La breve ma intensa crisi diplomatica fra Italia e Francia sui migranti (con Macron e Meloni che al G20 di Bali si sono pressoché ignorati) ha accelerato altri effetti a livello europeo. La Commissione ha infatti annunciato il suo piano per affrontare i flussi migratori in vista del vertice dei ministri degli Interni del 25 novembre.

Fra i cardini del piano Ue sui migranti, spiega l’Agi, si prevedono una maggiore collaborazione fra gli Stati membri dell’Unione. Soprattutto per rendere efficaci i ricollocamenti dei richiedenti asilo, così come i rimpatri dei migranti irregolari. Si prevede poi un ruolo più importante di quello svolto finora per l’agenzia europea Frontex. Si tratta dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera. È un ente che deve controllare e gestire le frontiere esterne dello Spazio Schengen e dell’Unione europea. Frontex agisce assieme alle autorità nazionali competenti per il controllo delle frontiere: la guardia costiera, appunto, e la guardia di frontiera.

Membri della Croce Rossa aiutano alcuni dei 105 immigrati subsahariani al molo di Arrecife a Tenerife, Isole Canarie, il 5 settembre 2022. Foto Ansa/Epa Adriel Perdomo

Nel piano sui migranti della Commissione europea si prevede, inoltre, un sostegno ai Paesi di partenza e transito dei flussi migratori. Obiettivo è prevenire gli arrivi illegali e pericolosi. E cooperare nella ricerca e soccorso in mare, facendo più chiarezza sul ruolo delle navi private che operano, ovvero quelle delle organizzazioni non governative (ong). Sono questi, dunque, i punti fondamentali del Piano d’azione dell’Unione per il Mediterraneo centrale. In ogni caso “fornire assistenza a qualsiasi persona trovata in pericolo in mare fino al momento dello sbarco sicuro, indipendentemente dalle circostanze che portano le persone a trovarsi in tale situazione, è un obbligo giuridico per gli Stati membri dell’Ue“, ha ribadito la Commissione europea.

Migranti, da dove arrivano

La presentazione del progetto segue la crisi tra Italia e Francia sul caso della nave Ocean Viking della ong Sos Méditerranée. “Gli ultimi eventi hanno acceso i riflettori sulla rotta del Mediterraneo centrale – ha sottolineato la Commissione – dove nel 2022 sono arrivati oltre 90mila migranti e rifugiati. Persone partite principalmente da Libia e Tunisia. E originari principalmente di Egitto, Tunisia e Bangladesh. Un aumento di oltre il 50% rispetto al 2021“.

Agenti di polizia lungo il confine ungherese con la Serbia vicino a Roszke, il 28 settembre 2022. Il recinto di filo metallico serve a impedire l’ingresso dei migranti. È alto 4 metri ed è stato costruito nel 2015 sulle sezioni di confine comuni con Serbia e Croazia. Foto Ansa/Epa Tibor Rosta

Quante sono le domande d’asilo

In realtà, ricorda Giovani De Mauro su Internazionale di questa settimana, nei primi 10 mesi del 2022, se è vero che 90mila migranti sono sbarcati sulle coste italiane, altre 128mila sono giunti in Europa dalla rotta balcanica. Dati che i partner Ue faranno senz’altro rilevare all’Italia al vertice del 25 novembre. Dei 90mila migranti arrivati in Italia, circa il 15% sono quelli salvati in mezzo al mare dalle ong. L’85% è stato salvato dalla Guardia costiera e in parte è giunto autonomamente sulle nostre coste. Infine l’Italia non è fra i paesi dell’Unione europea che accolgono di più i migranti. Nel 2021 le richieste di asilo politico nel nostro Paese sono state 45mila; in Spagna 62mila; in Francia 103mila; in Germania 148mila. Considerando le richieste d’asilo dei migranti giunti in Europa in rapporto alla popolazione dei paesi ospitanti, l’Italia è al 15° posto nella Ue.

Davanti alla prefettura di Napoli, mentre il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi presiedeva il Comitato per l’ordine e la sicurezza, lo striscione polemico contro le politiche del ministro e del Governo sull’immigrazione esposto dagli studenti che hanno manifestato, il 18 novembre 2022. Foto Ansa/Ciro Fusco