiali l’inno del Paese a sostegno del popolo che in larga parte sta protestando per la repressione nel sangue attuata dalla Repubblica Islamica delle proteste seguite alla morte di Mahsa Amini.

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@Ansa – EPA/Rolex dela Pena

Un gesto importante e rischioso pensando a quando i singoli calciatori, e non solo, dovranno far ritorno nel Paese. Dall’altra parte del campo di fronte un altro gesto dimostrativo. Non è la prima volta, ma ogni volta rafforza il suo peso, l’inginocchiarsi della Nazionale inglese: perché è potente che lo facciano i leoni di sua maestà, a sostegno del black lives matter. Quello che sta accadendo durante i Mondiali in Qatar – in attesa che qualcuno si esprima sulla guerra in Ucraina – ci dimostra che non è solo una questione di diritti LGBTQ+ o della comunità nera. Alla vigilia della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, domani 25 novembre, sappiamo che è necessario ancora protestare e tanto per i diritti di ogni singolo essere umano, in ogni condizione. Anche durante i Mondiali di Calcio.

Angela Oliva

Direttore Responsabile
Pugliese di nascita, muove le sue prime esperienze giornalistiche tra Palio, Sport e Cronaca bianca a Siena durante il periodo universitario divenendo pubblicista subito dopo la laurea con lode in Scienze della Comunicazione. Con il trasferimento a Roma inizia il praticantato che la porterà a diventare professionista nel 2008. Si è occupata di gambling, dipendenze, politica estera (ha una seconda laurea sempre con lode in Scienze internazionali e diplomatiche), ippica, economia. Ha collaborato con giornali, TV (Telenorba), l'agenzia di stampa nazionale Il Velino-AGVNews e con diverse realtà specializzate. Diverse le esperienze in agenzie come account ed advisor del settore bancario, di associazioni di categoria, di comunicazione pubblica, turismo, trasporti, cybersecurity, compliance & risk management, telecomunicazioni, 5G e di gaming.
In parallelo si è occupata di Comunicazione strategica e Marketing come manager in azienda - trasferendosi a Rimini - assumendo spesso anche la responsabilità delle Relazioni esterne. Ha approfondito, con due diversi master, anche i temi della Corporate Social Responsibilty e della Sostenibilità.

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